Report riunione in Comune sulla situazione cinghiali a Costa Paradiso
Di seguito pubblico il report sull’incontro tenutosi ieri nel Comune di Trinità in relazione all’ “emergenza cinghiali” a Costa Paradiso. Il report è stato indirizzato al CdA, non invitato e non presente alla riunione.
Gentili signori, in attesa del verbale ufficiale che ci verrà trasmesso nei prossimi giorni, vi inoltro il mio report dell’incontro di ieri che, con grande sollievo di tutti, potremmo intitolare: LA NON-EMERGENZA CINGHIALI IN COSTA PARADISO.
Erano presenti:
– dottoressa Brigaglia, Commissario superiore del Servizio territoriale dell’Ispettorato ripartimentale di Tempio Pausania, accompagnata da due Guardie Forestali
– dottor Agostino Columbano, Servizio Faunistico per la provincia di Olbia-Tempio
– 2 rappresentanti dei cacciatori
– il sindaco Giampiero Carta
– l’assessore Vitiello
– il geometra Giovanni Serra, Comunità di CP.
Infine eravamo presenti mio marito (arch. Gianni Errico) e io, in quanto fondatori e responsabili del Fondo Amici di Paco, associazione nazionale per la tutela degli animali-O.N.L.U.S., oltre che residenti a Costa Paradiso.L’incontro, com’è noto, nasceva dalla richiesta del Prefetto di affrontare “l’emergenza cinghiali” a Costa Paradiso, in seguito alla segnalazione fatta da un proprietario circa un’aggressione subita dal suo cane da parte di un cinghiale. Nei giorni scorsi alcuni cacciatori avevano dichiarato che la battuta di caccia era inevitabile.
Il sindaco ha introdotto l’argomento, parlando di un problema al quale si sta interessando da anni, di un aumento eccessivo di cinghiali da lui constatato vivendo a Costa Paradiso in estate e della necessità di «estirpare» definitivamente i cinghiali da Costa Paradiso, proponendo come immediata soluzione una battuta di caccia all’interno del territorio di Costa Paradiso.
Il dottor Columbano, dopo aver sottolineato l’inadeguatezza di un termine come “estirpare”, ha sottolineato la necessità di «sfatare la leggenda secondo la quale il cinghiale è un pericolo per l’incolumità delle persone», in quanto il cinghiale diventa pericoloso solo se attaccato o ferito, in situazioni perciò principalmente legate all’attività venatoria.
Inoltre ha fatto notare che l’unica segnalazione di aggressioni, ripetuta in due anni con le stesse modalità, è quella giunta dal suddetto proprietario. Si tratta di segnalazioni ritenute non sufficientemente circostanziate e sovrapponibili, nello svolgimento, l’una all’altra.
Riguardo alle lamentele dei proprietari circa i danni ai giardini, il dottor Columbano ha fatto notare quanto sia poco sostenibile la presenza di giardini e prati verdi in un ambiente naturale, dove flora e fauna autoctone (cinghiali compresi) sono fattori ineludibili.
In proposito lui e uno dei cacciatori presenti hanno fatto notare che per devastare un prato bastano pochi cinghiali, e che spesso sono sempre gli stessi che si spostano da un lotto all’altro, facendo pensare a un’invasione. Il fatto che i danni siano tanti ed estesi non significa che la presenza dei cinghiali sia in aumento, ma solo che si spostano in continuazione da una zona all’altra in cerca di cibo.
Inoltre hanno spiegato che quasi tre anni di siccità protratta, con conseguente scarsità di risorse vitali, hanno indotto una diminuzione della presenza di cinghiali, limitandone la spinta a riprodursi.
Di seguito, il dottor Columbano ha tenuto una relazione in cui, rifacendosi al documento che già vi avevo segnalato in una precedente email (http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_82_20151118100609.pdf), cioè il Piano di Controllo e Gestione del Cinghiale redatto nel 2015, osserva che l’argomento era già stato affrontato, e i Comuni avrebbero dovuto attenersi alle indicazioni inserite nel documento.
Infine ha evidenziato che la particolare morfologia del territorio e la presenza di abitazioni rendono impossibile effettuare battute di caccia all’interno del territorio. Che in ogni caso, visti i punti sopra esposti, ritiene ingiustificate.Il successivo intervento della dottoressa Brigaglia ha confermato quanto espresso dal dottor Columbano, in particolare circa la non pericolosità dei cinghiali, e sottolineato la necessità che si dia seguito alle indicazioni, finora disattese dai Comuni, contenute nel Piano di controllo già citato, anticipando che si procederà a una verifica delle iniziative finora intraprese.
