Il Giorno della Vergogna
Oggi l’Italia scrive una delle pagine più brutte della sua storia, in quello che verrà ricordato, ed è, il Giorno della vergogna. Un giorno, questo 15 febbraio, in cui, dopo mesi di tentativi più o meno andati in porto, vengono cancellati i diritti fondamentali in nome dei quali in passato milioni di persone si sono immolate per dare alle future generazioni, cioè a noi, la libertà e la democrazia.
Da oggi scatta infatti l’obbligo di vaccinazione anticovid per tutti i lavoratori dai 50 anni in su. Cittadini onesti, che sgobbano per mantenere sé stessi e la propria famiglia, che pagano le tasse, altissime, per usufruire di servizi che lo Stato, pur tenendosi i soldi, ora nega loro.
Uno Stato predone, che deruba i suoi cittadini di diritti fondamentali, li affama, li vessa, li ricatta. E la notizia viene data dai giornalisti come fosse la cosa più normale del mondo, come se invece di impedire a milioni di cittadini di lavorare e vivere avessero semplicemente detto che se piove è meglio aprire l’ombrello. Per non parlare dei sindacati, totalmente proni davanti a un governo in cui tanti emuli di Torquemada vorrebbero mettere al rogo gli eretici che non rispettano i dogmi della dottrina vaccinista.
Un governo, più che uno Stato, che discrimina i cittadini in base a una fede, la fede vaccinista. Perché è ormai chiaro che vaccinarsi, oggi, è a tutti gli effetti un atto di fede. Un atto di fede a cui non tutti vogliono sottostare. E, checché ne dicano, tra questi i “novax” duri e puri sono solo un’esigua parte. Ma non per questo va discriminata, derisa, umiliata.
Per il resto si tratta di: guariti, con una carica anticorpale alta che li difende da ulteriori contagi; guariti con prima o seconda dose già fatta, che non intendono sottoporsi a un’ulteriore somministrazione; già vaccinati che dopo la prima o la seconda dose hanno avuto effetti avversi e non intendono donare di nuovo il deltoide alla Patria; portatori di un quadro clinico che sconsiglia la vaccinazione, ma non ottengono l’esenzione; persone che anziché farsi inoculare un “vaccino” tarato su un virus di due anni fa preferiscono aspettare quello più aggiornato; persone sane che conoscendo la scarsa mortalità dovuta attualmente al Covid e la non accertata sicurezza degli attuali “vaccini” anticovid preferiscono la prevenzione attraverso misure precauzionali o, in caso di contagio, cure di provata efficacia. Alcuni arrivano a cercare il contagio, pur di immunizzarsi naturalmente e conseguire un’immunità più efficace e duratura rispetto a quella data dal “vaccino”, ed evitarne gli effetti avversi, non così rari. A tanto si è costretti, per togliersi il giogo di uno Stato padrone.
Parliamo di oltre due milioni di cittadini (ma la cifra esatta non si saprà mai) che per motivi legittimi, di salute o di convinzione, non hanno la possibilità, la necessità, l’utilità, l’intenzione di vaccinarsi o comunque di completare il ciclo vaccinale utile per conseguire il supergreenpass.
Siamo l’unica nazione che, ancora, impone il vergognoso lasciapassare verde (e per di più rafforzato) quando il resto del mondo va in direzione opposta e sceglie di vivere e lasciar vivere. Noi no: un manipolo di parassiti mantenuti da tutti noi decide che dobbiamo vivere nell’eterna paura di un virus, che dobbiamo sottostare a regole inique e senza senso dal punto di vista sanitario e giuridico, che dobbiamo dividerci tra buoni (i vaccinati) e i cattivi (i non vaccinati) e che questi ultimi vanno exclusi dal consesso civile. E, da oggi, dal lavoro. Cioè la vita, per molti.
È chiaro che siamo di fronte a decisioni che non hanno nulla di logico e razionale, ma denotano un piacere sadico e perverso di schiacciare qualunque forma di dissenso, qualunque libertà… persino quella di lavorare e mantenere i propri figli. Figli che da oggi si porranno delle domande e, almeno alcuni di loro, metteranno in discussione la sanità mentale e l’affetto di genitori che per ragioni “ideologiche” o per “fanatismo” o per “ignoranza” (è così che vengono definite le scelte dei non vaccinati) da oggi non portano più a casa il pane quotidiano. Quando basterebbe un semplice buchino sul braccio per tornare alla “normalità”. Se possiamo definire normalità la condizione in cui lo Stato invade qualunque sfera della tua vita, persino quella della salute.
Che cosa gli puoi raccontare a ragazzi sottoposti da mesi a un martellamento incessante di informazioni farlocche, ai quali si vuol far credere che vaccinarsi sia segno d’amore per gli altri, che se non ti vaccini non vai a scuola, non esci di casa, non puoi fare sport e divertirti con gli amici? I giovani sono materia plasmabile, e chi li sta usando lo sa molto bene.
Ha un bel dire (finché glielo lasciano dire) il dottor Broccolo, professore di Microbiologia all’università Milano Bicocca, che “Nella fascia 12-39 anni si osserva che i boosterizzati si ospedalizzano di più rispetto ai vaccinati in doppia dose” e che “i giovani hanno fatto dosi più ravvicinate, che forse portano ad un fenomeno di anergia del sistema immunitario.”
Hai un bello spiegargli, come faccio da tempo, che il nostro sistema immunitario è il nostro fedele cane da guardia, e se continuiamo a prenderlo a bastonate prima o poi ci si rivolterà contro.
