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TU CREDI… TI SBAGLI

La campagna del Fondo Amici di Paco contro l’abbandono e le sofferenze inflitte agli animali. Per chi crede… ma sbaglia.
Molto spesso chi fa soffrire gli animali lo fa per superficialità, non necessariamente per crudeltà, ed è perciò importante favorire una riflessione sulla sofferenza degli animali per modificare una mentalità che parte dall’interno delle famiglie, passa per gli allevamenti e i macelli, per arrivare nei laboratori di vivisezione. La nuova campagna del Fondo Amici di Paco, che si affianca alla tradizionale campagna”Non abbandonare il tuo cane”, induce a riflettere proprio sulle sofferenze inflitte agli animali, a torto ritenuti privi di sentimenti.

“TU CREDI che solo perché non ho la parola io non soffra se mi trascuri, se mi picchi, se mi maltratti, se mi abbandoni? TI SBAGLI. Un cane maltrattato o abbandonato può morire. Di dolore o sotto una macchina. Per lui è la stessa cosa. PENSACI. Per il tuo cane tu sei tutta la sua vita.”

Questo, impresso a caratteri cubitali sul primo piano di un cane, è il testo della nuova campagna del Fondo Amici di Paco contro l’abbandono e la sofferenza degli animali. Una campagna che si affianca a quella istituzionale “Non abbandonare il tuo cane. Lui non ti abbandonerebbe mai” che per anni ha avuto e ha tuttora per testimonial Paco, il trovatello divenuto simbolo dell’associazione fondata nel 1997 da Diana Lanciotti, giornalista e scrittrice di libri diventati veri e propri cult. Basti ricordare Paco, il Re della strada, Boris, professione angelo custode, La gatta che venne dal bosco (v. link), per quanto riguarda la narrativa “animalista”, ma anche romanzi d’amore e avventura di grandissimo successo, come Black Swan. Cuori nella tempesta, Red Devil. Rotte di collisione, o La vendetta dei broccoli, un avvincente “giallo vegetariano” carico di suspense e colpi di scena

Grazie all’adozione di Paco e alla scoperta della realtà tragica del randagismo, Diana Lanciotti decise di impegnarsi per contrastare l’abbandono, diventando una delle figure di riferimento più rappresentative nel campo della tutela degli animali.

Senza ricorrere a immagini o toni brutali (secondo il concetto di “persuadere con dolcezza” che è il motto del Fondo Amici di Paco e della sua fondatrice), il messaggio della campagna TU CREDI…TI SBAGLI induce a riflettere sul fatto che i cani e i gatti provano dei sentimenti e quindi gioiscono ma, anche, soffrono. La campagna è ideata dalla stessa Lanciotti, che di professione è pubblicitaria e direttore creativo (oltre che contitolare) della Errico & Lanciotti, l’agenzia che da 27 anni cura gratuitamente tutta la comunicazione del Fondo Amici di Paco.

A supporto di un testo che cattura e colpisce (e dimostra la sua capacità di andare al cuore delle tematiche animaliste), Diana ha studiato un visual di fortissimo impatto, declinato in 17 soggetti diversi (da lei stessa fotografati), tra cui anche diversi gatti.

«Si parla quasi sempre di abbandono o di maltrattamento dei cani», spiega la Lanciotti. «In realtà anche i gatti ne sono vittime. Addirittura si prestano più facilmente all’abbandono, perché è diffusa la convinzione che siano autosufficienti e riescano in qualche modo a cavarsela. Certo, rispetto ai cani forse riescono a procacciarsi più facilmente di che nutrirsi, però a loro volta sono vittime di incidenti e anche di torture e uccisioni.»

UN MESSAGGIO DIRETTO, CHIARO, CHE NON LASCIA INDIFFERENTI

«Con la campagna TU CREDI…TI SBAGLI, vogliamo spiegare che anche gli animali soffrono, né più né meno di noi», spiega Diana. «Chi fa soffrire un animale, abbandonandolo, trascurandolo, relegandolo alla solitudine, non necessariamente è una persona crudele. La stragrande maggioranza è fatta di persone che “non ci hanno mai pensato”, come diceva Paco nello spot contro l’abbandono che è andato in onda per anni in tv. Persone che non si rendono conto delle proprie responsabilità verso gli animali domestici. Basti pensare a quelli che si liberano, come se fosse una scarpa vecchia, di un cane o di un gatto preso spesso per soddisfare il capriccio di un bambino (senza poi educarlo ad assumersi la responsabilità di un altro essere vivente): tanto ci pensa qualcun altro, si trova sempre qualcun altro che se ne fa carico. A volte per fortuna succede, quando il cane e il gatto vengono recuperati, portati in un canile e adottati da una nuova famiglia. Ma la maggior parte delle volte succede che il cane o il gatto si perdano, si rinselvatichiscano, finiscano sotto una macchina, muoiano di stenti o malattie. Oppure, anche se portati in salvo in un rifugio, restano lì per il resto dei loro giorni.»

Sono migliaia i cani e i gatti abbandonati ogni anno in Italia, che provocano migliaia di incidenti anche gravi, e si stimano in centinaia di migliaia i cani e i gatti rinselvatichiti che vagano sul territorio nazionale. Però va molto meglio di un tempo, anche grazie all’impegno del Fondo Amici di Paco.

