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“Purtroppo” è Senegalese…

Come si stanno arrampicando sui vetri i politici e la stampa di una certa parte, quelli dell’accoglienza ipocrita (ne parlavo proprio ieri: https://www.dianalanciotti.it/caso-diciotti-la-sfilata-degli-ipocriti/), per far passare in secondo piano il fatto che l’autista che ieri ha cercato di fare arrosto 51 ragazzini e due professori sull’autobus di cui era alla guida è un Senegalese.
“Italiano di origini senegalesi”, lo definisce l’ANSA. Già, ma io, se divento cittadina di un altro stato, continuo a essere Italiana… Se mi trasferisco in Francia e divento cittadina francese continuo a essere italiana, con cittadinanza francese. Mica Francese di origini italiane.


No, questo invece “fu” Senegalese, ma è un fatto secondario, non va detto. Perché non è bello, non è politicamente corretto ricordare che un aspirante assassino, uno stragista mancato (“mancato” solo grazie alla prontezza di due studenti e all’intervento dei Carabinieri) è un extracomunitario, diventato cittadino italiano per aver sposato anni fa un’Italiana. Dalla quale ha avuto due figli, che chissà ora come saranno felici di avere un papà che è salito agli “onori” della cronaca per aver cercato di ammazzare dei ragazzi delle medie.
Il loro papà era, come si suol dire, “già noto alle Forze dell’Ordine” per guida in stato di ebbrezza (patente sospesa e poi riavuta) e per una condanna per molestie sessuali verso una minorenne, per la quale è stato condannato a un anno, con pena sospesa. E perché sospesa? Forse perché, poverino, le sue “origini senegalesi” costituiscono un’attenuante?
Perché insomma, poverini, vengono in casa nostra e noi non gli vogliamo neanche permettere di guidare ubriachi o di molestare le minorenni? Ma che concetto dell’ospitalità abbiamo, insomma?

Oggi tutti si affannano a dire che è l’atto di un isolato, non è terrorismo… ma cambia qualcosa? Se quei ragazzi non si salvavano, ci andavate voi dai loro genitori a spiegare la differenza tra essere massacrati da un “delinquente comune” o da un “terrorista”?
Ora quei ragazzi resteranno per sempre segnati dalla più brutta avventura della loro vita, ma nessuno lo sottolinea. Strano, perché di solito i minori sono la categoria più tutelata. Ma forse stiamo scoprendo che ce n’è un’altra, ancora più tutelata: quella degli “italiani di origini senegalesi”…
Se tra quei ragazzi che hanno rischiato di essere arrostiti ci fosse stato un figlio loro, questi ipocriti dell’accoglienza ora starebbero così attenti a dosare le parole e a non offendere chi viene in casa nostra e non accetta le regole del vivere civile? E in un bel giorno di primavera decide che 51 giovani vite non vedranno altre primavere.
È andata bene. Ma poteva andare molto male.

Diana Lanciotti

N.B. Questo è uno dei 160 articoli contenuti nel nuovo libro Antivirus. Emergere dall’emergenza di Diana Lanciotti – Paco Editore.

2 commenti

  • Paola

    Forse non molti ne hanno parlato ma in questi giorni a Torino si è concluso il processo che riguardava l’uccisione di un uomo di 51 anni, italiano, padre di famiglia in un mercatino di Torino. Ucciso, senza alcuna motivazione, da una delle tante “risorse” presenti nella città. La sentenza è di 12 anni di carcere con attenuanti e risarcimento alla famiglia ( 150.000 euro ad ognuno dei familiari). La “risorsa” è nulla tenente e verrà affidato ad una comunità per il recupero. Povera giustizia italiana e poveri italiani…..
    Paola

    • Diana Lanciotti

      Cara Paola, sentir parlare di attenuanti quando un uomo ne ammazza un altro mi fa venire la pelle d’oca. Così quando si fanno i distinguo sul fatto che uno sia matto o sano di mente quando uccide. Come può essere sano di mente colui che ammazza? Eppure l’insanità è considerata un’attenuante. Mah…

      Un caro saluto

      Diana

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