Ormai è chiaro: si è trattato di un colpo di stato
A dire «L’avevo detto… avevo ragione» si rischia di risultare antipatici, però stavolta non posso non autocitarmi e dire che già il 16 novembre del 2011, all’indomani della cacciata di Berlusconi dal governo (legittimamente conquistato col consenso popolare, non con l’imposizione dall’alto) e la sua sostituzione con Beccamonti, pardon Mario Monti, avevo parlato chiaro e tondo di colpo di stato. E avvertivo sul fatto che, nonostante molti pecoroni esultassero e addirittura stappassero lo champagne per festeggiare, c’era poco da stare allegri. Scrivevo, allora: “ci troviamo davanti a un vero e proprio colpo di stato. Un colpo di stato perpetrato non, come molti credono, ai danni dell’ex presidente del consiglio, ma ai danni di tutti noi Italiani, noi poveracci che tiriamo la carretta per foraggiare i potenti veri, che nulla hanno da spartire con Berlusconi, uno che proprio perché fuori dal giro dei potenti è stato odiato, preso di mira e poi silurato. Il siluro che ha centrato in pieno Berlusconi è il tanto osannato Supermario, il Mario Monti ora assurto alla gloria grazie a una ben orchestrata campagna pubblicitaria di cui sono servili complici i giornalisti, sempre proni e pronti a svendersi al maggior offerente.” Se volete leggere il seguito, vi rimando alla pagina (cliccate sul titolo per aprirla e leggerla interamente): Berlusconi se ne va: c’è poco da stare allegri Perché torno sull’argomento? Perché finalmente, anche se io (che non sono nessuno) e tanti (che in politica contano) sapevamo che cos’era successo, la verità, rimasta nascosta per anni, è venuta a galla. Il caso è scoppiato ieri, con le anticipazioni del nuovo libro di Alan Friedman che uscirà domani, che fa luce su un capitolo buio della storia più recente della nostra repubblica collegato alla delegittimazione del governo Berlusconi. Dal libro emerge chiaramente che Napolitano, Monti, Passera, e anche De Benedetti, Prodi e Bazoli (tutta gente che vive in un altro mondo rispetto a noi e che non sa che cosa significhi faticare per guadagnare), tutti insieme appassionatamente hanno teso un bel trappolone al precedente governo Berlusconi, un trappolone preparato per mesi fino al colpo di scena, anzi di stato del novembre 2011: quando, dopo aver nominato arbitrariamente Monti senatore a vita (non si sa per quali meriti), Napolitano diede un calcio nel didietro a Berlusconi appioppandoci un bel governo Monti… un governo di tecnici… o per meglio dire di banchieri e comunque amici o servi delle banche. Tutto è venuto fuori in modo lampante a Piazzapulita, la trasmissione de La7 che non è di certo proberlusconi, dalla quale è emerso il disegno eversivo (da cui si evince che l’eversione non si fa solo con le bombe, ma anche con la finanza, i titoli di stato e soldi… tanti soldi) di cui tutti noi italiani siamo stati e siamo tuttora vittime. Un presidente che, travalicando i suoi poteri di puro e semplice garante della costituzione, traffica di nascosto, trama nel buio ordendo trame con privati cittadini (comunque collegati pesantemente ai poteri bancari) per destituire un governo legittimo e legittimato dal voto popolare… un presidente che ancora una volta in questi giorni ci è ricascato (il lupo perde il pelo…) e vuole imporre Renzi (di nuovo un non eletto dai cittadini!) a capo del Consiglio… un presidente così, come lo chiameremmo? Come lo chiameremmo, se non fosse un nonnino di quasi novant’anni, ammantato di un aplomb molto british tale da far dimenticare le sue origini filostaliniste? Lo chiameremmo eversore? Golpista? Traditore della patria? Tiranno? Non so se avete visto ieri, a Piazzapulita, quando Peter Gomez (giornalista del Fatto quotidiano, giornale che non è di certo di destra), ha ricordato i trascorsi filosovietici di Napolitano, che plaudì all’invasione dell’Ungheria da parte della Russia. Sì, lui, proprio lui che all’indomani dell’invasione dei carri armati sovietici a Budapest disse: “in Ungheria l’Urss porta la pace.” In sala c’era una giovane deputata del PD che faceva tanto d’occhi, e scuoteva la testa come se Gomez stesse vaneggiando. E invece lui diceva la verità, quella che tutti sanno. Ma lei, giovincella assurta da poco alla politica, non sa, semplicemente perché non conosce la storia e il passato di quel signore che, ob torto collo, ci ritroviamo presidente da anni. Troppi anni. È ora di mandarlo a casa, lui e tutti i truffatori della democrazia che hanno depredato il popolo italiano della propria legittima volontà di decidere da chi farsi governare. La scelta di Monti si è rivelata funesta. A causa di questa stessa scelta scellerata abbiamo avuto anni neri e altri se ne prospettano, perché lui e quegli altri predoni incapaci hanno pensato solo ad arricchire sé stessi e gli amici e compari di banca (avete letto bene: non compagni di banco, ma compari di banca). Ma ora più nessuno potrà dire che non si è trattato di un golpe alle spalle di noi italiani. Da sempre sostengo che il mondo è in mano a quattro grosse potenze: le banche, le società petrolifere, le case automobilistiche, le aziende farmaceutiche. Sono queste quattro potenze che governano il mondo, decidendo dei nostri destini, dei nostri soldi, e persino… della nostra salute. È disgustoso, ma è vero. Ben ha detto, ieri sera a Piazzapulta, l’onorevole Daniela Santanché chiedendosi come si possa passare sopra al fatto che Napolitano ha coinvolto un privato cittadino (Monti) rivelandogli i suoi disegni, facendo sì che questi andasse dritto a spifferare tutto al suo amico De Benedetti (uomo della finanza e proprietario di uno dei quotidiani più diffusi) e innescando una serie di reazioni a catena: dalla delegittimazione del governo Berlusconi, alla sfiducia degli italiani, dal ribaltamento degli assetti finanziari a sfavore di un popolo e a favore di un’oligarchia, alla campagna denigratoria nei confronti di Berlusconi, uomo e politico. Come scrive oggi il direttore de Il Giornale Sallusti nel suo editoriale, a proposito di Monti: “Il signore in questione corse a St. Moritz a spifferare tutto al suo amico Carlo De Benedetti, finanziere, tessera numero uno del Pd ed editore di Repubblica. Che uso ha fatto De Benedetti di quell’informazione? Ne ha tratto vantaggi economici personali in Borsa? L’ha condivisa coi vertici del Pd favorendo il suo partito di riferimento a scapito dell’ignaro Pdl? L’ha passata al direttore del suo giornale alterando il mercato editoriale e forzando l’umore dell’opinione pubblica?” Probabilmente la risposta è sì a tutte le domande snocciolate da Sallusti. La storia dell’Italia è stata riscritta da un manipolo di manigoldi, di eversori in doppiopetto, dall’aria rispettabile e le arie da gran signori ma dalle mire di un qualsiasi lestofante che, pur di fare i propri interessi, non guarda in faccia nessuno. Come dice Grillo: “Arrendetevi!” Diana Lanciotti N.B. Questo è uno dei 160 articoli contenuti nel nuovo libro Antivirus. Emergere dall’emergenza di Diana Lanciotti – Paco Editore.
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