La guerra… ci mancava
…o ci mancava la guerra. Comunque la vogliamo dire, ci risiamo. Ci risiamo con l’essere umano che non perde il vizio di voler egemonizzare, di voler possedere, di conquistare con la forza ciò che non gli appartiene.
Putin… in questi giorni sembra (e per tanti aspetti lo è) il cattivone di turno, che usa le armi per ottenere ciò che da tempo ha annunciato al mondo di voler ottenere: che l’Ucraina non entri nella Nato, ma rimanga un cuscinetto tra le spinte espansionistiche della coalizione occidentale e la nazione russa.
Biden, e con lui la Nato, sembrano invece (e per tanti aspetti NON lo sono) i portatori di pace e giustizia.
Non tutto è come pare e come ce lo raccontano. Anche perché non è una cosa nata ieri, scoppiata all’improvviso, ma maturata nel tempo con la condiscendenza di tutti quelli che potevano evitare la tragedia e non l’hanno fatto.
Ancora nel 2014, in tempi non sospetti, Henry Kissinger scriveva sul Washington Post:
Troppo spesso la questione ucraina viene presentata come una resa dei conti: se l’Ucraina si unisce all’Est o all’Ovest. Ma se l’Ucraina vuole sopravvivere e prosperare, non deve essere l’avamposto di nessuna delle due parti contro l’altra: dovrebbe fungere da ponte tra di loro.
La Russia deve accettare che tentare di costringere l’Ucraina a diventare un satellite, e quindi spostare di nuovo i confini della Russia, condannerebbe Mosca a ripetere la sua storia di cicli che si autoavverano di pressioni reciproche con l’Europa e gli Stati Uniti.
L’Occidente deve capire che, per la Russia, l’Ucraina non può mai essere solo un paese straniero. La storia russa iniziò in quella che fu chiamata Kievan-Rus. Da lì si diffuse la religione russa. L’Ucraina fa parte della Russia da secoli e le loro storie si sono intrecciate prima di allora. Alcune delle battaglie più importanti per la libertà russa, a cominciare dalla battaglia di Poltava nel 1709, furono combattute sul suolo ucraino. La flotta del Mar Nero, il mezzo della Russia per proiettare potenza nel Mediterraneo, ha sede a Sebastopoli, in Crimea, con un contratto di locazione a lungo termine. Anche famosi dissidenti come Aleksandr Solzhenitsyn e Joseph Brodsky hanno sempre sostenuto che l’Ucraina è parte integrante della storia russa e perciò della Russia.
L’Unione europea deve riconoscere che la sua burocrazia e la subordinazione alla politica interna nel negoziare le relazioni dell’Ucraina con l’Europa hanno contribuito a trasformare un negoziato in una crisi. La politica estera è l’arte di stabilire le priorità. Gli ucraini sono l’elemento decisivo. Vivono in un paese con una storia complessa e una composizione poliglotta. La parte occidentale fu incorporata nell’Unione Sovietica nel 1939, quando Stalin e Hitler si divisero il bottino. La Crimea, la cui popolazione è per il 60 per cento russa, divenne parte dell’Ucraina solo nel 1954, quando Nikita Khrushchev, ucraino di nascita, lo assegnò come parte della celebrazione del 300° anno di un accordo russo con i cosacchi. L’ovest è in gran parte cattolico; l’est in gran parte russo-ortodosso. L’occidente parla ucraino; l’est parla principalmente russo. Qualsiasi tentativo di una fazione dell’Ucraina di dominare l’altra porterebbe alla guerra civile o alla rottura. Trattare l’Ucraina come parte di un confronto est-ovest farebbe affondare per decenni qualsiasi prospettiva di portare la Russia e l’Occidente, in particolare Russia ed Europa, in un sistema internazionale cooperativo.
