Nulla da dire contro la Scienza. Meglio chiarirlo da subito, soprattutto ai portatori sani di “non facciamo polemiche”, sempre pronti a chiedere il silenziamento di chi esprime un parere dissimile dal loro. Il PUD (Pensiero Unico Dominante) dilaga e soprattutto in questo periodo di reclusione si insinua, serpeggia, si allarga, ruba spazio e basta un attimo di distrazione per trovarcelo accanto a noi sul divano a guardare la tv e dirci quali sono le trasmissioni e i tg da seguire e a quale scienziato dare ascolto. Ecco… è proprio di loro che voglio parlare. Gli “scienziati”, gli “esperti”, come li definiscono alcuni. Le “primedonne”, le ”superstar”, i “soloni”, le “soubrette”, come in modo irriverente li definiscono altri. Non farò nomi, perché ho scoperto che alcuni di loro hanno una forte propensione liberticida, una fame repressa di oscurantismo, e ci mettono un battito di ciglia a querelarti o a chiedere la chiusura di un blog o di un sito. Visto il potere assunto da qualcuno di loro, verrebbe quasi da pensare che la fantasmagorica “task force antifakenews”, questa riproduzione in scala ridicola dell’Inquisizione che pretenderebbe di dirci che cosa è vero e cosa no, sia stata voluta da loro (o uno di loro) per zittire anche un sol cenno di dissenso dalle Verità Assolute. Le loro. Stride un po’ che proprio da gente che mastica la Scienza e la Medicina da quand’era in fasce arrivi la richiesta di credere a una sola Verità e di scartare qualunque altro pensiero che le si discosti di mezzo millimetro. La Scienza, così come la Medicina, non sono… scienze esatte. Sennò saremmo già tutti “saputi” e non avremmo più niente da imparare. E sai che noia. Ma torniamo a loro, a questi detentori della Verità, che si sono insediati in tv e sui social (alcuni anche in libreria…) in pianta stabile e da lì ci ammanniscono il Verbo. Dovremmo ringraziarli per tutta la Sapienza e la Scienza che ci propinano. Noi, poveri ignoranti, siamo in casa, e LORO, gli “Scienziati”, entrano, anzi si degnano di entrare, nelle nostre case via etere o via cavo con il nobile obiettivo di toglierci un po’ dalla nostra ignoranza. Ormai fanno parte della nostra quotidianità, sono di famiglia. Sarà difficile rinunciare a loro quando ci libereranno e potremo uscire. Forse anche loro lo sentono, questo nostro affetto, e lo ricambiano. Ed è per questo che cercano di rimandare all’infinito la riapertura: si sono affezionati, e sanno già che gli mancheremo, quando sarà finita. E poi, da zii buoni quali sono, si preoccupano tanto ma tanto della nostra salute e vogliono tenerci segregati in casa per paura che ci contagiamo. Che poi stando in casa ci ammaliamo di rassegnazione, di depressione, di… fame perché non lavoriamo da mesi, chissenefrega. Quel che importa è che LORO continuino a lavorare (per noi ovviamente, per il bene dell’umanità), a fare presenze in tv, a beccarsi consulenze dalle aziende per organizzarne la riapertura. È così: non solo la politica ha dato spazio e ha addirittura fatto dieci passi indietro davanti alla marcia inarrestabile degli “Scienziati”, ma anche gli imprenditori, gente in gamba che ha fatto grande l’Italia, gente a cui di solito è difficile aver qualcosa da insegnare, per far funzionare la fabbrica ai tempi del covid hanno bisogno degli “Scienziati”. Che ne abbia bisogno la politica è già più comprensibile: la politica sta subendo e nello stesso tempo sfruttando questi personaggi che, dal canto loro, paiono felicissimi di essere sempre pronti, prontissimi alla chiamata. Li subisce perché sono in effetti più istruiti e preparati dell’incompetente maramaglia di parlamentari e connessi a cui ogni mese paghiamo lo stipendio perché servano l’Italia, e non perché se ne servano. Li sfrutta, perché qualora succedesse qualcosa (e succederà, come è già successo) sarà facile giustificare scelte disastrose con un “l’ha detto la Scienza.” E la Scienza, si sa, non si discute. Discutono LORO, invece, gli “Scienziati”. E non se le mandano a dire. Hanno sempre palate di fango in tasca pronte da spalmare addosso ai loro colleghi/nemici. Sono