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“LASCIAMOLI VIVERE”: UN APPELLO A TUTTE LE MAMME PER UNA PASQUA PIÙ UMANA

Quest’anno il Fondo Amici di Paco rinuncia alla tradizionale campagna “Buona Pasqua anche a loro” e si concentra sulla campagna “Lasciamoli vivere”, un manifesto/appello rivolto soprattutto alle mamme, per far presa sul loro senso materno e farle riflettere sulla crudeltà di strappare alle loro mamme tanti cuccioli inermi per cibarsene in nome di un’usanza ormai superata.

Come non mai il momento che stiamo vivendo impone delle riflessioni sul nostro stile di vita. Diana Lanciotti, giornalista, scrittrice e fondatrice del Fondo Amici di Paco, per questa Pasqua ha deciso di riproporre il manifesto “LASCIAMOLI VIVERE… meglio vivi che nel nostro piatto” da lei stessa ideato dopo un’esperienza vissuta alcuni anni fa, che ha così descritto sul suo sito:

«Sabato mi sono regalata una gita in campagna, immergendomi nell’ambiente rilassante e di una dolcezza struggente dell’Anglona, che in questa stagione è verdissima. C’erano numerose greggi al pascolo e mi sono fermata a osservare i giochi degli agnellini, le corse e i salti. Le pecore adulte, appena mi vedevano avvicinarmi, serravano i ranghi intorno ai piccolini, mentre i cani da pastore accorrevano per capire le mie intenzioni… e farmi capire le loro. Poi, appena capivano che le mie erano assolutamente pacifiche, le pecore si tranquillizzavano e riprendevano a brucare, mentre i cani si rilassavano, pur rimanendo vigili. Ho scattato un po’ di foto, cogliendo attimi di infinita tenerezza. Il senso di serenità che ho provato è indescrivibile. Mancavano due settimane a Pasqua… Sono venuta via sapendo che, passando di nuovo di lì tra qualche giorno, non avrei più rivisto quei piccoli. E il senso di serenità si è trasformato in angoscia. A casa ho scaricato le foto e ho rivissuto quei momenti di struggente tenerezza tra mamme e figli… e ho pensato alle mamme umane. Così ho deciso di rivolgermi direttamente a loro, come responsabili degli acquisti e della cucina, per farle riflettere mostrando loro momenti di intimità tra mamma pecora e figlio agnellino, momenti non tanto diversi da quelli che ogni mamma umana vive con i propri bambini. Da tempo sono convinta che se i bambini, e anche le mamme che fanno la spesa e poi cucinano, facessero il collegamento tra gli animali vivi e quel trancio di carne che finisce in pentola forse… forse cambierebbero abitudini alimentari. Sì, perché alla fin fine si tratta di pure e semplici abitudini, unite spesso alla mancanza di approfondimento, di fantasia e di voglia di trovare delle alternative.»

In un’intervista su Amici di Paco, la rivista da lei fondata 23 anni fa e di cui è direttore responsabile, Diana Lanciotti esprime la sua idea di una Pasqua rispettosa di tutti gli esseri viventi:

«Quest’anno siamo stati in dubbio se parlare di Pasqua. Questa sarà una Pasqua di dolore, certo non di festa. Però sento persone che mi dicono: “Io però all’agnello non rinuncio”. Ecco… è proprio a loro che mi rivolgo. Il dolore per l’umanità offesa e piagata dal virus non deve farci dimenticare le sofferenze che da sempre l’uomo, un tempo per necessità e oggi per abitudine ed egoismo, infligge agli altri esseri viventi.
«Nessuno ormai nega che gli animali provino sentimenti e possano gioire o soffrire. Eppure, proprio per Pasqua si arriva a dimenticarsene, se non a negarlo, in nome di un’usanza che risale a secoli fa e aveva senso finché non esistevano alternative alla carne, finché gli animali erano considerati “risorse” a cui attingere per soddisfare i nostri bisogni.
«Ora, per fortuna, la sensibilità e il rispetto verso gli animali sono valori ampiamente diffusi. Valori che però proprio per Pasqua qualcuno è disposto ad accantonare in nome di una tradizione atroce, insensata, anacronistica che, nonostante il trascorrere del tempo e l’aumentato grado di acculturazione, si crede di dover ancora osservare. Seppure in “tono minore” anche quest’anno, in nome di questa obsoleta tradizione, si ripeterà la solita strage di agnelli e capretti. In realtà nessuno ha mai stabilito che per onorare il Signore si debbano cuocere in forno o rosolare in padella le carni INNOCENTI di tanti cuccioli di pecora e di capra. Così come mai nessuno può pensare che sia nostro diritto uccidere animali in genere per cibarcene. Che senso c’è nel far nascere degli animali per sacrificarli all’altare non più della religione, ma della pura e semplice ingordigia, o della pigrizia mentale?
«Molto spesso chi scopre che non mangio carne né pesce mi chiede: “Ma allora che cosa mangi? Che cosa si può cucinare senza la carne? I miei bambini la vogliono almeno una volta al giorno.” In realtà alternative ce ne sono, da stancarsi. Basterebbe riflettere e sforzarsi solo un po’ per modificare le nostre abitudini alimentari, senza rimetterci in salute ma, anzi, migliorandola, come ha insegnato più volte il professor Veronesi, vegetariano per ragioni morali e salutistiche.
«Ci sono aspetti etici, ambientali e sociali sui quali la scelta di non mangiare carne inciderebbe positivamente: maggior rispetto per la vita sotto qualsiasi forma, minori inquinamento e deforestazione causati dagli allevamenti intensivi, maggior disponibilità di cereali per l’alimentazione umana, quindi maggiore possibilità di sfamare le popolazioni più povere, eccetera. Purtroppo sono argomenti che ai politici non interessano, e men che meno al mondo della comunicazione, in buona parte foraggiato proprio dalle industrie della produzione o della trasformazione della carne.
«Ma è arrivato il momento, proprio in questo momento tanto difficile, di porsi delle domande, di mettere da parte le leggi del mercato che stritolano la salute, l’economia e la libertà dei cittadini, e riflettere se, una volta usciti dalla palude in cui ora ci muoviamo, sia il caso di rivedere tante abitudini ed essere più rispettosi della vita, nostra e di tutte le altre creature.
«Se, invece di mostrare in tv tante improbabili famigliole felici sedute a un tavolo dove troneggia il cadavere di un pollo, si insegnasse ai bambini a collegare il pezzo di carne che hanno nel piatto con l’animale dal quale proviene, se gli si aiutasse a vedere la realtà di sofferenza che c’è dietro l’apparenza dorata, li si aiuterebbe a fare delle scelte più consapevoli. Invece mai nessuno li spinge a questa riflessione ma, anzi, si perpetua l’ipocrisia alimentata da tante campagne pubblicitarie che vogliono far credere che portare in tavola carne e salumi sia un momento di festa, anziché un atto di violenza, non solo fisica verso gli animali ma anche psicologica verso i consumatori.
«Dobbiamo impegnarci a rimuovere ogni ostacolo dal percorso che porta al rispetto e alla comprensione tra uomini e animali, alla creazione di un rapporto uomo/animali in cui l’uomo sia responsabile nei confronti delle altre creature. Con la campagna “Lasciamoli vivere” cerchiamo, anche quest’anno, di dare il nostro contributo alla riflessione sul rispetto e il valore della vita. Tutta, non solo la nostra. Perché se ne usciremo come siamo entrati, da questo tremendo periodo della storia dell’umanità, non sarà servito a niente. Solo a far arricchire quelli che sulle tragedie speculano. Facciamo che, dopo tanto dolore, questa sia una vera Pasqua di resurrezione.»

Il manifesto alla vita ideato da Diana Lanciotti mostra immagini tenere di agnellini stretti alle loro mamme e ipotizza un dialogo incentrato sul tema della Pasqua, che culmina con una considerazione finale: “Hanno una mamma anche loro… Pensa se a Pasqua ti portassero via i tuoi figli per…”
Senza ricorrere a immagini o linguaggi cruenti, anche questa campagna, come tutte le campagne e i libri di Diana Lanciotti, è destinata a far riflettere senza pugni nello stomaco, secondo la filosofia del Fondo Amici di Paco: “persuadere con dolcezza”.