L’Ucraina è indipendente da soli 23 anni; in precedenza era stata sotto una sorta di dominio straniero sin dal XIV secolo. Non sorprende che i suoi leader non abbiano imparato l’arte del compromesso, tanto meno della prospettiva storica. La politica dell’Ucraina post-indipendenza dimostra chiaramente che la radice del problema risiede negli sforzi dei politici ucraini di imporre la loro volontà alle parti recalcitranti del paese, prima da una fazione, poi dall’altra. Questa è l’essenza del conflitto tra Viktor Yanukovich e la sua principale rivale politica, Yulia Tymoshenko. Rappresentano le due ali dell’Ucraina e non sono state disposte a condividere il potere. Una saggia politica degli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina cercherebbe un modo per le due parti del paese di cooperare tra loro. Dovremmo cercare la riconciliazione, non il dominio di una fazione. La Russia e l’Occidente, e meno di tutte le varie fazioni in Ucraina, non hanno agito secondo questo principio. Ognuno ha peggiorato la situazione. La Russia non sarebbe in grado di imporre una soluzione militare senza isolarsi in un momento in cui molti dei suoi confini sono già precari. Per l’Occidente, la demonizzazione di Vladimir Putin non è una politica; è un alibi per l’assenza di una politica. Putin dovrebbe rendersi conto che, qualunque siano le sue lamentele, una politica di imposizioni militari produrrebbe un’altra Guerra Fredda. Da parte loro, gli Stati Uniti devono evitare di trattare la Russia come un anormale a cui insegnare con pazienza le regole di condotta stabilite da Washington. Putin è uno stratega serio, riferendoci alla storia russa. Comprendere i valori e la psicologia degli Stati Uniti non sono i suoi punti forti. Né la comprensione della storia e della psicologia russe è stata un punto di forza dei politici statunitensi.
I leader di tutte le parti dovrebbero tornare a esaminare i risultati, non competere. Ecco la mia idea di risultato compatibile con i valori e gli interessi di tutte le parti: 1. L’Ucraina dovrebbe avere il diritto di scegliere liberamente le sue associazioni economiche e politiche, anche con l’Europa. 2. L’Ucraina non dovrebbe aderire alla NATO (…). 3. L’Ucraina dovrebbe essere libera di creare qualsiasi governo compatibile con la volontà espressa del suo popolo. Leader ucraini saggi opterebbero quindi per una politica di riconciliazione tra le varie parti del loro paese. A livello internazionale, dovrebbero perseguire un atteggiamento paragonabile a quello della Finlandia. Quella nazione non lascia dubbi sulla sua indipendenza e coopera con l’Occidente nella maggior parte dei settori, ma evita accuratamente l’ostilità istituzionale nei confronti della Russia. 4. L’annessione della Crimea da parte della Russia è incompatibile con le regole dell’ordine mondiale esistente. Ma dovrebbe essere possibile porre le relazioni della Crimea con l’Ucraina su basi meno difficili. A tal fine, la Russia riconoscerebbe la sovranità dell’Ucraina sulla Crimea. L’Ucraina dovrebbe rafforzare l’autonomia della Crimea nelle elezioni che si terranno alla presenza di osservatori internazionali. Il processo includerebbe la rimozione di qualsiasi ambiguità sullo stato della flotta del Mar Nero a Sebastopoli. Questi sono principi, non prescrizioni. Le persone che hanno familiarità con la regione sapranno che non tutti saranno graditi a tutte le parti. L’obiettivo non è la soddisfazione assoluta ma l’insoddisfazione equilibrata. Se non si raggiunge una soluzione basata su questi elementi o simili, la deriva verso il confronto accelererà. Il momento arriverà presto.
Molti dei concetti espressi allora da Kissinger sono gli stessi espressi oggi da Putin. Ma sono passati otto anni e i tempi della diplomazia sono finiti. Li hanno lasciati scadere. E ora Putin diventa automaticamente il cattivo, mentre i provocatori che da tempo l’hanno studiata a tavolino passano per i salvatori del mondo.
