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La saggezza di Napolitano

C’è chi fa a gara per definirlo saggio.
È l’aggettivo più gettonato che si accompagna ormai al suo nome.

Io sinceramente non vedo dove stia la saggezza di uno che è stato ed è sotto sotto ancora comunista, che ha fatto cadere un governo voluto a gran voti dai cittadini (quando l’Italia, pure in crisi come il resto del mondo, riusciva a tenere una rotta verso l’ottimismo e la fiducia) per consegnare la nazione nelle mani degli intrallazzatori della finanza, un manipolo di tecnici insipienti, arroganti e incapaci che ci hanno portati ben oltre l’orlo del baratro; uno che ha tergiversato per mesi per arrivare a fine mandato senza prendersi uno straccio di responsabilità, e si è preso altro tempo con la ridicola pantomima dei 10 saggi… lasciando che il paese affondasse nell’immobilismo e nel panico.
Intanto la gente muore di fame, di mancanza di lavoro, di speranza, si uccide.
Ma ciò che conta è che Sua Maestà il Presidente finisca il suo mandato senza troppo impegno, sennò gli tocca lavorare. Eh, no: un politico di professione mica si sporca le mani mettendosi a lavorare… cosa da plebei.
Mi chiedo se, quando finalmente il “saggio” se ne sarà sceso dal Colle per andarsene definitivamente fuori dai piedi, ci sarà consentito esprimere tutti gli aggettivi (che con “saggio” hanno ben poco a che fare), senza incorrere nel reato di vilipendio…

Diana Lanciotti

N.B. Questo è uno dei 160 articoli contenuti nel nuovo libro Antivirus. Emergere dall’emergenza di Diana Lanciotti – Paco Editore.

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