Quattro Chiacchiere

Lettera "aspiranti vegetariani"

Ciao Diana mi chiamo milena e ti scrivo dopo aver letto la lettera sul tuo giornalino “Amici di Paco” (n° 47) nella quale una coppia ti chiedeva consigli sull’eventualita’ di diventare vegetariani: mi stupisco come un’amante degli animali come te abbia risposto in modo vago e non li abbia incoraggiati! Ce ne fosse di gente con queste intenzioni! Chi ama gli animali non li mangia è ovvio, anzi, è coerente! Un maiale non è diverso da un cane: è un essere vivente e senziente!
Mi permettevo di segnalare a questa coppia un sito molto ben fatto per chiarirsi le idee e anche qualche libro: sarei lieta se tu potessi far loro avere queste informazioni.
Il sito è “agire ora”
i libri:”curarsi con la cucina etica ” ed. Sonda
“vegetariani..e allora?” ed. Cosmopolis
“vegpyramid” ed. Sonda
ti ringrazio

Milena

(clicca su “Leggi tutto” per leggere la risposta di Diana)

Cara Milena, di solito non rispondo a lettere che non siano firmate con nome e cognome, ma faccio un’eccezione visto che l’argomento che proponi è interessante.
La lettera di cui parli ("Consigli per aspiranti vegetariani") è una di quelle che, oltre a essere pubblicate nella mia posta su questo sito, vengono anche pubblicate sulla rivista "Amici di Paco".
Vedi, io non ho dato grandi consigli a Paola perché non mi sentivo di poterne dare. Come si può spiegare a qualcuno come si fa ad amare gli animali e rispettarli? Li si ama e basta. E ognuno decide di farlo come vuole e può.
Premetto che considero ghettizzante e riduttiva la definizione di "vegetariano" (che riferita a me rigetto, così come quella di "animalista"): semplicemente non mangio carne e pesce, cosa che a mio avviso non mi colloca in nessuna categoria.
Non mi sono mai messa né mai mi metterò in cattedra a insegnare l’amore e il rispetto, ma ho sempre cercato di dare l’esempio, di fornire spunti di riflessione su cui poi ognuno possa costruire il proprio modo di porsi. Attraverso i miei libri o le mie iniziative non ho mai cercato di insegnare, ma di suggerire, di portare a elaborare. Ognuno secondo la propria coscienza, non la mia.
Il fatto che io non mangi carne e pesce da tempo, e ami e cerchi di aiutare tutti gli animali, non mi pone, a mio avviso, nella condizione di poter insegnare.
Incoraggiarli, tu dici? Non mi pare che ne abbiano bisogno, hanno già deciso. E allora ho semplicemente spiegato loro come ho fatto io. La mia, la nostra è stata una scelta tranquilla, per nulla drastica, un percorso quasi obbligato.
Sono stata sincera, con Paola, e ancora adesso non saprei che cosa realmente consigliarle di più e di diverso. Anche perché sulla nostra rivista abbiamo parlato più e più volte di vegetarismo, sebbene non sia il tema centrale delle nostre attività.
Dovevo forse consigliarle qualche libro di cucina?
Io personalmente non ho mai comprato un libro di cucina vegetariana, eppure non mangio carne e pesce da oltre 12 anni. Quelle volte che mi è capitato di sfogliarne qualcuno, mi sono resa conto che non fanno per me: propinano infatti un’immagine dei vegetariani come di persone tristemente costrette a mangiare tofu, seitan e soya fino a sfinirsi, o a inventarsi miscugli di cinquanta ingredienti diversi per mangiare qualcosa di vagamente appetitoso.
Da quando ho smesso di mangiare carne e pesce, ho cambiato modo di mangiare, ma senza i consigli di nessuno perché ognuno, fortunatamente, ha i propri gusti. Ho abolito i condimenti, le salse, gli intingoli e riscoperto i sapori genuini e "primari". Ho scoperto la bontà deliziosa di un piatto di pasta condita solo con olio extravergine di oliva (italiano!), il sapore inimitabile delle verdure crude o anche solo bollite, il gusto robusto di un buon minestrone di legumi, il meraviglioso "aroma" del pane in tutte le sue modalità di produzione. Per non parlare della frutta.
A chi mi chiede "Ma allora, se non mangi carne, che cosa mangi?" rispondo: "Tutto, mangio, salvo la carne e il pesce" (che, quando rivelo di non mangiarne più, scopro che tutti mangiano comunque "pochissimo". E allora, basta eliminare anche quel "pochissimo" e il gioco è fatto, no?)
Non si diventa vegetariani comprando un libro di cucina vegetariana. Lo si diventa per una presa di coscienza, per una maturazione interiore, e da questo punto di vista mi pare proprio che Paola e il marito siano già sulla buonissima strada.
Paola, che credo continui a seguirci, leggerà senz’altro i tuoi consigli di lettura, ai quali aggiungo un libro bellissimo e ancora più significativo che è: "Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?" di Jonathan S. Foer, edizioni Guanda, un libro che pacatamente fa capire tante cose a cui spesso non si vuol pensare. Un libro che avrei voluto pubblicare con Paco Editore.
E sempre a loro consiglierò, appena sarà pubblicato, "La vendetta dei broccoli", un "giallo vegetariano" in cui divertendomi, e spero divertendo, a modo mio cercherò di far riflettere tante persone sull’assurdità di cibarsi con gli animali. Senza dare consigli, ma solo spunti di riflessione.
Un caro saluto

Diana

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