Hai un bel dirgli che è assurdo, ora, vaccinarsi con un siero creato per un virus di due anni fa, che nel frattempo è mutato. È come se io prendessi la pastiglia per il mal di testa che avevo due giorni fa, mentre oggi a dolermi è la pancia.
Hai un bel dirgli che è il business che muove il mondo, soprattutto quando la posta in gioco è altissima, come ricordano decine di accademici che hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio contro il greenpass. Hai un bel dirgli che lo stesso Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, ha affermato che le varianti nascono proprio per aggirare i vaccini, e non da chi non si vaccina.
Hai un bel dirgli che, mentre tutto si sa dei “novax” contagiati e pentiti, nulla o poco si sa delle decine di morti “improvvise” per cause che nessuno vuole o può indagare. E che basta digitare su Google la parola “lutto” o “malore” per scoprire quante se ne verificano ogni giorno, tra giovani e adulti che godevano di ottima salute. Morti accompagnate dal silenzio più assordante e criminale.
Quando li hanno convinti che o si vaccinano o muoiono e fanno morire (ogni riferimento alla bufala di Nonno Mario Draghi è voluto), che se non si vaccinano diventano dei paria, dei reietti della società, puoi cercare di spiegargli la realtà ma quelli la rifiuteranno.
E ora, per stroncare sul nascere ogni pensiero contrario al Pensiero Unico Dominante, gli colpiscono i genitori, i renitenti alla vaccinazione, per dimostrare che se non obbedisci ti portano via tutto, perdi il diritto alla tua vita, quella che ti sei costruito col sacrificio, con l’impegno, con la fiducia in uno Stato che ora si rivela il tuo peggior nemico.
E ora, quando non si sono ancora visti gli “effetti” delle assurde ed efferate restrizioni, lo stesso Stato già sventola la minaccia di un greenpass a vita, di un obbligo vaccinale protratto ad libitum. Devono annullare le resistenze, da quando hanno deciso che in questa guerra in nome del dio Vaccino (Pfizer) non ci saranno prigionieri, ma solo convertiti o morti.
Una guerra insensata, che non riguarda solo i non vaccinati, ma tutti i cittadini. Perché se oggi calpestano i diritti di una parte della popolazione, se vedranno che nessuno si ribella, domani toccherà a chiunque osi dissentire da altre regole liberticide imposte dalla Stato.
La tirannide si manifesta anche così, e se non la riconosci ne sei complice anche tu.
Diana Lanciotti
Guariremo solo se… il mio contributo a un’informazione libera dalle gabbie del Pensiero Unico
4 commenti
Evelina
È una vergogna che se anche venisse eliminata domani resterebbe a macchiare la storia della nostra Italia. Oggi per la prima volta mi vergogno di vivere in questo Paese.
Grazie, cara Diana, per il tuo impegno e il tuo coraggio
Evelina
Martina
Cara Diana, ti conosco attraverso Titti, una altra bella persona, come te!
È un piacere leggere i tuoi articoli
La vita ci ha portato qui, a sperimentare questa storia
Ad oggi ne ho sentite tante, cerco di fare resistenza, di unirmi ai gruppi in manifestazione che in Sardegna sono difficili
Ma quante belle persone ho conosciuto, quanto ho imparato in questi due anni e quanto è bello abitare qui, in Sardegna
Sono andata via da Milano, a Trieste e poi qui, a causa del covid, ma quante esperienze!
E adesso non so, non so più, devo capire cosa mi sta insegnando ora, cosa vuole da me la vita ora
Grazie, tantissimo per quello che scrivi
Nina
Teresa
Cara Diana, le tue parole sono un balsamo per la ferita che ieri si è aperta nella nostra famiglia: mio marito, l’unico che porta a casa lo stipendio, di comune accordo con me da ieri è sospeso dal lavoro. Ha tutta una serie di patologie che il dottore riconosce come utili all’esenzione ma non vuol neppure provare a richiederla perché a forza d’insistere ha detto che rischia grosse sanzioni. Non so se è vero ma una vigliaccheria così non ce l’aspettavamo.
Ma quello che mi angoscia è che come tu ha scritto, l’unica che ha colto il problema, i nostri due figli di 12 e 14 anni non accettano la scelta e ora ce l’hanno con noi perché ci “mettiamo contro la società e lo Stato”. Non sto a dirti di cos’altro ci accusano. Neanche fossimo criminali. Ogni giorno sui social e a scuola li avvelenano di odio verso chi fa scelte diverse dalla moltitudine e loro non lo accettano.
È una situazione che non avrei mai immaginato di vivere…
Ora li convincerò a leggere il tuo bellissimo articolo. So che ti stimano tanto per il tuo impegno animalista perciò la tua opinione è molto importante.
Ti farò sapere le loro reazioni. Grazie di cuore
Teresa
Stella
Anche mia figlia da ieri piange e ci insulta perché sperava che l’obbligo venisse ritirato e ora che è in vigore se la prende con noi. Non capiscono il danno che stanno facendo oppure lo capiscono e lo fanno apposta. Allora sarebbero criminali. Abbiamo al governo la peggior specie di politici e tecnici, gente senza competenze e umanità… basta vedere le facce (…)
Quando torna da scuola le farò leggere queste bellssime parole. Intanto Diana un grazie dal profondo del cuore da me e mio marito. È consolatorio sapere che persone colte capiscono i nostri drammi.
Un abbraccio con riconoscenza
Stella