PITBULL AGGREDISCE YORKSHIRE E VIENE UCCISO DA UN VIGILE. LE RIFLESSIONI DI DIANA LANCIOTTI
Oggi è stata diffusa la notizia dell’uccisione di un Pitbull che vagava per le strade di Montesilvano e ha aggredito uno Yorkshire. Nell’incapacità di bloccarlo, un vigile gli ha sparato, uccidendolo.
La proprietaria è stata rintracciata e sanzionata per “omessa custodia e mal governo di animali” ai sensi dell’art. 672 del Codice penale.
Ho letto dapprima la notizia sull’ANSA, dove le notizie vengono date in maniera piuttosto asettica e poi, per farmi un’idea e poterla commentare come mi è stato richiesto, ho fatto un giro su internet, dove è stata declinata in modo talmente variegato che farsi un’idea dell’accaduto non è facile.
Qualcuno parla di “Attimi di puro terrore vissuti dai passanti“ e di “feroce esemplare vagante che ha azzannato sul dorso ferendolo in maniera grave” il cagnolino e che “nel tentativo di liberarlo dalla presa” il proprietario dello Yorkshire “si è divincolato in qualche maniera cadendo a terra e rischiando di essere morso dalla furia del pitbull”. Ma per fortuna non è stato morso…
Qualcuno invece mette in risalto la bontà del Pitbull, e la padrona ha postato su facebook una foto del cane abbracciato da una bambina, descrivendolo come un animale buono e coccolone. Gli amici esprimono il loro cordoglio, descrivendo il cane come un bonaccione a cui non si poteva non voler bene.
Qualcuno dice che lo Yorkshire è stato ferito gravemente, altri che non ha subito nemmeno un graffio. Alcuni scrivono che il Pitbull ha ferito “in modo non grave” due passanti, altri che non ha ferito nessuno, e però ha fatto cadere per terra il proprietario del cagnolino.
Insomma, tanto per cambiare se cerchiamo una notizia vera, difficile trovarla sul web.
Al di là della carnevalata (visto il periodo…) di notizie in piena libertà e assoluta contraddizione, arriva la prevedibile levata di scudi delle associazioni animaliste che si precipitano a far intervenire i propri legali preannunciando di voler chiarire la vicenda “nelle sedi opportune, sporgendo denuncia affinché il PM possa determinare se l’agente di Polizia Municipale abbia abusato dell’arma a sua disposizione e abbia in questo modo provocato la morte dell’animale ‘senza necessità’, contravvenendo all’art. 544-bis del Codice Penale.”
Ma fermarsi un attimo a riflettere e mettersi a guardare la situazione con calma, serenità, e senza voler mettere in croce nessuno?
Ovviamente non conosco il vigile che ha ucciso il cane, ma immagino che non sia un pistolero dal grilletto facile. E, ancora, posso immaginare che lui per primo sia dispiaciuto per quanto è accaduto. Poi mi metto nei panni della padrona e ne sento e condivido la disperazione. E poi mi metto anche nei panni di quei passanti allarmati alla vista di un Pitbull (che per tanto che fosse il classico pezzo di pane è pur sempre un Pitbull) e penso che se si vuole insistere ad allevare razze di cui non si sente così forte la necessità bisognerebbe fare in modo che finissero in mani sicure, di persone capaci di gestirle.
Posso anche credere che in casa il povero Pitbull fosse un tesoro di cane, ma perché lasciarlo uscire da solo in una via affollata? Non è quel comportamento così leggero e incosciente, che ha creato tutta una serie di reazioni a catena, a dover essere sanzionato, invece di dargli subito addosso al poliziotto cattivo?
Se fossimo stati nei suoi panni, con la responsabilità di tutelare l’incolumità dei cittadini e non riuscendo a risolvere in altro modo la situazione, come avremmo reagito?
Ha esagerato, forse. Magari ha messo in pericolo anche i passanti, sparando? A stabilirlo saranno le indagini che sicuramente verranno avviate.
