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Luogosanto

Ci si arriva dalla costa settentrionale, sia che si venga da Santa Teresa Gallura che da Castelsardo, si svolta per l’interno, seguendo le indicazioni per Aglientu. Già dopo pochi chilometri sei nel pieno della Gallura meno turistica. Via dal meraviglioso mare del nord Sardegna, via dalle le coste variegate, spettacolari e splendide che nulla hanno da invidiare alle località esotiche più celebrate, ti inoltri in un paesaggio che, se non è agosto, è di un verde che abbaglia, come credo solo certe lande della Scozia e dell’Irlanda possono essere.

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Non è vero che la Sardegna è brulla e arida come credono i turisti agostani cacciatori di spiagge, sole e confusione. La Sardegna è una delle zone più sorprendentemente ricche di vegetazione e di fioriture, incantevoli per l’incessante alternarsi di forme e colori.
Se ci vai in gennaio, ad esempio, ti può capitare di vedere già i mandorli fioriti, di quel bianco puro e leggiadro che spicca sul verde della vegetazione ubriaca di pioggia (già, a molti sembrerà strano, ma in Sardegna piove, eccome! Certo, se ci si va sempre e solo in agosto sembra quasi impensabile, eppure la Sardegna fuori dal picco della calura estiva è una regione benedetta da piogge così abbondanti e vivifiche da far crescere le piante a vista d’occhio).
E man mano che ti allontani dalla costa e segui la strada che s’inoltra verso il cuore della Gallura, il tuo occhio si fa cullare dal dolce susseguirsi di boschi di querce e sughere, distese di ginestra, erica e corbezzolo, e di alture e poi piani e poi rocce in un infinito alternarsi.
Con negli occhi la bellezza di questo paesaggio che cambia di stagione in stagione, di giorno in giorno, di ora in ora, a seconda della luce, del vento, dei profumi, arrivi a Luogosanto, un bel paesino adagiato su un crinale a poco più di 300 metri sul mare. Il nome già ti dice che si tratta di un luogo dalla forte tradizione religiosa. Numerose chiese e chiesette sono state costruite nel tempo, facendolo diventare luogo di culto e pellegrinaggio molto noto.
Al centro del paese sorge la Basilica di Nostra Signora di Luogosanto.
“Un’antica leggenda narra che la chiesa di Nostra Signora fu opera di due francescani ai quali la Madonna sarebbe apparsa invitandoli a recarsi nel luogo santo dov’erano sepolti i Santi Trano e Nicolò. Al suo interno si conserva una statua della Madonna che, secondo un’altra antichissima leggenda, fu ritrovata dentro una cassa sulla spiaggia di Arzachena.”
Così, più o meno, scrivono le guide turistiche.
Ed è qui, in questa chiesa meta di pellegrinaggi almeno due volte l’anno, che voglio portarvi: all’interno di questa chiesa austera, anche un po’ buia, non certo sfarzosa come certe chiese barocche e completamente diversa dal nitido biancore, che tanto amo, di Stella Maris a Porto Cervo, la chiesetta dove, respirando il profumo del ginepro con cui sono costruiti i banchi, ti sembra di respirare un’aria lieve di santità.
La Basilica di Nostra Signora di Luogosanto è tutt’altra cosa, eppure ha qualcosa che in nessun’altra chiesa si avverte. Qualcosa che forse si sente a Lourdes, o in altri luoghi di culto meta di pellegrinaggi da tutto il mondo.
Qui è ovviamente tutto più piccolo e modesto, ma senti che qualcosa c’è. E qui, nel buio e nel silenzio, magari ti capita di pregare la Madonna e chiederle una grazia. E quando te ne vai, dopo un po’ ti accorgi che quella paura che ti spaventava si è dissolta. Non c’è più.
Ecco, se non avete la possibilità di andare a Lourdes, o a Fatima, sappiate che qua, tutto sommato vicino, c’è un luogo dove le vostre preghiere vengono ascoltate. E se chiedete una grazia, potete anche ottenerla.
È un luogo santo.
Luogosanto, appunto.

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