Perché non candidarsi col partito animalista?
Cara Diana, ho saputo che alle elezioni del 25 settembre si presenterà anche il Partito Animalista. Ho letto che in passato avevi rinunciato a candidarti, ma ora che ti vedo tanto attiva in politica non credi che lo dovresti non solo agli animali ma anche a tutti noi che ti stimiamo e sosteniamo da anni? Siamo in tanti… da te ci sentiremmo rappresentati. Pensaci.
Con stima e affetto
Bianca Perugini
Cara Bianca, ti ringrazio per l’invito, che mi sta arrivando da tanti sostenitori. Non è che io in passato abbia “rinunciato” a candidarmi ma, come scrivevo nel 2017 (v. https://www.dianalanciotti.it/un-partito-animalista/), non trovo la necessità di un partito monotematico e monocorde, che finirebbe per diventare anche… monotono. Non siamo fatti a compartimenti stagni, come rispondevo a coloro che si erano sorpresi per le mie sortite dal mondo animalista e per aver affrontato tematiche sociali e politiche. Cosa che in realtà ho sempre fatto e non ho mai cessato di fare.
Come ho risposto in una recente intervista in occasione dell’uscita del mio libro Libera mente:
io sono Diana Lanciotti, e non solo la fondatrice del Fondo Amici di Paco. Sono consulente di comunicazione e giornalista, quindi mi interesso di qualunque evento riguardi la vita degli esseri umani, non solo degli animali. Non possiamo ragionare a compartimenti stagni e se siamo su un argomento non occuparci di un altro. Occuparmi di animali da 25 anni non ha mai significato per me essere avulsa dalla realtà.
Credo che la politica debba occuparsi di tutto, non solo di animali o di problematiche comunque settoriali. Un partito che si occupi solo di animali, o di pensionati o di clima, finisce per ghettizzarsi da solo, per estromettersi dalla realtà relegandosi in un angolo dove continuerà a parlare solo a coloro che sono già sensibili a certe tematiche.
È un po’ lo stesso discorso di quando sono uscita con i miei romanzi di amore e mare, diversi dalle storie animaliste a cui i miei lettori erano abituati. Ho voluto cimentarmi in un genere letterario con cui poter avvicinare alla realtà del Fondo Amici di Paco tante persone che non leggerebbero libri sugli animali.
Da giovane ho fatto politica attiva, come ho spiegato in quest’intervista: a diciott’anni, uscita dal liceo, divenni reggente del circolo territoriale di Desenzano per il Fronte della Gioventù. Conobbi Gianfranco Fini, Riccardo De Corato e tanti altri che hanno fatto la carriera politica che conosciamo. Però durò poco perché, proprio grazie o a causa della mia indipendenza, non riuscivo ad accettare i troppi compromessi che altri accettavano pur di avere un ruolo: troppi opportunismi, troppe “pieghe” pur di esserci e diventare qualcuno. Forse, se fossi stata più malleabile e meno “dura e pura”, avrei fatto carriera e sarei un’esponente di qualche partito e magari anche in Parlamento. Ma per fare carriera in certi ambienti ci vuole il pelo sullo stomaco che a me manca totalmente. Non potrei mai accettare di rinunciare ai miei principi per scendere ai compromessi che bene o male in politica bisogna accettare.
In ogni caso chi mi conosce sa quanto non mi piaccia schierarmi da una parte o dall’altra, e quanto io rivendichi sempre il diritto alla neutralità intesa come obiettività e a mantenere la mente libera da condizionamenti. E poi farei veramente fatica a schierarmi con un partito, almeno quelli presenti ora nel panorama politico italiano.
Ecco perché dico e ho detto di no.
Ti confesso che non solo non saprei con chi schierarmi, ma non so ancora (per la prima volta in vita mia) per chi voterò. La politica ha mostrato negli ultimi anni il suo lato peggiore. Se qualcuno pensava che avessimo toccato il fondo, con tangentopoli e magistropoli, si illudeva. Ovunque ci si giri, ovunque si scavi, escono schifezze. So di fare un discorso qualunquista, ma è realistico. Purtroppo.
Ciò non toglie che, anche senza entrare in politica, io continui a dedicarmi a cause dove penso che il mio impegno possa essere costruttivo.
Un caro saluto
Diana