Ma che siano gli animalisti a mettersi in prima linea a far partire la denuncia non mi piace davvero. Si finisce per dare benzina alla solita polemica sul fatto che gli animalisti si preoccuperebbero più degli animali che delle persone (a volte purtroppo è vero), e si preferisce ignorare che chi ci difende (Polizia, Carabinieri, Vigili Urbani) a volte si trova a dover gestire situazioni, a prendere decisioni e fare delle scelte che non possono essere per niente salomoniche. Anche perché siamo noi stessi cittadini che a volte li mettiamo in condizione di dover prendere quelle decisioni, che poi magari a un’analisi più serena loro stessi giudicherebbero sbagliate.
Non dobbiamo sempre addossare agli altri le nostre mancanze, i nostri errori. La colpa, qua, è solo di chi non ha tutelato l’incolumità altrui lasciando girare un cane, e non ha tutelato di conseguenza nemmeno il proprio cane, che è l’unico che ne esce senza colpe. Si sa: i cani non hanno colpe. Siamo noi umani ad averle, sempre, e a indurli in errore.
Insomma, a guardarla da ogni angolazione, la faccenda presenta contorni troppo sfumati, troppo liquidi, per poterla giudicare.
Non posso non mettermi nei panni di quel vigile che se avesse potuto non avrebbe di certo sparato, così come non posso non essere triste per il povero Pitbull. Forse vittima di una gestione troppo disinvolta da parte di chi l’ha voluto, ma non l’ha saputo tutelare.
E allora, davanti a una tragedia di questo tipo, non sarebbe meglio fare un passo indietro e, invece di far partire denunce, preoccuparsi di fare informazione ed educazione cinofila, insegnando ad esempio che non tutti i cani vanno bene per tutti? E che certi cani hanno bisogno di una gestione oculata da parte di persone informate e consapevoli? E istruire gli addetti all’ordine pubblico ad affrontare certe emergenze con la dovuta competenza, evitando di ricorrere a soluzioni tanto estreme?
Forse eviteremmo, ora, di essere qua a dover decidere da che parte stare.
Diana Lanciotti
Presidente onorario
Fondo Amici di Paco
Associazione nazionale per la tutela degli animali
P.S. Ho saputo dopo aver scritto questo post che il vigile avrebbe cercato di bloccare il cane spruzzandogli sul muso uno spray urticante… Ma allora il problema è anche nella mancanza di preparazione e di attrezzature idonee ad affrontare certe situazioni. Voglio approfondire l’argomento e promuovere dei corsi di educazione cinofila per le Forze dell’Ordine. Tornerò senz’altro sull’argomento.
Diana Lanciotti, pubblicitaria, giornalista e fondatrice del Fondo Amici di Paco, è nota per i suoi libri sugli animali. Per chi ama i gatti: “C’è sempre un gatto-Dodici (g)atti unici con finale a sorpresa” e “La gatta che venne dal bosco”, storia piena di ironia, emozione e magia. Gli amanti dei cani la conoscono per la quadrilogia di Paco: “Paco, il Re della strada”, “Paco. Diario di un cane felice”, “In viaggio con Paco” e “Paco, il simpatico ragazzo”, bestseller che hanno per protagonista Paco, il trovatello testimonial del Fondo Amici di Paco. Grazie ai libri fotografici “I miei musi ispiratori”, “Occhi sbarrati” e “Mostri canini” si è fatta apprezzare anche come fotografa. In “Mamma storna” ha narrato la storia vera di un piccolo storno caduto dal nido. “Boris, professione angelo custode” è stato definito “la più toccante testimonianza d’amore per i cani”.
Unendo i temi a lei cari, amore, mare, animali, ha scritto “Black Swan-Cuori nella tempesta”, “White Shark-Il senso del mare”, “Red Devil-Rotte di collisione” e “Silver Moon-Lo stregone del mare”, romanzi d’amore e di mare con i quali ha inaugurato il filone del “romanticismo d’azione”. Con “La vendetta dei broccoli”, “giallo vegetariano” di grande successo, ha aperto un importante dibattito sulle scelte alimentari.