La guerra è sempre ingiustificabile, è sempre inaccettabile, sempre terribile. Personalmente l’idea della guerra mi ha sempre sconvolta, forse per i racconti che me ne fecero i nonni e i miei genitori da piccola. Non amo nemmeno i film di guerra soprattutto da quando mi sono accorta che raccontano inevitabilmente una versione edulcorata, di parte, che enfatizza l’aspetto eroico quando spesso di eroico non c’è nulla, ma c’è solo la follia, la malvagità, la fame di potere, il business, la crudeltà, la disperazione, spesso la vigliaccheria. Se raccontata dai vincitori, ce li propone come eroi e salvatori. Se raccontata dagli sconfitti, ce li descrive come vittime e santarellini. Ma non è mai così. E non lo è nemmeno ora.
Da anni la situazione da quelle parti è instabile come una polveriera nelle mani di un cieco che cammina di notte in un bosco. Ma nessuno lo sapeva. Anzi, mi correggo: lo sapevano quelli a cui faceva comodo che alle porte della Russia si instaurasse un conflitto perenne, pronto ad accendere la miccia al momento opportuno. Lo sapevano gli “Americani” e i paesi europei che hanno continuato ad armare l’Ucraina, blandendola col canto delle sirene dell’entrata nella Nato. Lo sapevano tutti coloro che, in modo palese o tessendo trame di nascosto, hanno alimentato la tensione, tirando la corda fino a che si è spezzata.
Non lo sapevamo noi cittadini, quelli che con disprezzo e arroganza politici e giornalisti definiscono “cittadini comuni”, tenuti impegnati con diversivi come le mille emergenze che negli ultimi anni hanno scandito il nostro vivere, ultime il clima (accantonato per far posto a un’emergenza più “urgente”, il covid, ma già pronto a ripalesarsi appena questo mollerà la presa) e la pandemia da coronavirus.
E così mentre gli Americani e sotto la loro pressione altri paesi del Patto Atlantico armavano l’Ucraina, noi cittadini restavamo come sempre all’oscuro delle manovre che si svolgevano a pochi passi da casa nostra per isolare la Russia e accerchiarla. Ci hanno messo anni: come tante pazienti formichine gli “alleati occidentali” hanno costruito la trappola in cui, volente o nolente, Putin è cascato. Pena vedersi installare i missili Nato sotto le finestre di casa. A chi piacerebbe?
Non lo sto giustificando, per carità, perché il ricorso alla guerra, come alla violenza in genere, non è mai ammissibile. Ma se già c’è una predisposizione al potere nel DNA di chi ha in mano le sorti di una nazione, dall’altra parte invece di stimolarla si dovrebbe far di tutto per stemperarla. Non aizzi il leone se non vuoi che ti azzanni. Lo tieni a debita distanza, lo tranquillizzi, non ne sottovaluti la ferocia.
Invece per anni hanno finanziato con i soldi e con le armi l’Ucraina, con la scusa di renderla sicura, di sostenerne lo sviluppo economico, blandendola con la carota dell’ingresso nella Nato. Illudendola di poter entrare impunemente nell’Alleanza Atlantica, e che lo zar Putin avrebbe accettato senza colpo ferire, se non addirittura benedetto l’unione.
Quando si dice sottovalutare l’avversario. Tanto che in questi giorni gli hanno mandato Luigi DiMaio, in veste (ahinoi) di ministro degli Esteri, andato là tutto baldanzoso a nutrire il suo stupido narcisismo, ma tornato con le pive nel sacco.
La figura da gioppino rimediata dal prode Giggino non ha scoraggiato Mario Draghi, alias Nonno Mario che, smessi i panni del nonno affettuoso, ha provato a fare la voce grossa minacciando sanzioni contro la Russia. Non accorgendosi del boomerang che stava scagliando e che è già sulla via del ritorno. Perché, grazie ai tutti i governi cicala che invece di pensare ad assicurare risorse energetiche all’Italia ci hanno legati mani e piedi a una nazione dalla stabilità politica incerta, ora dipendiamo dal gas russo come un cucciolo dipende dal latte della mamma.
Insomma, una figura barbina dietro l’altra. Tanto a rimetterci saremo sempre noi.
