Mamma storna e la caccia…
Buongiorno “Mamma storna”!
Volevo complimentarmi con te per le emozioni che mi hai fatto vivere con Oreste.
Ogni primavera quando i merli depositano le uova sui loro nidi (ne ho sparsi un po’ per casa e guai a chi li tocca) li tengo controllati e quando nascono i piccoli verifico che non siano caduti giù dal nido.
Capita spesso che ci siano in mezzo al giardino e mi hanno detto che a volte è proprio la mamma a gettarli perchè troppo piccoli e deboli per sopravvivere.
Allora io cosa faccio… li raccolgo e li nutro fino a quando sono abbastanza forti per cavarsela da soli.
Ne ho già allevati parecchi, me li porto in ufficio, avanti e indietro per poterli sfamare; poi li libero sperando che il loro istinto di procurarsi il cibo sia rimasto (ti ho allegato appunto le foto per darti testimonianza ).
Una volta mi è capitata anche una civetta, mi seguiva come un cagnolino, lei era libera nel giardino e alla mattina la trovavo sempre su quell’albero ad aspettare che la nutrissi.
E’ rimasta per qualche giorno, poi probabilmente ha recuperato le forze e non è più tornata.
Ho sempre pensato che tutti gli animali abbiano un cuore, un’anima e sono felice che ci sia qualcun’altro che la pensa come me.
Credo che le persone come noi siano state prescelte e la nostra sensibilità ci porta a non voltare le spalle ma a farsi in quattro per aiutare queste creature indifese che purtroppo l’uomo considera come oggetti e non crede che anche loro possano avere dei sentimenti.
Grazie Diana per essere come me.
Un abbraccio
Sonia
Grazie, Sonia, per essere come me.
Da quando ho scritto Mamma Storna ho ricevuto tante testimonianze di persone che hanno salvato uccellini implumi e hanno vissuto esperienze come la mia. Per me era la prima volta, non mi era mai successo, ed è stata una meravigliosa scoperta.
Purtroppo proprio tre giorni fa il Senato ha votato una legge che liberalizza ulteriormente la caccia (come se non fosse già abbastanza libera…)
Mi chiedo come possa, chi pretende di rappresentarci, prendere decisioni che sono in contrasto con il volere della maggior parte dei cittadini, che è contraria alla caccia e favorevole a una maggiore tutela dei diritti degli animali. Quelli che sparano sono 600.000 (troppi!): un’esigua minoranza rispetto a tutti noi che amiamo gli animali.
Stiamo scrivendo lettere di protesta. Spero che ci ascoltino. Trovi tutto sul sito www.amicidipaco.it e ne parleremo su “Amici di Paco”.
Un caro saluto
Diana
2 commenti
Ester
Questo libro andrebbe tolto dal commercio. È tutto ciò che non andrebbe fatto con un povero uccello. Lei lo ha rovinato, imprintandolo lo ha condannato a morte. Spero che nessuno prenda esempio da lei. Povero storno. La prossima volta lo porti in un centro di recupero fauna e lasci questo lavoro a chi è in grado di farlo. E sopratutto non ci scriva un libro visto che è un reato ciò che ha fatto. Lo storno sarà morto dopo poche ore senza di lei, non sapendo alimentarsi da solo e non riconoscendosi nella sua specie.
Diana Lanciotti
Cara signora Ester, è chiaro che lei il libro non lo ha letto ma che sputa sentenze per pregiudizio o non so cos’altro. Come ho spiegato CHIARAMENTE, nessuno ha accettato di prendersi cura di Oreste (Forestale, associazione specifica di cui preferisco non fare il nome ma che può immaginare, centro recupero), in quanto lo storno non è specie rara e protetta. Ho perciò chiesto all’unica persona in grado di darmi una mano: il dottor Dalzovo, veterinario stimatissimo, che ha monitorato la situazione giorno per giorno, venendo più volte a casa a verificare.
Qualcuno, come forse anche lei in fondo, pensa che avrei dovuto lasciarlo in natura al suo destino. Vale a dire: lasciarlo morire.
Ma si tranquillizzi: Oreste è ancora vivo, come ho scritto (con tanto di foto a testimoniarlo) nella nuova edizione, e ogni tanto si fa vedere. La natura ha fatto il suo dovere.
Il suo livore lo scarichi addosso a chi lo merita, ammesso che ci sia qualcuno. Si eviterà figure barbine come questa.
Si sfoghi con chi può aiutarla.
Diana Lanciotti