“L’esperta dei cani”, “I cani non hanno colpe” e “Ogni gatto è un’isola” sono dedicati al tema della comprensione dei nostri animali, argomento al quale si dedica dal 2008 nella rubrica “Parliamone insieme” sulla rivista Amici di Paco.
Titolare dell’agenzia Errico & Lanciotti, che firma gratuitamente tutta la comunicazione del Fondo Amici di Paco, è direttore responsabile della rivista Amici di Paco e direttore editoriale di Paco Editore. Vive in Sardegna e sul lago di Garda con il marito, tre gatti e tre cani. Il suo sito è www.dianalanciotti.it.
Il Fondo Amici di Paco, fondato nel 1997 da Diana Lanciotti con il marito Gianni Errico in seguito all’adozione di Paco al canile, ha portato all’attenzione di istituzioni, media e cittadini le problematiche dei cani e dei gatti abbandonati rendendo noto il fenomeno del randagismo, un tempo ignorato.
Grazie a numerose campagne di sensibilizzazione (come quella di Natale: “Non siamo giocattoli, non regalarci a Natale”, o quella estiva: “Non abbandonare il tuo cane. Lui non ti abbandonerebbe mai”, o quella di Pasqua “Buona Pasqua anche a loro”, tutte realizzate gratuitamente dall’agenzia Errico & Lanciotti), ha saputo aprire la strada a una nuova coscienza nei riguardi degli animali e favorito la nascita di molte altre associazioni impegnate a difenderli. Tanto che occuparsi di animali abbandonati è oggi diventato un impegno diffuso e riconosciuto da tanti.
In nome e nel ricordo di Paco, scomparso nel 2006, il Fondo Amici di Paco prosegue le sue attività sia nella direzione della sensibilizzazione che degli aiuti concreti ai rifugi che accolgono i cani e i gatti abbandonati. Non avendo spese di gestione (di cui si fanno carico i due fondatori), l’associazione può devolvere l’intero ricavato delle somme raccolte grazie alla generosità dei suoi sostenitori che da tutta Italia appoggiano le iniziative a favore degli animali più bisognosi.
Per info:
Simona Rocchi
ufficio stampa
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FONDO AMICI DI PACO
Associazione nazionale per la tutela degli animali
Organizzazione di Volontariato – O.N.L.U.S.
Tel. +39 030 9900732 Fax +39 030 5109170
paco@amicidipaco.it
www.amicidipaco.it
Devolvi il 5×1000 al Fondo Amici di Paco per aiutare tanti animali in difficoltà.
Il codice fiscale da indicare è: 01941540989.
Per informazioni: www.amicidipaco.it
Aiutaci ad aiutarli.
Grazie per la tua solidarietà.
8 commenti
Rossana C.
Infatti, pienamente d’accordo, come su FB la gente facile del “click” che il più delle volte mette mi piace e condivide senza leggere, soffermarsi e ragionare.
Buona serata
Rossana C.
Diana Lanciotti
Purtroppo la fretta di commentare e fare denunce non aiuta di certo a dare la giusta dimensione ai problemi e inasprisce gli animi.
U caro saluto
Diana
Ornella M.
Come sempre sai essere riflessiva e pacata e a mio avviso hai centrato perfettamente il problema .
Grazie delle tue riflessioni
Un abbraccio
Ornella M.
Alda
Grazie Diana, ho letto con grande piacere il Suo articolo.
Lei è sempre saggia.
Un abbraccio
Alda
Luana
Per carità, articolo ineccepibile ma penso che un malfunzionamento di un cancello, per esempio, può capitare a tutti, non è detto che si tratti di incuria del proprietario. Detto ciò, come dice lei, qui sul web è difficile appurare la verità ma immedesimandomi con la signora alla quale hanno UCCISO senza motivo il cane, non posso che essere addolorata e molto triste per i cattivissimi commenti che ho letto.