«Per fortuna rispetto a un tempo il fenomeno è in deciso calo. Del resto da 27 anni noi e tante altre associazioni che si sono create nel tempo abbiamo lavorato molto sul piano della sensibilizzazione. Ventisette anni fa, quando io e mio marito fondammo il Fondo Amici di Paco, la tutela degli animali era una faccenda per pochi, che non rientrava negli interessi delle istituzioni, dei media e, di conseguenza, dell’opinione pubblica. La parola animalista rimandava alle “battaglie” dei simpatizzanti dei movimenti più estremisti che per rivendicare i diritti degli animali si incatenavano ai caselli autostradali, imbrattavano le vetrine delle pelliccerie e lanciavano uova e slogan animalisti contro le signore impellicciate alla prima della Scala. Col risultato di allontanare dalla “causa animalista” chi non condivideva certi metodi, e confinare l’animalismo in una sorta di ghetto. Ora tutto è cambiato. E, senza voler fare l’immodesta, so di aver contribuito a sdoganare l’animalismo, sottraendolo alla politica solo di una certa parte e dimostrando che a occuparsi degli animali non si deve per forza essere… sporchi, arrabbiati e cattivi. Trasferito al Fondo Amici di Paco, il mio personale motto “persuadere con dolcezza” ha coinvolto tantissime persone nelle problematiche legate agli animali. E i miei libri hanno fatto riflettere i lettori sulla necessità di prendersi cura degli esseri più “deboli” e sul fatto che affezionarsi a un animale non è cosa di cui vergognarsi. Anzi: è un arricchimento spirituale.»

CANI DI RAZZA IN AIUTO AI PIÙ SFORTUNATI

Alcuni dei ritratti scattati da Diana con la sua attrezzatura Nikon, con la quale realizza anche tutte le immagini per il famoso Calendario di Paco, per la rivista Amici di Paco, i libri fotografici e le copertine di Paco Editore, sono cani di razza.

«Prima di tutto perché nemmeno loro si salvano dall’abbandono, al contrario di quanto si pensa. Ma è anche un modo, per i più fortunati, di aiutare i colleghi meno fortunati… mettendoci il muso.»

Diana ha realizzato per Paco Editore quattro libri fotografici: I miei musi ispiratori, Occhi sbarrati, Paco, il simpatico ragazzo e Cuori grandi così, dove il suo amore per gli animali traspare da ogni scatto in cui, come lei ammette, si vede l’anima del cane o del gatto fotografato.

«Fa comodo credere che i cani e i gatti non soffrano», prosegue la fondatrice del Fondo Amici di Paco. «Così come fa comodo credere che gli animali in genere non soffrano. Se si ammettesse la loro capacità di provare dolore e sentimenti, come si potrebbe continuare a ucciderli (oltretutto con sistemi barbari e cruenti) per cibarsene, o usarli per la sperimentazione medica, in esperimenti che servono soprattutto a dare lustro a chi li fa? Nel mondo accademico un lavoro vale solo se “pubblicato” sulle “più prestigiose” riviste internazionali, dove lo scienziato di turno, dopo essersi incrudelito su un povero scimpanzé o un povero Beagle, può vantarsi con i propri colleghi di aver ottenuto quel tal risultato sperimentando la tal tecnica chirurgica o la tal sostanza su un animale che, in realtà, ha un organismo e un DNA che nulla o poco hanno da spartire con quello umano.»

Ma come affermano illustri personalità della medicina e della veterinaria, voler assimilare il corpo umano a quello animale è una forzatura.

«Una forzatura che ha causato la morte cruenta e inutile di milioni di animali da laboratorio, ai quali sono state provocate malattie che “imitano” quelle umane, ma che sugli organismi degli animali agiscono in modo diverso, falsando in partenza questo tipo di sperimentazione. Che, se effettivamente fosse efficace, avrebbe permesso da un pezzo di debellare malattie gravi come i tumori, l’Alzheimer, il Parkinson, ecc. E invece si vuole spacciare come buona e utile una sperimentazione che poggia le basi su presupposti fasulli, per immettere sul mercato farmaci che non curano, non guariscono ma tutt’al più alleviano i sintomi, provocando in ogni caso una sequela di effetti collaterali “anche gravi” che a loro volta richiedono il ricorso ad altri farmaci… e così via, in una spirale che serve a creare il favoloso “malato cronico”, la mucca (sacra) da mungere del sistema sanitario-farmaceutico.»

Al centro di tutto, il sacrificio di milioni di animali.

«Ecco perché», conclude la Lanciotti, «oltre a fare campagne contro la vivisezione è importante trasmettere il messaggio che tutti gli animali soffrono e non è giusto privarli della loro dignità, della loro libertà, del loro benessere. Se passerà il concetto che un cane abbandonato può morire di crepacuore, allora più facilmente si riuscirà a far accettare il concetto che un animale a cui sparo un chiodo in fronte soffre, e soffre anche un gatto o un macaco a cui è stata asportata la calotta cranica per conficcargli nel cervello degli elettrodi e dimostrare qualche assurda teoria.»

L’argomento salute, diventato centrale con l’emergenza Covid, è stato ampiamente trattato da Diana nel libro Antivirus. Emergere dall’emergenza, una raccolta di scritti in cui l’autrice ripercorre la storia d’Italia dal 2005 a oggi, e con un punto di vista assolutamente indipendente aiuta i lettori a mantenere e coltivare lo spirito critico per difendere la propria libertà di pensiero e di espressione.

Per informazioni, donazioni, acquisti o per richiedere la rivista “Amici di Paco”:
Fondo Amici di Paco tel. 030 9900732, paco@amicidipaco.it, www.amicidipaco.it
Per devolvere il 5×1000 al Fondo Amici di Paco per aiutare tanti animali in difficoltà il codice fiscale è: 01941540989

Simona Rocchi
ufficio stampa Fondo Amici di Paco
simona@amicidipaco.it

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