tanti, uno (o una) diverso (o diversa) dall’altro. Ma uniti da un minimo comun denominatore: ognuno di loro è quello che ne sa più dei colleghi. In questo gioco al reciproco massacro, ci hanno detto tutto e il contrario di tutto. E però con una sicumera e un sussiego tali da mettere a tacere qualunque tentativo di dubitare delle loro granitiche affermazioni. Si parte da quello che il 2 febbraio assicurava che l’Italia era a rischio zero, che era più giusto preoccuparsi dei fulmini che del virus, e si spanciava dal ridere dicendo che, anche ad andarselo a cercare, in Italia sarebbe stato impossibile trovarlo. Salvo qualche giorno dopo tuonare che l’aveva detto, lui, che la situazione era grave (!) Ospite fisso in una trasmissione dove ha messo radici e dove adoranti seguaci lo interrogano rivolgendogli ogni volta le stesse domande a cui lui, con monacale pazienza, rifila sempre le stesse risposte, è quello che ne ha inanellate di più. I suoi scivoloni sono aumentati in modo esponenziale con l’aumentare delle presenze in tv. Eppure non molla. Avvinto come l’edera. C’è poi quella che il 26 febbraio, mentre fuori la gente già cadeva a grappoli, assicurava che si trattava di poco meno di un’influenza, che non eravamo in guerra, che da lì a una settimana nessuno avrebbe più parlato di coronavirus e lei, col coronavirus, si sarebbe fatta un ciondolo. Di settimane ne sono passate nove, siamo praticamente in guerra con un nemico invisibile (oltre che con l’irresponsabilità di “Scienziati” e politici) e il Covid-19 è uno degli argomenti più gettonati: in tv, sui giornali, sui social, in famiglia, nei pensieri, che si attorcigliano intorno a questo strano pallino colorato con quelle strane escrescenze. Un robino invisibile, ma che occupa nelle nostre menti lo spazio di un dinosauro. Dimostrandosi, lui sì, un vero divo capace di tenere la scena senza far calare l’audience. Poi c’è quell’altra, che da Oltreoceano negava la possibilità di trasmissione da uomo a uomo, fuori dalla Cina. Forte, immaginiamo, di evidenze secondo le quali solo i Cinesi si infettano col Covid. Un virus selettivo e razzista, insomma. Quando si dice… “siamo tutti Cinesi”. Poi, ancora, quell’altro, che si nota più per la felpa che per la simpatia, il sostenitore del “no sintomo, no contagio”, presto smentito da un numero incalcolabile di asintomatici che, indotti in errore da questi “Scienziati“, hanno continuato imperterriti a contagiare tutti i contagiabili. E poi, ancora, quell’altro, che invece si presenta rigorosamente in camice banco, e già intanto che gli fanno la domanda scuote la testa per far capire che sono tutte cretinate, e non ce n’è mai una che gli vada bene, tanto che alla fine ti chiedi: “Ma se non c’è niente che possa funzionare… come ne usciamo?” Non ne usciamo, infatti. Staremo in casa per l’eternità… Almeno secondo le raccomandazioni degli “Scienziati”. E poi c’è quell’altro, che all’inizio si era presentato come una persona umile, modesta, ma non gli ci è voluto molto per andare in overdose da esposizione mediatica e lo si è visto uscire dal suo vestitino dimesso per indossare i panni di Hulk. Una delle prime che ha combinato, sotto l’effetto psichedelico delle luci della ribalta, è stato ironizzare circa il contagio di Boris Johnson, il premier britannico. E quando gli ho fatto notare che si trattava di una battuta di pessimo gusto, l’ha definita “innocente”. Ma senza scusarsi, eh! Lui è uno Scienziato. E gli Scienziati non falliscono mai. Tutt’al più scherzano. Infine c’è lui. Quello che sprizza simpatia e allegria da tutti i pori. Quello che, contrariamente agli odiati colleghi, le scene è abituato a calcarle sin da ragazzo. Quello degli “asintomatici non contagiosi” e delle “mascherine non servono ai sani”, che ha fatto perdere un mese buono con questa facezia da buontempone con cui ha mandato a morte qualche migliaio di pazienti e qualche decina di medici. Anche lui, in overdose da esposizione mediatica, ha postato su twitter un video in cui un manichino di Trump viene preso a calci e pugni da alcuni americani. Poi