Diana Lanciotti
Gentilissima Luana, purtroppo pare che il cane abbia scavalcato la recinzione… ma anche qua le informazioni sono discordanti. Certo che può capitare che un cane scappi, ma la sostanza non cambia: il vigile come poteva discriminare tra fuga involontaria o no? Lui ha dovuto, magari sbagliando ed eccedendo, prendere una decisione.
L’unica vittima è il cane, ma trovo intempestivo e inopportuno partire con una denuncia contro una persona che si è trovata a dover fronteggiare una situazione che non avrebbe dovuto capitare.
Proprio stamattina ho parlato con un paio di veterinari, che hanno ammesso che la nomea di cane feroce affibbiata indiscriminatamete a tutti i pitbull è dovuta a chi ne fa un’arma o un motivo di rivalsa personale. A rimetterci sono tutti gli altri cani, anche di altre razze, se si ricorda la famosa lista delle “razze potenzialmente pericolose”.
Non possiamo negare che il pitbull nasce come “razza” per combattere, e nella sua indole c’è questo istinto. Al giorno d’oggi abbiamo bisogno di questi cani? Ben lotana dall’idea di… sopprimerli (qualcuno l’ha proposto, ma per carità!) mi chiedo se abbia senso ancora allevarli. Ma qui si apre una discussione molto articolata. Per quanto riguarda i commenti, l’web ha dato la stura a gente cattiva e frustrata. Purtroppo ho letto anche commenti di chi augura ai figli del vigile di fare la stessa fine del cane… Evviva gli animali.
Cordialmente
Diana Lanciotti
Isabella M.
Buongiorno , concordo al 100% sulla sua riflessione. Io sono assolutamente convinta che per CHIUNQUE volesse acquistare o adottare un cane di QUALUNQUE STAZZA ..quindi dal chihuahua in su…dovrebbe essere obbligatorio il PATENTINO ed anche obbligatoria L’ISCRIZIONE NELLO STATO DI FAMIGLIA DEL cane.
Di sicuro meno gente prenderebbe un cane -ed in questo caso sarebbe meglio – mentre gli altri lo considererebbero, e quindi tratterebbero, come un vero membro della famiglia.
Io ho 3 cani piccoli, vivo in un paesino dove lasciare andare in giro il cane è normale, siamo già stati aggrediti 2 volte da cani grossi -per fortuna senza conseguenze mortali – ma io davvero non ne posso più di essere sempre sul chi va là per la paura di incontrare cani incustoditi… ed i vigili ovviamente nn intervengono.
E comunque ci vanno sempre di mezzo i poveri cani che l’unica “colpa” che hanno è quella di aver incontrato compagni umani non adatti a loro.
Cordiali saluti
Isabella M.
Diana Lanciotti
Cara Isabella, probabilmente non è il caso del povero Pitbull di Montesilvano, che pare sia scappato di casa. Però, come dice lei, è troppo diffusa l’abitudine di lasciar vagare liberi i propri cani, per una forma di pigrizia (per non doverli portare a spasso), per trascuratezza o per un malinteso senso di libertà o per la convinzione che… tanto capiti sempre agli altri. Senza pensare che un cane libero e da solo costituisce un pericolo (anche se non è aggressivo può spaventare qualcuno e farlo cadere, o attraversare la strada e provocare un incidente), ma è a sua volta in pericolo. Piccolo o grande che sia.
Per quanto riguarda il patentino… se n’è parlato a lungo, senza mai concludere niente, a proposito delle razze che erano state comprese in quella famosa lista di “Razze potenzialmente pericolose”. Ma, salvo alcuni casi in cui vengono organizzati corsi per proprietari, mancano un’informazione e un controllo adeguati su questa punto contenuto nell’ordinanza ministeriale.
Se ne parlerà quando ci scapperà nuovamente il morto.
Un caro saluto
Diana