Orsù, corriamo a vaccinarci…
Da anni, e più passano gli anni e più me ne convinco, sostengo che il mondo è retto e controllato da quattro grandi entità: le aziende farmaceutiche, le società petrolifere, le case automobilistiche, le banche. Questi enormi poteri, o strapoteri, hanno nelle mani le sorti del mondo e tutti i settori secondari ruotano intorno a questi quattro “soli”, come tanti satelliti o pianetini che da essi traggono forza e linfa vitale: mi riferisco alla politica, all’industria, allo spettacolo, e, soprattutto, all’informazione, che forse più di tutti gli altri pianetini è manovrata da questo potentissimo e nefando quadrumvirato, del quale l’informazione il più delle volte non è che la pura e semplice emanazione.
E proprio in questo periodo l’informazione sta lavorando di grande impegno per dar spazio e voce a uno dei grandi diktat del’industria farmaceutica: “O ci si vaccina o si muore”. Ed ecco che, già dall’inizio di settembre (o forse era addirittura ancora agosto) dai telegiornali sono partiti, prima timidamente, e poi con tono sempre più perentorio, gli allarmi sulla prossima influenza invernale, che come sempre colpirà “soprattutto i soggetti a rischio, cioè bambini e anziani”, allarme al quale quest’anno, per la gioia (o la volontà?) dei signori delle case farmaceutiche, si aggiunge l’allarme per la pandemia dei polli…
Perciò ormai tutti i giorni, più volte al giorno, via tv o radio ci vengono somministrate in dosi sempre più massicce le raccomandazioni a vaccinarci… quest’anno più che mai, perché con il virus dei polli in arrivo bisogna che “tutti, e non solo i soggetti a rischio”, si vaccinino. Nessuno, a dir la verità, ci ha ancora illuminati sul perché dovremmo vaccinarci con un vaccino che nulla fa contro l’influenza aviaria, perciò il dubbio è che si tratti di una “cura che fa bene solo a chi la vende…”
Io nutro seri, anzi serissimi dubbi che queste campagne allarmistiche non siano in realtà manovrate da chi ha tutti gli interessi a spargere terrore a piene mani, ma a volte mi sembra di essere sola, se non matta, a sostenerere queste mie idee. Perciò, quando leggo il parere illuminato di una persona di certo ben più informata e preparata di me ho la speranza che la sua voce, più della mia, giunga a colpire tantissime orecchie e faccia, se non altro, sorgere qualche sano dubbio su certe “verità” che ci vengono propinate con tanta… sospettabile insistenza.
Ecco perciò che ho pensato di pubblicare un articolo apparso sulla Padania, a firma di Luigi De Marchi, professore di psicologia all’Università di Roma e autore di numerosi saggi di psicopolitica. Magari non tutto sarà condivisibile, ma di certo è un punto di vista molto interessante.
Buona lettura!
Diana Lanciotti
______________________
LA PADANIA (24/09/2005)
Polli, la farsa dell’epidemia
LUIGI DE MARCHI
La farsa della sanità e della medicina ufficiale è iniziata in questi giorni con uno spettacolo straordinario di grande successo, perché, come sempre, ha avuto un avvio melodrammatico e avrà un lieto fine garantito. E quest’anno ha anche un titolo di sicuro impatto comico “La peste dei polli per i polli”.
Capostipite di queste farse è la campagna per il vaccino antinflenzale orchestrata all’inizio d’ogni autunno, ormai da decenni, dalle nostre autorità sanitarie cosiddette competenti. In queste campagne l’esortazione a vaccinarsi è diffusa a tutta la popolazione, ma le pressioni sono particolarmente intense nei confronti delle persone anziane dai 65 anni in su. I risultati sono modesti da sempre, e anche quest’anno il vaccino antinfluenzale ha funzionato ben poco. Ma anche quest’anno, come sempre, le nostre provvide autorità sanitarie hanno concluso che… «bisognava vaccinarsi di più». Eppure, proprio in questi giorni, una prestigiosa rivista americana, Archives of Internal Medicine, ha pubblicato un’ampia ricerca i cui autori attestano di non aver potuto riscontrare la minima correlazione tra la maggiore copertura vaccinica degli anziani ed eventuali riduzioni della loro morbilità influenzale, in base ai dati disponibili per gli ultimi 24 anni (dicasi 24!).
E già l’anno scorso un altro studio canadese, condotto su 12.200 ospiti delle case di riposo per anziani, aveva rivelato che non solo non era riscontrabile nessuna differenza nei tassi di morbilità influenzale degli ospiti vaccinati e di quelli non vaccinati, ma che, viceversa, il tasso di morbilità influenzale del personale vaccinato era risultato del 50% più alto di quello del personale non vaccinato!