Sbeffeggiati dalla Russia, che dà lezioni a Giggino invitandolo a considerare la diplomazia come una cosa seria e non l’occasione per “viaggi vuoti in giro per i Paesi e assaggiare piatti esotici ai ricevimenti di gala”, e dall’Ucraina, il cui presidente Zelensky oggi assesta un sonoro schiaffone in pieno viso a Draghi, che si era lamentato per una telefonata andata buca: “Alle 10,30 (quando Draghi l’ha chiamato, ndr), era in corso un combattimento. La prossima volta sposterò l’orario della guerra per parlare con Mario Draghi” scrive infatti su Twitter, ridicolizzando a livello mondiale il nostro poco amato e tanto inadeguato premier. Peccato che la figuraccia si ritorca sul popolo italiano.
Ci rendiamo conto che in questo momento critico abbiamo un signor nessuno agli Esteri e un banchiere alla Presidenza del Consiglio? E si scoprirà presto che la millantata autorevolezza a livello internazionale di Nonno Mario non supera i confini della sua cara piccola vecchia decrepita Europa. Alla quale, peraltro, lo lega in sostanza un semplice, banalissimo, arido rapporto di reciproci interessi.
Intanto, mentre alle porte di Kiev non si scherza e non si gioca, la Grande Illusione si sta svelando. L’illusione che ha portato l’Ucraina a sentirsi forte, affiancata e appoggiata dall’Occidente e a credere di poter resistere all’assalto della Russia. E buona parte della colpa è proprio del presidente Zelensky: se sapeva che Putin non scherzava con le sue minacce e ciononostante ha portato il suo popolo alla guerra è in malafede, e se non lo sapeva è invece un incapace e non merita di stare dove sta.
A proposito di Grande Illusione, proprio oggi ho ricevuto la testimonianza di Marta, un’ucraina che vive in Italia da anni per poter mantenere la famiglia rimasta in patria. Da mesi Marta insisteva perché il figlio, poliziotto, la raggiungesse in Italia insieme alla moglie e le due figlie (una di 7 mesi, ancora allattata dalla madre). Ma loro la schernivano, dicendosi sicuri che la guerra non sarebbe mai scoppiata.
Erano in tanti a pensare a un bluff di Putin.
Ieri Marta, prima ancora del figlio, ha saputo dell’inizio dell’invasione. Il figlio è stato richiamato immediatamente a combattere, mentre la nuora ha riempito una valigia, è salita su un autobus con le due bimbe e dopo 14 ore è arrivata al confine con la Polonia. Da lì un chilometro a piedi per raggiungere un’amica polacca che l’ha accolta a casa sua. Oggi Marta e il marito sono partiti per recuperarla, insieme alle figlie, e portarle in Italia. Del figlio non si sa nulla. Si sa invece che uno zio di oltre 60 anni è stato a sua volta richiamato a imbracciare il fucile contro gli invasori.
Tutti, dice Marta, sono nazionalisti convinti, disposti all’estremo sacrificio pur di non cedere al nemico. Ma, aggiunge, sono anche convinti di possedere una forza militare superiore alla Russia e di poter vincere grazie alle armi e all’appoggio forniti dall’America e dalla Nato. Forse non hanno mai sentito il detto “armiamoci e partite” o mai visto il film “Vai avanti tu che mi vien da ridere”.
Vi hanno illusi, fanno notare a Marta, non verranno mai ad aiutarvi. Ma no, no, verranno, risponde Marta. L’hanno promesso.
È così: gli Ucraini sono convinti che l’Europa alla fine accorrerà in loro soccorso, per portarli trionfalmente alla vittoria. Mentre Putin sta a guardare…
Una convinzione diffusa, come dimostra l’invito di Zelensky rivolto oggi agli europei: “Venite a combattere al nostro fianco”.
Credo che avrà un bell’aspettare. E quando si girerà e non vedrà nessuno accanto a lui forse si accorgerà che all’origine di questa guerra c’è davvero, e solo, una Grande Illusione.
