Un nuovo cucciolo?
Gent.ma sig.ra Diana come sta?
Spero di cuore che i suoi figli a 4 zampe La stiamo aiutando un po’ a superare, o meglio, ad abituarsi all’assenza fisica del dolce Paco.
Lei è sempre nei miei pensieri e non c’è giorno che non entri nel suo sito per leggere e rileggere tutte le lettere e la storia di Paco. Grazie a Lei ho conosciuto il sito di Olbia e ci entro tutti i giorni.
Non Le nascondo che mi sta venendo una voglia matta di adottare un cane dei loro, ho anche mandato una mail per saperne di più ed ho anche chiamato per parlare direttamente con una responsabile. La mia preoccupazione infatti è la mia gatta, non vorrei avere problemi con lei facendo entrare in casa un cane anche perchè non è abituata alla presenza di altri amici a 4 zampe e non so come comportarmi. Un altro scoglio da superare sarà il convincere le mie figlie a prendere un altro cucciolo perchè dopo l’esperienza avuta con Lacky e la mia sofferenza passata (veramente ancora presente ma ora mi nascondo quando piango e non mi vedono ;-), non ne vogliono proprio sentire più parlare: dicono che io non sono cosa ad avere un cane (al sud si dice così per dire che conoscendomi lo tratterei come un figlio e ci starei malissimo un domani)… sinceramente questo è vero, già l’ho messo a preventivo… purtroppo sono fatta così, ma il vuoto è troppo grande e vorrei ancora sentire il ticchettio delle unghie sul pavimento, il respiro stesso che mi dava tanta serenità, l’odore… Dio mio che bello sarebbe, sicuramente il vuoto non sarà mai colmato completamente ma sarà come avere una sorellina o fratellino della mia Lacky.
La abbraccio con affetto
Stefania
(clicca su “Leggi tutto” per leggere la risposta di Diana)
Cara Stefania, La ringrazio per il Suo ricordo del nostro Paco. In effetti l’abitudine alla sua "non presenza" piano piano sta arrivando, com’è inevitabile. Però i quasi 15 anni con lui li abbiamo vissuti così intensamente che ci accorgiamo che lo "sentiamo" ancora presente. Soprattutto negli ultimi tempi Paco non era più il Paco esuberante degli anni d’oro, ma una presenza quieta, meno "invadente", ma non per questo meno affettuosa e importante. Ecco, ora continuo a sentirlo presente sotto la mia scrivania, a dormire accompagnando le mie ore di lavoro col suo sommesso russare.
Certo, ora c’è Tommi, e prima ancora di Tommi c’è JOY, il mio dolcissimo e un po’ matto dispensatore di gioia. Eccoli qua, il giorno dopo l’arrivo di Tommi.
E poi, ancora insieme, già affiatati come due fratellini sempre in vena di giochi.
Joy è arrivato (anche se non ne ho parlato per un anno per scaramanzia… avevo il terrore che non ci arrivasse, a compiere un anno, e non parlandone mi sembrava di proteggerlo) dopo la scomparsa di Boris, una scomparsa che mi ha straziata e che ho potuto "curare" solo accogliendo in casa un altro cane. Un cane problematico, che a poco più di un mese ha rischiato la soppressione, idea alla quale sia io che l’allevatrice per fortuna ci siamo ribellate. Da allora JOY mi ha dato un’infinità di preoccupazioni (ho passato i primi 4 mesi con l’ansia continua di perderlo…) ma se penso alle gioie e al grande amore che abbiamo costruito insieme rifarei tutto da capo. Guardi, io ho avuto la gioia di avere tanti cani e tanti gatti, e anche il grande dolore di perderli. Ma fa parte della vita, e non riuscirei mai a rinunciare all’amore di un cane solo perché so che un giorno piangerò e soffrirò per la sua morte. Dovremmo rassegnarci (anche se si fa fatica) ad accettare che la morte fa parte della vita, soprattutto quando si tratta di animali che vivono meno di noi.
Dopo Paco non me la sentivo di avere con me un altro cane, così presto no. E invece sono andata a farmi un giro sul sito del Rifugio dei Fratelli Minori di Olbia e ho visto la foto di quei cucciolini scaricati davanti al canile la vigilia di Natale. Senza che me ne rendessi conto (credo che quella foto abbia agito a livello subliminale) ho sentito l’urgenza di andare al rifugio, un bisogno impellente, quasi fisico: mi sentivo come se, non andandoci, avessi potuto perdere il treno più importante della vita. Io credo nel destino, e credo che Tommi, che si vedeva appena in quella foto, attraverso quella foto abbia voluto comunicarmi qualcosa. O forse è stato Paco a farlo. Quando sono stata là e ho visto Tommi che faceva il pazzo in quella gabbietta per farsi notare, e si buttava contro le sbarre prendendo delle gran musate, e mi faceva gli agguati e mi mordeva le dita, ho capito che la ricerca era già finita lì. Quello sarebbe stato il nostro cane. E Gianni, che non ne voleva sapere, quando mi ha vista titubante, mi ha detto: "Lo portiamo a casa subito. Adesso." E adesso è lui a essere il più felice della scelta, e si balocca il suo Tommi tra le braccia come se fosse un bambino. Eppure non voleva un altro cane, non così presto dopo il "grande" Paco, che per Gianni è stato il primo cane della sua vita, il secondo, dopo Boris, ad andarsene dalla sua vita.
Cerchi di far capire alle Sue figlie che per Lei avere un cucciolo da allevare è una gioia, prima di tutto. E vedrà che anche loro, davanti agli occhi di un cucciolo in cerca d’amore, si faranno conquistare.
Provi a chiamare Cosetta, del rifugio. Credo che là in canile ci sia ancora uno dei fratellini di Tommi… chissà…
Per quanto riguarda la micia, io posso dirLe che quando ci amano gli animali sanno capire che cosa vogliamo da loro. Io ho sempre avuto cani e gatti, e non ho mai avuto problemi a farli convivere. Basta non forzarli e che i rispettivi spazi vengano rispettati.
Le faccio tanti auguri e aspetto buone notizie
Diana