Le domande su “Paco, il Re della strada” di Alessandro, studente di Saronno
Cara Diana,
mi chiamo Alessandro e sono uno studente di prima media della scuola Angelo Bascapè di Saronno.
Ho letto il suo libro “Paco. Il re della strada” e le scrivo questa lettera per farle delle domande sulla storia di Paco.
Leggere questo libro è stato piacevole, emozionante e interessante; come dice sempre mia madre: “È uno di quei libri che, una volta letta una pagina, non smetti più di leggere”. In alcuni punti mi sono divertito, ad esempio quando Paco fa disperare la sua prima padrona, anche se lui in realtà vuole solo giocare; in altri invece, mi sentivo molto dispiaciuto per ciò che stava vivendo: quando viene abbandonato dal padre della bimba, ho percepito tanta crudeltà nei confronti di Paco.
Questo libro mi è piaciuto così tanto che per la prima volta sono riuscito a leggerlo tutto da solo: per me è stato un grande successo, visto che sono dislessico.
Avrei un po’ di domande da farle. Innanzitutto vorrei chiederle: perché ha scritto questo libro?
Dato che sono stato impressionato dalla scena in cui Paco trova un branco di cani randagi con cui poter stare in compagnia, mi interesserebbe sapere perché ha inserito questa parte nella storia.
Infine, vorrei domandarle: lei e Paco siete affezionati? Com’è Paco nella vita di tutti i giorni?
Sono curioso di leggere le sue risposte, che attendo con ansia.
Nel frattempo continuerò a consigliare questo libro a tutti quelli che conosco, perché fa capire quanto i cani siano intelligenti e capaci di un grande amore verso gli uomini.
Un caro saluto (anche a Paco!)
Alessandro
Carissimo Alessandro, ho ricevuto la tua lettera ieri sera prima di andare a dormire e, invece di rimandare la lettura alla mattina dopo come stavo per fare, ho iniziato a leggerla. E sono andata a dormire con una grande serenità e la consapevolezza di essere sulla strada giusta.
Ma ti spiego: ho sempre amato gli animali, ho sempre convissuto con cani e gatti (e ho sempre ringraziato i miei genitori per avermi insegnato ad amarli e rispettarli). Ma è stato con Paco, grazie a Paco, che la mia vita ha avuto una svolta. È stato lui a farmi capire quanto siano profondi e sinceri i sentimenti che gli animali provano, e quanto sia immenso l’amore che sanno donarci, e quanto poco sia ciò che noi diamo loro in cambio.
Grazie a Paco, sono entrata per la prima volta in un canile e ho conosciuto una realtà atroce e ingiusta come quella dell’abbandono e dei maltrattamenti verso gli animali. E da quel giorno, mi è venuta voglia di fare qualcosa per aiutare, nel mio piccolo, tanti cani e tanti gatti meno fortunati del mio Paco. Nel 1997 insieme a mio marito ho fondato il Fondo Amici di Paco, e attraverso questa associazione che opera in tutta Italia cerco di fare del mio meglio per aiutare i rifugi che accolgono cani e gatti abbandonati e per sensibilizzare tante persone e diffondere il rispetto e la comprensione verso tutte le creature viventi (animali ma anche uomini).
Ho scritto diversi libri (19), e in tutti ho cercato di far capire quanto siano importanti l’amore e l’insegnamento che ci vengono dagli animali.
A volte, però, è un grosso impegno, e allora mi fermo un attimo a pensare se sia giusto sacrificare tanta parte della mia vita per gli animali. Poi mi arrivano lettere come la tua, e ogni dubbio svanisce. Perché in realtà non è un sacrificio, il mio, ma una specie di missione che il destino ha voluto assegnarmi per migliorare un pezzettino di mondo. Non si tratta infatti di aiutare semplicemente gli animali, ma anche tante persone, tanti ragazzi, come te e i tuoi compagni di classe, a coltivare sentimenti positivi e aprirsi al mondo con amore e bontà.
Caro Alessandro, scusami se sto divagando. Però aver letto che il mio è il primo libro che hai letto da solo è stata una soddisfazione che non ti so descrivere. Vuol dire che quel poco che faccio è utile. Una grande, grande gioia, per me.
Immagino che cosa abbia significato, per te, raggiungere questo traguardo, uno dei tanti importanti traguardi che di certo raggiungerai a scuola e nella vita.
Sicuramente ti avranno spiegato che (adesso semplifico un po’) la dislessia non è che un modo diverso di decodificare la scrittura e i numeri, ma sei in buona compagnia di tanti personaggi che hanno dato lustro all’umanità: Einstein, Leonardo Da Vinci, Galileo, Michelangelo, Beethoven, Walt Disney, per dire i primi che mi vengono in mente. Hai degli ottimi esempi, direi…
Ma ora rispondo alle tue domande.
Ho scritto il libro su Paco per tanti motivi: amo scrivere, amo gli animali, amo fare qualcosa per aiutarli. Scoprire la straordinaria personalità di Paco, la sua intelligenza, il suo amore, mi ha fatto capire che dovevo far conoscere a tante persone quanto sia crudele far del male a creature innocenti, che farebbero di tutto per noi. E poi, con le vendite del libro, da anni posso aiutare tanti cani e gatti abbandonati, donando ai rifugi medicinali, cibo, antiparassitari.
Ho raccontato l’episodio del branco di randagi perché per un cane abbandonato, se non viene travolto da un’auto o un camion, è facile rifugiarsi in un branco di cani rinselvatichiti. Per loro è l’unico modo di sopravvivere. Sono molto più solidali gli animali di certi esseri umani, sotto questo punto di vista.
Poi arriviamo alla nota dolente. Alle tue domande, cioè, in cui mi chiedi se io e Paco siamo affezionati e com’è Paco…
Adottai Paco nel marzo del 1992. Aveva circa un anno, e ora ne avrebbe 28. Ma purtroppo, come credo tu sappia, i cani non vivono così tanto. Paco ci ha lasciati nel dicembre del 2006, dopo quasi 15 anni di amore infinito. Con lui abbiamo trascorso momenti stupendi, che ho raccontato in altri 3 libri: Paco. Diario di un cane felice, In viaggio con Paco e Paco, il simpatico ragazzo. Ma io credo che in qualche modo lui sia ancora accanto a noi, e ci aiuti nei momenti di difficoltà che la vita, come a tutti, ci presenta.
Se eravamo affezionati? Tanto, tanto, tantissimo. Paco era un amico ma anche un maestro di vita straordinario, allegro, tenero, divertente, che ci ha fatto capire tante cose che ho cercato di racchiudere nei libri che ho scritto su di lui.
Quello che Paco ci ha donato è tanto, e ora noi ne facciamo tesoro continuando a promuovere, attraverso il Fondo Amici di Paco, molte iniziative benefiche.
La tua curiosità e quella dei tuoi compagni di classe su Paco mi spinge a proporre alla vostra insegnante di farvi conoscere anche gli altri libri su di lui… proverò a scriverle e speriamo che l’idea le piaccia.
Caro Alessandro, è stato davvero un grandissimo piacere ricevere la tua lettera. Scrivimi ancora quando vuoi e tienimi informata sull’andamento dei tuoi studi.
Ti auguro un grosso in bocca al lupo e ti abbraccio
Diana