Diana Lanciotti
Guariremo solo se… il mio contributo a un’informazione libera dalle gabbie del Pensiero Unico
10 commenti
Maria Vittoria Martellini
Diana carissima,
ti abbraccio subito ancora prima dei saluti per esprimerti la gioia provata nel leggere i tuoi commenti e considerazioni sulla situazione di guerra in Ucraina.
Condivido tutto ciò che hai scritto e finalmente trovo una giornalista libera, indipendente,non allineata che permette di leggere i fatti e non le opinioni altrui.
Grazie per il tuo coraggio che ti permette di andare controcorrente e che corrente che paga testate e giornalisti per infettare la pubblica opinione con falsità e preconcetti per cui dobbiamo credere a Biden salvatore dei poveri,deboli e indifesi,la Nato baluardo di sicurezza per noi europei e Putin l’usurpatore,aggressore assassino di popoli e civiltà.
Per fortuna che siamo ancora capaci di discernere, valutare e individuare responsabilità. Ma tu sei unica e ti ringrazio mentre orgogliosamente mi dichiaro tua amica estimatrice
Ti abbraccio ancora
G.G.
Sempre più fuori dal coro, sempre più originale nelle opinioni. In questi giorni sto leggendo tanto conformismo, tanta retorica. Bisogna studiare la Storia, come ha fatto lei, per poter capire e giudicare.
Grazie e ancora tanta stima
Guido
Giovanni
Con la guerra tra Russia e Ucraina chiuderanno il gasdotto siberiano, fatto nell’82 con la sola opposizione di Almirante!! Ecco come è andata a finire, la storia ci ha dato ancora una volta ragione. Il problema è che restiamo al freddo pure noi, non solo chi lo ha voluto quel maledetto gasdotto…
Giovanni
Giovanni
La seconda guerra mondiale è cominciata con la spartizione della Polonia tra Hitler e Stalin. Chi ignora il patto con Ribbentrob-Molotov del 1939 è destinato a non capire la complicità e la criminalità, fattore comune tra nazisti e comunisti. C’è da fare un bel lavoro culturale per farlo capire agli Italiani e agli occidentali… secondo me.
Putin è una sintesi di nazismo e comunismo. E l’occidente scappa.
Giovanni
M.B.
Penso che ci sarebbe anche qualcosa da aggiungere sulle connessioni tra Biden e Ucraina. Nessuno si ricorda più il figlio di Biden assunto da un colosso dell’energia ucraino e i tentativi di Trump di delegittimare Biden proprio per questo? E la ruggine tra Biden e Putin per gli hacker russi che hanno fatto fuori Hillary Clinton?
M.B.
Diana Lanciotti
Grazie mille per la puntualizzazione. Io non ho mai seguito le vicende, come credo la maggior parte dei cittadini, a cui arrivano le notizie che fanno comodo. Ora fa comodo farle arrivare per ricompattarci contro il comune nemico Putin.
Diana
M.B.
Sono solo spunti. Il processo di impeachment a Trump per l’ucrainagate è stato sui giornali e sui media per molto tempo. La gente si dimentica in fretta ciò che vuol e gli fa comodo dimenticare.
Tanto per capire i rapporti Biden Ucraina:
https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/joe-biden-e-gli-affari-con-l-ucraina-una-storia-lunga-un-decennio_46527197-202202k.shtml
https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2021/03/18/news/lo-schiaffo-di-biden-per-escludere-mosca-e-vendicare-il-figlio-1.40039438/
M.B.
Silvia G.
Cara Diana, grazie per la tua chiarezza e per lo sforzo di approfondimento di questioni tanto complese e poco note.
Il rischio è che ora ti bollinino come filoPutin o come dicono… putinista. Non lo temi?
Una stretta di mano
Silvia
Diana Lanciotti
Ormai un bollino non si nega a nessuno. La cosa assurda è che dopo #provax e #novax hanno creato le nuove categorie: #proPutin e #noPutin. Basta che uno azzardi un’analisi fuori dal coro e subito viene etichettato. Mi chiedo come si possa comportarsi come tanti tifosi allo stadio su qualunque questione. Anche la guerra.
