Sono sempre più convinto che certe idee -diciamo le nostre- mentre sono fra noi “superflue” (nel senso che le condividiamo magari con enfasi diverse su particolari aspetti), fuori, nel mondo dei più, facciano poca presa, molto meno di quanto l’enormità del fenomeno- lo sfruttamento e l’abuso delle altre specie animali- meriterebbe. L’altra sera ho casualmente colto alla TV un brandello di un qualche dibattito che si pretendeva impegnato, quando il conduttore ha chiesto ad una delle teste pensanti se fosse vegetariano… la risposta è stata “No, io sono contro ogni genere di estremismo!”. Il conduttore (il cretino numero due) ha annuito. Ma queste sono le idee correnti, chi non accetta, nella propria vita personale, di uniformarsi all’andazzo generale, alla falsità degli slogan commerciali (“Dove c’è Aia c’è gioia” ??? ma qualcuno ha idea di quanta gioia ci sia nella vita dei maiali, notoriamente intelligenti e portati ad una vita sociale, che passano le loro miserabili esistenze stipati nei capannoni di cemento senza mai aver visto né il sole né la pioggia, fino al giorno in cui saranno caricati con violenza su quei camion…) è un ESTREMISTA. Il mondo a rovescio, ed è purtroppo- e qui sono del tutto pessimista- un mondo che cresce ogni anno di milioni di persone che pretendono tutte di sedersi fisicamente alla mensa dei popoli “sviluppati”, e banchettare ad hamburgers, pollo fritto, costate, prosciutti… Ho lavorato per anni in Africa (e India, Brasile ecc) quando l’Africa – e io non sono Matusalemme- aveva 400 milioni di abitanti, più o meno; oggi sono raddoppiati (con grande gioia dei bravi missionari per i quali il controllo delle nascite è sempre stato diabolico), mentre le loro condizioni economiche sono più disastrose che mai. Provi a immaginare quanti anni luce sono lontani, quelli che fuggono dalla loro condizione di miseria, da una visione “compassionevole” del popolo che grugnisce, abbaia, miagola, bela, chioccia, nitrisce ecc ecc. se qui, dove la miseria (quella vera!) non c’è , la compassione è considerata un estremismo. Saluti, F. Comis Gentilissimo signor Comis, non posso che condividere quanto dice. Già… comodo bollare di estremismo chi non ammazza gli animali per mangiarseli, quando ci sono milioni di alternative che, oltretutto, fanno meno male al nostro pianeta. Il qualunquismo e l’asservimento alle logiche commerciali sono tipici di una parte di giornalisti/conduttori. E se parlano di problemi legati ai diritti degli animali, quasi se ne scusano. Come se amare e rispettare gli animali sottraesse qualcosa agli esseri umani. Persino Maurizio Crozza si è occupato dei gas serra prodotti dagli allevamenti intensivi (anche se poi è finito tutto in… mucca, per essere più eleganti). Significa che sta nascendo una nuova consapevolezza, e parlarne non è più cosa riservata alle tavole rotonde tra addetti ai lavori. Certo, le retrovie retrograde continueranno a fare resistenza e attaccarsi con le unghie e coi denti, letteralmente, alle loro costine cancerogene, frutto di torture, abusi, sofferenze. E però gli estremisti siamo noi! Certo che, come diceva qualcuno… il mondo è bello perché è… avariato. Con i più cordiali saluti Diana Lanciotti
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