Ma da quest’annuale giochino di demagogia sanitaria, buono per vendere una dose, peraltro calante, di vaccini poco costosi, i cosiddetti esperti, debitamente foraggiati dalle industrie farmaceutiche, hanno deciso nei primi anni ’80 di passare al grande gioco, lanciando la storica campagna terroristica sull’Aids, prontamente battezzata “peste del 2000”. A nulla sono valsi gli appelli lanciati da me, dal famoso virologo Peter Duesberg e da pochi altri studiosi indipendenti contro l’infondatezza degli allarmismi diffusi dai media e dalle autorità sanitarie. Il Ministero della Sanità diramò un apposito comunicato in cui definiva “inopportune e pericolose” le informazioni rassicuranti diffuse nelle mie conferenze-stampa, e la campagna terroristica continuò incontrastata fino ad oggi, avvelenando la vita sessuale di milioni e milioni di giovani. Quanto fosse menzognero e irresponsabile quel terrorismo emerge da una semplice osservazione: se fossero stati diffusi i veri dati, dalle autorità e dai mass media, nel 1988 – 200 mila sieropositivi che raddoppiavano ogni dieci mesi ed avevano un’aspettativa di vita di 18 mesi – tutti gli italiani (sissignori, tutti, me e voi compresi) sarebbero morti di Aids già da vari anni. Naturalmente, i cosiddetti esperti ci hanno raccontato che la peste del 2000 è stata fermata dalle loro miracolose terapie e contromisure, tra cui brilla il vecchio preservativo, peraltro innominabile ed esecrabile per il Vaticano. Peccato però che si sia trattato spesso di terapie risultate poi letali e che la vendita dei preservativi, negli anni del miracolo, sia calata. Le ridicole vanterie in tema di Aids hanno svelato tuttavia il meccanismo del “grande gioco”, che si è poi ripetuto identico più volte: annunciare un’epidemia inesistente, ottenere giganteschi e immediati stanziamenti per debellarla e poi vantarsi di averla debellata.
Così, quando, nonostante i mille trucchi statistici con cui si moltiplicavano i casi di Aids, è stato chiaro che alla “peste del 2000” non credeva più nessuno, gli esperti strapagati, le industrie farmaceutiche e le autorità cosiddette responsabili hanno lanciato una nuova campagna terroristica, quella dell’epidemia della mucca pazza, destinata anch’essa a sterminare l’intera popolazione europea. In Italia, quella tremenda epidemia fece una sola vittima (peraltro anch’essa mai dimostrata) su 60 milioni di abitanti, ma per combatterla furono stanziati miliardi di euro, furono rovinati migliaia di allevatori e macellai e furono inutilmente massacrati milioni di animali. E, ancora una volta, mentre gli esperti strapagati e altri allevatori (spesso quelli di polli, oggi minacciati) si riempivano le tasche a dismisura, i politici loro amici potevano vantarsi coi telespettatori di aver fermato un’epidemia tanto tremenda quanto inesistente.
E quando il terrore della mucca pazza cominciò a sopirsi, oplà, ecco che si profilò prontamente una nuova terribile epidemia inesistente, l’antrace. Pur limitando i suoi danni all’uccisione d’una sola persona di 92 anni su 250 milioni di americani, il nuovo tremendo flagello assicurò entrate e benemerenze grandiose alla solita combriccola di esperti strapagati, di farmaceutici e di politici provvidi. Ma non era finita. Negli ultimi due anni i nostri eroi della virologia, dell’industria farmaceutica, della sanità pubblica e della politica sono riusciti ad appuntarsi sul petto altre due fulgide medaglie d’oro. La prima è stata conquistata per la vittoria contro una nuova epidemia inesistente ma terroristicamente annunciata e attestata, la micidiale polmonite-killer detta Sars. Per parte mia, quando cominciò la nuova gazzarra, denunciai la truffa, come avevo fatto anche per la mucca pazza e l’antrace, dicendo tra l’altro: «Che c’è dietro questo panico? Il nulla. Guardiamo alla Cina, gabbata come il Paese ad altissimo rischio. I media ci informano con voci e corrispondenze funeree che a tutt’oggi, dopo tre mesi di virulenza, la nuova peste avrebbe ucciso circa 130 persone. Embè ? Sanno questi terroristi del video, della rotativa e della siringa che in Cina vivono oltre 1.300 milioni di abitanti, che la volgare, annuale influenza uccide in Cina circa 200.000 persone ogni anno e che, quindi, se anche vivessimo in Cina, le probabilità di morire di Sars sarebbero per noi molto minori di quelle di vincere uno dei premi miliardari della Lotteria Italia ? Ma noi viviamo in Europa, ove il rischio è addirittura inesistente perché a tutt’oggi la cosiddetta polmonite-killer non ha ucciso una sola persona». Del resto, passati due mesi, nessuno parlava più di Sars. Ma intanto i soliti esperti, farmaceutici e politici erano riusciti a coprirsi di gloria e di dollari rifilando milioni di dosi di vaccino antinfluenzale alle masse sterminate dei gonzi. Ed eccoci infine all’attualità bruciante e drammatica: l’influenza aviaria o epidemia dei polli che incombe sui polli creduloni d’Europa e d’America. Il nostro ministro della Sanità è già riuscito a farsi molta pubblicità e ad assicurare profitti sontuosi ai nostri benemeriti farmaceutici ed esperti, prenotando 35 milioni di dosi di un vaccino inesistente per combattere un’epidemia inesistente. Già, sapete quante vittime ha colpito finora il nuovo flagello? Stando ai rapporti più allarmanti, una diecina su una popolazione asiatica di due o tre miliardi di abitanti. Certo, la politica ha spesso un lato grottesco, ma quella sanitaria è diventata da anni una farsa davvero incredibile e interminabile.
Luigi De Marchi
P.S. Luigi De Marchi, psicologo clinico e sociale, politologo, saggista e editorialista, è morto nel 2010. Tra l’altro ha scritto Il solista – Autobiografia di un italiano fuori dal coro. Ed è chiaro che si trattava di uno spirito libero, capace di indagare in cerca della verità, andando sotto la crosta dell’informazione di regime.
Repubblica ne ha fatto un ritratto in questo articolo:
https://www.repubblica.it/persone/2010/07/25/news/luigi_de_marchi-5825748/