E come sempre le divisoni e le contrapposizioni fanno il gioco di chi manovra i fili.
Il pensiero libero non è ben accetto, fa paura. Tutti si devono intriuppare, in un modo o nell’altro. Cerchiamo di evitarlo.
Un caro saluto
Diana
Giuseppe
GUERRE
Epoca antica
• Guerra di Troia-1200 a.C.
• Guerre greco-puniche 580 a.C. – 265 a.C.
• Guerre persiane 499 a.C.-478 a.C.
• Prima campagna siciliana 480 a.C.
• Seconda campagna siciliana410 a.C.-340 a.C.
• Terza campagna siciliana 315 a.C.-307 a.C.
• Guerra del Peloponneso 431 a.C.-404 a.C.
• Guerra corintica 395 a.C.-387 a.C.
• Guerre sannite (tra Roma ed i Sanniti) 343 a.C.-290 a.C.
• Prima guerra sannita 343 a.C.-341 a.C.
• Seconda guerra sannita 327 a.C.-304 a.C.
• Terza guerra sannita 298 a.C.-290 a.C.
• Guerre di Alessandro Magno 334 a.C.-323 a.C.
• Guerre dei Diadochi 323 a.C.-280 a.C.
• Guerre puniche (tra Roma e Cartagine) 264 a.C.-146 a.C.
• Prima guerra punica 264 a.C.-241 a.C.
• Seconda guerra punica 218 a.C.-201 a.C.
• Terza guerra punica 149 a.C.-146 a.C.
• Guerre macedoni 215 a.C.-168 a.C.
• Prima guerra macedone 215 a.C.-205 a.C.
• Seconda guerra macedone 200 a.C.-196 a.C.
• Terza guerra macedone 171 a.C.-168 a.C.
• Guerre servili romane
• Prima guerra servile 136 a.C.-132 a.C.
• Seconda guerra servile 104 a.C.-100 a.C.
• Terza guerra servile o rivolta spartachista (iniziata da Spartaco) 73 a.C.-71 a.C.
• Guerra giugurtina 122 a.C.-105 a.C.
• Guerra sociale 91 a.C.-88 a.C.
• Guerra civile romana (iniziata da Silla) 82 a.C.-81 a.C.
• Guerra gallica (di Giulio Cesare) 58 a.C.-51 a.C.
• Guerra civile romana (iniziata da Cesare) 49 a.C.-45 a.C.
• Guerra civile romana 43 a.C.-31 a.C.
• Invasione romana della Britannia 43
• Prima guerra giudaico-romana 66-70
• Seconda guerra giudaico-romana 115-117
• Terza guerra giudaico-romana 132-135
• Guerra dei tre regni in Cina 220-265
• Guerra degli otto principi in Cina 291-306
• Guerre vandaliche 533-534
• Guerra gotica 535-553
Età medioevale
◦ Guerra dei cent’anni 1337-1453
• Guerra delle due rose 1455-1485
Età moderna
• Guerre di religione 1562-1598
• Guerra Anglo-Spagnola 1585-1604
• Guerra dei trent’anni 1618-1648
• Prima guerra anglo-olandese 1652-1654
• Seconda guerra anglo-olandese 1665-1667
• Guerra di devoluzione 1667-1668
• Guerra d’Olanda 1672-1678
• Terza guerra anglo-olandese 1672-1674
• Guerra della Lega di Augusta 1688-1697
• Grande guerra del nord 1700-1721
• Guerra di successione spagnola 1701-1714
• Guerra di successione polacca 1733-1739
• Guerra di successione austriaca 1741-1748
• Guerra dei sette anni 1756-1763
• Guerre napoleoniche 1796-1815
Età contemporanea
• Guerre di indipendenza italiane 1848-1866
• Prima guerra di indipendenza italiana 1848
• Seconda guerra di indipendenza italiana 1859-1861
• Terza guerra di indipendenza italiana 1866
• Guerra di Crimea 1853-1856
• Guerra di secessione americana 1861-1865
• Guerra franco-prussiana 1870-1871
• Prima guerra boera 1880-1881
• Campagna d’Africa Orientale 1895-1896
• Guerra ispano-americana 1898
• Seconda guerra boera 1889-1902