«Io per fortuna non li ho sentiti», dice Diana, «ma mi hanno descritto i pianti disperati degli agnellini e dei capretti strappati alle loro mamme, e i lamenti strazianti delle pecore e delle capre a cui sono stati portati via i propri figli. Esattamente la stessa sofferenza che una madre umana proverebbe se le strappassero i propri figli. Pensiamoci. Per loro, ma anche per noi. Per mantenere o recuperare la nostra umanità.»

Sul tema delle scelte alimentari Diana ha scritto il libro La vendetta dei broccoli (Paco Editore – www.lavendettadeibroccoli.it), un “giallo vegetariano” ad alta tensione che ha riscosso un successo straordinario tra vegetariani e non solo e favorito una riflessione profonda e cambiamenti sorprendenti circa le abitudini alimentari.

Come tutte le campagne del Fondo Amici di Paco, anche la campagna “Lasciamoli vivere” è stata realizzata dall’agenzia Errico & Lanciotti, che cura gratuitamente tutta la comunicazione del Fondo Amico di Paco, sotto la direzione creativa di Diana Lanciotti.
Sarà pubblicata sulla rivista “Amici di Paco” (che per questo numero esce solo in versione digitale per poter destinare tutte le risorse alla 18a edizione della Campagna Antiparassiti a favore dei rifugi) e dalle testate che aderiscono all’iniziativa.

Due parole sul Fondo Amici di Paco
Il Fondo Amici di Paco, fondato nel 1997 da Diana Lanciotti con il marito Gianni Errico in seguito all’adozione di Paco al canile, è una delle associazioni no-profit più attive a livello nazionale, sia sotto l’aspetto degli aiuti concreti ai rifugi che quello della sensibilizzazione. Sin dalla nascita, ha portato all’attenzione di istituzioni, media e cittadini le problematiche dei cani e dei gatti abbandonati rendendo noto il fenomeno del randagismo, un tempo ignorato.
Grazie a numerose campagne di sensibilizzazione (come quella di Natale: “Non siamo giocattoli, non regalarci a Natale”, o quella estiva: “Non abbandonare il tuo cane. Lui non ti abbandonerebbe mai”, o quella di Pasqua “Buona Pasqua anche a loro”, tutte realizzate gratuitamente dall’agenzia Errico & Lanciotti), ha saputo aprire la strada a una nuova coscienza nei riguardi degli animali e favorito la nascita di molte altre associazioni impegnate a difenderli, tanto che occuparsi dei diritti e del benessere degli animali è diventato un impegno diffuso e riconosciuto da tanti. In nome e nel ricordo di Paco, scomparso nel 2006, il Fondo Amici di Paco prosegue le sue attività sia nella direzione della sensibilizzazione che degli aiuti concreti ai rifugi che accolgono i cani e i gatti abbandonati. Non avendo spese di gestione (di cui si fanno carico i due fondatori), l’associazione può devolvere l’intero ricavato delle somme raccolte grazie alla generosità dei suoi sostenitori che da tutta Italia appoggiano le iniziative a favore degli animali più bisognosi.

Per informazioni, acquisti, donazioni, adesioni e per richiedere la rivista “Amici di Paco”:
Fondo Amici di Paco tel. 030 9900732, paco@amicidipaco.it, www.amicidipaco.it
Per devolvere il 5×1000 al Fondo Amici di Paco per aiutare tanti animali in difficoltà il codice fiscale da indicare è: 01941540989

Simona Rocchi
ufficio stampa

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FONDO AMICI DI PACO
Associazione nazionale per la tutela degli animali
Organizzazione di Volontariato – O.N.L.U.S.
Tel. +39 030 9900732 Fax +39 030 5109170
paco@amicidipaco.it
www.amicidipaco.it

Devolvi il 5×1000 al Fondo Amici di Paco per aiutare tanti animali in difficoltà.
Il codice fiscale da indicare è: 01941540989.
Per informazioni: www.amicidipaco.it
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