Trinity e il megaesofago… una storia a lieto fine
Buongiorno Diana.
Vorremmo raccontarti anche noi la nostra disavventura per la diagnosi da megaesofago riscontrata sulla nostra Trinity.
Siamo finiti a Genova per comprare un bracco italiano. Dopo aver aspettato per oltre quattro mesi finalmente ci invitano ad andare a prendere il nostro cucciolo… appena portato a casa (noi abitiamo a Udine) ci rendiamo conto immediatamente della sua eccessiva magrezza, preoccupazione manifestata anche alla persona addetta alla consegna del cucciolo. Risposta: potrebbe avere ancora dei parassiti nell’intestino, vi consiglio di fare nuovamente il controllo. Purtroppo non era quella la causa della sua eccessiva magrezza, in quanto nei giorni successivi Triny iniziò a vomitare tutto quello che ingeriva compresi i liquidi.
Infine la tragica diagnosi: MEGAESOFAGO.
Per noi da quell’istante inizia una ricerca con l’aiuto del nostro veterinario a Udine (dott. Fogli e dott.ssa Rossi) per trovare una soluzione chirurgica affinché la nostra Trinity potesse vivere. Dopo varie peripezie siamo finiti alla clinica San Marco a Padova… dopo un’accurata visita la diagnosi del veterinario della clinica fu: purtroppo non c’è nulla da fare. Esiste un medico che opera ma in fase del tutto sperimentale e solo dopo un anno in quanto secondo le sue teorie a queste patologie normalmente nell’anno successivo se ne manifestano delle altre. Inutile raccontarti la nostra disperazione/delusione/impotenza.
Il loro consiglio fu di sopprimerla onde evitarle una vita di sofferenza. Il viaggio di rientro a casa fu terribile in quanto non avevamo idea del problema……né tantomeno di cosa ci aspettasse nel caso non avessimo accettato il consiglio datoci…
Sono passati due anni e la nostra Trinity è viva, sempre allegra e anche un po’ rompi… ma bellissima. Non vomita quasi mai, solo a volte succede perché ingorda.
Come è successo il miracolo? Istinto di sopravvivenza.
Lei ha imparato a mangiare in piedi, la sua ciotola è posizionata su uno sgabello ad un altezza tale da facilitare il tragitto del cibo fino allo stomaco per effetto gravitazionale. Tutto ciò ha portato anche dei piccoli problemucci a noi. Lei crede di essere un’umana e vorrebbe fare tutto ciò che facciamo noi, compreso mangiare a tavola con noi… ma abbiamo superato anche questi piccoli inconvenienti. L’amore vince sempre.
Un abbraccio a tutti
Trinity, Fabiano, Antonia
Ps. Un consiglio per tutti… mai fidarsi delle sensazioni altrui, le risposte
sono tutte dentro di noi….
Cari amici, questa volta, proprio, non ho nulla da aggiungere alla vostra bellissima lettera.
Voglio solo ringraziarvi per la vostra testimonianza che, insieme alla mia, è importante per dare coraggio e speranza a tutti quelli che, di fronte a una patologia come questa e alle previsioni catastrofiche di molti, cadono nella disperazione.
Il mio Joy ha fatto una vita sana e felice (ora non c’è più, non a causa del megaesofago ma della malvagità di qualcuno, che comunque sta senz’altro pagando per la propria cattiveria, perché chi fa certe cose non può vivere bene: la propria malvagità è la dannazione più grande e atroce, per certa gente) e, così come la vostra Trinity, ha dimostrato a tutti che col megaesofago si può convivere felicemente.
Oltre alle cure, ci vuole l’amore. Sono le ricette vincenti.
Un caro saluto e una grande, grandissima coccola a Trinity
Diana
P.S. Un chiarimento: come ho già spiegato altre volte, “mangiare in piedi” non significa che debbano mangiare sulle due zampe. Basta che la ciotola sia all’altezza del petto, in modo che il cane non debba chinarsi per mangiare, pur stando comodo sulle 4 zampe.