• Guerra russo-giapponese 1904-1905
• Guerra italo-turca 1911-1912
• Prima guerra dei Balcani 1912
• Seconda guerra dei Balcani 1913
• Prima guerra mondiale 1914 – 1918
• Guerra russo-polacca 1919 – 1921
• Guerra d’Etiopia 1935-1936
• Guerra civile spagnola 17 luglio 1936 – 1 aprile 1939
• Seconda guerra mondiale 1 settembre 1939 – agosto 1945
• Guerra civile greca 1946 – 1949
• Guerra di Corea 1950-1953
• Guerra d’Indocina 1946-1954
• Prima guerra arabo-israeliana 1948
• Guerra d’Algeria 1954-1962
• Guerra del Canale di Suez 1956
• Guerra del Vietnam 1964-1975
• Guerra dei sei giorni 1967
• Guerra del calcio 1969
• Guerra del Kippur 1973-1974
• Guerra civile cambogiana 1970 -1975
• Invasione sovietica dell’Afghanistan 1979-1989
• Guerra Iran-Iraq 1980-1988
• Guerra delle Falkland 1982
• Intervento americano a Grenada 1983
• Guerra di Panama 1989
• Prima guerra del Golfo 1990-1991
• Guerre jugoslave 1991-1995
• Guerra Georgia-Abcasia 1992-1993
• Guerra in Cecenia 1994-2004
• Guerra del Kosovo 1999
• Guerra dell’Afghanistan 2001- 2021
• Seconda guerra del Golfo 20 marzo 2003 – 2011
• Conflitto israelo-libanese 2006
RIVOLUZIONI
• Rivoluzione americana – 1763 – 1783
• Rivoluzione francese – 1789 – 1799
• Guerra d’indipendenza greca – 1821 – 1831
• Risorgimento italiano 1847 – 1870
• Rivoluzione messicana – 1910 – 1911
• Rivoluzione russa (Rivoluzione Bolscevica – Guerra Civile Russa) – 1917 – 1921
• Rivoluzione fascista – 1922 – 1928
• Rivoluzione cinese – 1925 – 1927 / 1948 – 1949
• Resistenza italiana – 1943 – 1945
• Rivoluzione comunista cubana – 1953 – 1959
• Rivoluzione culturale cinese – 1966 – 1969
Questo elenco non è affatto completo, perché qualcuna l’avrò persa nel mucchio e anche solo perché considera le guerre e rivoluzioni del mondo “occidentale”; se aggiungiamo i conflitti in Africa ed estremo oriente…
Potremmo anche aggiungere i conflitti per interessi economici dei gruppi criminali – tipo mafia o cartelli messicani della droga.
Insomma, l’essere umano non ha mai smesso di fare guerre, combattere ed uccidersi.
L’Homo neanderthalensis è l’unica specie ad uccidere i suoi simili, con violenze e atrocità ineguali in natura.
Perché ? Per le tante filosofie, religioni (stimate ca. 10.000 nel mondo), ideologie sviluppate in 500.000 anni di storia dell’evoluzione del cervello dell’Homo neanderthalensis – che ha creato anche l’economia, le industrie e tante altre meraviglie della tecnologia.
La medicina, la Scienza, il benessere hanno consentito di passare da un’aspettativa di vita dell’Homo neanderthalensis alla nascita di soli 40 anni nel 1841 ai 73,3 anni di oggi (sebbene molti di questi sono vissuti convivendo con malattie e farmaci).
La specie umana ha continuato a consumare – anzi a distruggere la natura e le sue risorse che sono le uniche su cui possiamo contare perché non create e/o regolate dall’uomo stesso.
Siamo veramente la razza dominante e migliore del pianeta ?
Meritiamo davvero di continuare ad “evolvere” distruggendo lo stesso habitat che ci ha consentito di prosperare a danno di ogni altra specie ?