Dopo aver ringraziato il dottor Columbano per l’interessante e dirimente relazione e aver fatto chiarezza su quelle che sono finora semplici “sensazioni” di chi avverte un aumento della presenza di cinghiali e ne teme la pericolosità, gli ho chiesto se è possibile procedere a un censimento e quali misure si possano attuare per impedire che, a causa di chi somministra cibo ai cinghiali, questi perdano le loro istintive abitudini e assedino le case in una continua richiesta di cibo. Ho anche evidenziato che, vivendo qua tutto l’anno, ho da tempo imparato che basta battere le mani, o usare altri metodi dissuasivi (non violenti!) perché il cinghiale se la dia a gambe.
Il dottor Columbano ci ha informati che dal 2015 l’articolo 7 della Legge di stabilità prevede disposizioni preventive, allo scopo di contenere la diffusione dei cinghiali nelle aree protette e vulnerabili. Il Decreto Legge introduce il reato di foraggiamento di cinghiali, prevedendo pene come l’arresto da 2 a 6 mesi o l’ammenda da 516 a 2.065 euro. Oltre che per i cacciatori, la legge prevede le stesse sanzioni per chiunque fornisca cibo ai cinghiali che si avvicinano al territorio urbano.
In proposito vi segnalo questo articolo comparso su Il Gazzettino:
https://www.ilgazzettino.it/nordest/trieste/trieste_cinghiali_arresto_reato-1527404.htmlLa discussione si è perciò portata su questo aspetto e sulla necessità (confortata anche dalla legge) di effettuare una campagna di comunicazione (con appositi cartelli in entrata e sul territorio, tramite sito, newsletter e volantini da consegnare a proprietari e turisti) che informi circa i divieti sanciti dalla legge e circa la necessità di non interferire con l’habitat e le abitudini della fauna locale.
La problematica, a Costa Paradiso, sarebbe accentuata dal cibo lasciato a disposizione dei gatti vicino alle abitazioni, da cui i cinghiali vengono attratti.In un suo successivo intervento, mio marito ha sottolineato che, trovandoci in zona SIC (Sito di Interesse Comunitario), le stesse attenzioni dovrebbero essere dedicate anche alla flora, facendo informazione sui divieti di introdurre specie non autoctone.
Infine, in rappresentanza dei cacciatori è intervenuto il signor Carta, residente a Lu Colbu, che ha espresso la sua contrarietà a effettuare battute di caccia all’interno di Costa Paradiso (ritenendole oltretutto impraticabili) e ha confermato la non pericolosità dei cinghiali.
Come ci ha spiegato, i sopralluoghi effettuati in Costa Paradiso da lui e altri cacciatori incaricati hanno evidenziato una diminuzione di cinghiali negli ultimi anni e che in definitiva sono in gran parte sempre gli stessi gruppi a spostarsi di zona in zona, facendo credere che siano molti di più.In conclusione, le misure che verranno adottate sono:
– monitoraggio (anche con controllo dei dormitori) dei capi presenti
– aumentare la cultura sull’argomento, facendo informazione tramite cartellonistica ecc. sul divieto di foraggiare i cinghiali
– aumentare il controllo da parte delle autorità preposte
– formazione dei coadiutori (figure preposte al monitoraggio e altre azioni di controllo sul territorio) da parte della Provincia.Il recente spostamento dell’Oasi faunistica verso Tinnari è stato motivato con la necessità di contenere il numero dei cinghiali tramite battute di caccia a ridosso di Costa Paradiso, per impedire che invadano il nostro territorio.
Pur essendo visceralmente contraria alla caccia, prendo nota e riporto questa informazione come tale e come conferma del fatto che anche questa misura, come assicurano i cacciatori, ha provocato una diminuzione dei cinghiali all’interno della zona protetta di Costa Paradiso.Nei prossimi giorni il dottor Columbano ci invierà il verbale ufficiale della riunione da approvare, per poterlo rendere pubblico.
A fine riunione ho avuto modo di parlare in separata sede con le due Guardie Forestali presenti, che mi hanno ulteriormente rassicurata circa la non pericolosità dei cinghiali e sul fatto che, anche se la sensazione di qualcuno è di aumento, in realtà negli ultimi anni sono diminuiti.
Grazie per l’attenzione
Diana Lanciotti
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Presidente onorario
FONDO AMICI DI PACO
Associazione nazionale per la tutela degli animali
Organizzazione di Volontariato – O.N.L.U.S.
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diana.lanciotti@amicidipaco.it
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