Scuse e ringraziamenti dalla Sardegna
Cara Diana voglio chiederti scusa a nome del popolo sardo. Scusa e grazie. Scusa per il modo come sei stata trattata da quel signore (geometra? E come ha potuto conseguire un qualsiasi titolo di studio un incivile di tal fatta?) e grazie per quello che ho letto scritto da te sulla Sardegna. Ho letto i tuoi romanzi che parlano anche della mia terra e tutto quello che scrivi sulla nostra isola meravigliosa che finalmente anche altri scrittori si stanno accorgendo che esiste e non è solo mare. Il popolo sardo, anche se come ti ha scritto Fabiana alcuni soggetti sono arretrati e a mio parere la disonorano, ha desiderio di nuovo. Mio padre faceva il manovale e ha fatto studiare me e i miei tre fratelli maschi. Due sono laureati, io laureanda, il piccolo frequenta ragioneria. Se non ci fosse stato il turismo e la necessità di costruire case e alberghi per “i continentali” mio padre non so di cos’avrebbe vissuto e come avrebbe potuto mettere su famiglia e farci vivere con decoro. Vorrei scriverti tante cose e spero un giorno di poterti incontrare nella mia terra per stringerti la mano e poterti ringraziare. Ciao Giovanna Cara Giovanna, non c’è nessun bisogno di scusarsi. L’inciviltà di quel “signore” non appartiene ai sardi, ma è comune a tutti i prepotenti di ogni parte del mondo. Persone aduse a compiere soprusi e abusi nella convinzione che nessuno “osi” contrastarli, che nessuno “alzi la cresta”, che nessuno abbia il coraggio di fermarli. In vita mia non ho mai, e lo dico con totale fierezza, calpestato i diritti di qualcuno. E credo di poter pretendere che nessuno calpesti i miei. Invece certi prepotenti usano la violenza (fisica o anche solo verbale) nella speranza di incutere paura, ed è un gioco che si gioca purtroppo in tutto il mondo. Così come la scorrettezza, a volte ammantata di melliflua ipocrisia, che è un tipo di prepotenza a volte ancora più subdola perché non riconoscibile. Non siete voi sardi a dovermi chiedere scusa, ma sono tutti i prepotenti del mondo a doverlo fare nei confronti delle persone calpestate, offese, schiacciate, umiliate. Che invito a non lasciarsi sopraffare, ma a far valere i propri diritti e la propria ragione senza paura, senza dubbi. I ringraziamenti, invece, li accetto volentieri. Se ci incontreremo sarò felice di stringerti la mano. Quanto mi dici della tua famiglia dimostra la determinazione di un popolo che ha saputo conquistare i suoi obiettivi con onestà, impegno, sacrificio, onore. Valori che appartengono alla maggioranza dei sardi e che solo pochi preferiscono calpestare. Qui, come nel resto del mondo. Un caro saluto Diana
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