l’ha ritirato… facendo la figura che merita, a livello galattico. Non pago dei tanti incarichi di cui gode, il nostro è diventato anche paladino degli immigrati clandestini a favore dei quali, insieme a 350 “accademici”, ha firmato un appello per la regolarizzazione e l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (cioè italiano, cioè il nostro) affinché beneficino dell’assistenza pubblica. Sottotitoli, per chi non si capacitasse di quanto ho scritto (e ci sarebbe davvero da non crederci): noi Italiani, già malmessi, dovremmo pagare le cure e le medicine a chi è entrato clandestinamente in Italia e, spesso, in Italia delinque per sopravvivere. Sono questi i divi del momento. Presenzialisti buoni per ogni programma tv, come il prezzemolo per ogni pietanza. Uomini e donne di spettacolo. Uno spettacolo penoso. Eppure li chiamano ancora, e ogni conduttore tv ha il suo guru preferito, e sui social sono seguitissimi da adepti adoranti che un momento sì e un altro pure li ringraziano per aver profuso la loro Scienza su questa terra che non li merita. Sono arrabbiata, con questi “Scienziati”. Come i politici, si nascondono dietro la scusa che la situazione era nuova e inaspettata. E allora, come in ogni situazione nuova e inaspettata, si usa la prudenza, si tace piuttosto che dire baggianate, e non si spacciano per verità incontrovertibili semplici opinioni che due giorni dopo si è costretti a ritrattare. E poi quello che disturba è vederli dare dei vecchi rincitrulliti ai colleghi che dissentono da loro. Se siete persone serie, i vostri stracci lavateveli per conto vostro, e non continuate a gettare fango sulla Scienza. Questi signori, che magari presi uno a uno sono anche validissimi, con la loro arroganza e la loro fama smodata di visibilità sono andati in tv, sui giornali, sui social a raccontare certezze. Ognuno la sua, diversa da quella dell’altro. Accusandosi l’un l’altro per aggiudicarsi la patente di “migliore”. L’unico che salvo, e di questo faccio il nome, è il professor Crisanti, quello che ha tirato fuori dai guai il Veneto. Fino a qualche giorno fa, pur avendone sentito parlare, non sapevo che faccia avesse: perché lui lavora, mica va in tv tutti i giorni. Lui lavora con la modestia che compete a un medico coscienzioso. Come tutti i medici che, lontani dalle luci della ribalta, hanno affrontato la malattia, la sofferenza e la morte senza nemmeno essere protetti. Morendo loro stessi, mentre gli “Scienziati” andavano in tv a pontificare. In tv, dove hanno fatto un massacro e sono stati massacrati. Tranchant, in proposito, il commento dell’ex ministro della Sanità Sirchia: «I medici hanno le loro responsabilità. Molti hanno avuto atteggiamenti narcisisti. Se lei mette un medico davanti a una telecamera, lui parla anche se è spenta.» Cari “Scienziati”, voi che siete abituati a stare in un laboratorio a studiare i virus, chiaramente non avete gli anticorpi per difendervi dall’assalto dei media che stritolano anche i più scafati. Perciò evitate. Non l’avete fatto finora, causando dolore, morti, disastri? Fatelo da domani, per favore. Anzi, da oggi. Per quanto riguarda noi, che “Scienziati” non siamo, la natura ci dota di strumenti idonei per scansare i pericoli: le facce. La faccia di una persona ci indica la sua indole e se ci possiamo fidare o no. Purtroppo non tutti sono in grado di cogliere i segnali. Guardiamoli in faccia, i politici e gli “Scienziati” in tv. Spegniamo l’audio e guardiamoli bene, negli occhi, in viso, nei gesti. Ne vedremo (o meglio: ne capiremo) delle belle. Lombroso e la fisiognomica docent. Diana Lanciotti P.S. Questo è il link a un video che raccoglie alcune delle “perle” dei signori “Scienziati”: https://tv.iltempo.it/home-tv/2020/04/17/video/tutti-gli-errori-scienziati-coronavirus-rischio-zero-mascherine-flop-roberto-burioni-ilaria-capua-gismondo-pregliasco-caos-epidemia-italia-1316626/ N.B. Questo è uno dei 160 articoli contenuti nel nuovo libro Antivirus. Emergere dall’emergenza di Diana Lanciotti – Paco Editore.
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