I “nostri” veterinari
Cara Diana,
sono un veterinario. Faccio questo mestiere da 23 anni ed ho visto cambiare profondamente la professione, nel bene e nel male.
Per caso, davvero per caso, mi sono imbattuto nel tuo scritto Il Mio Veterinario su Amici di Paco n. 59 e mi è venuto un colpo al cuore.
No, non lo conoscevo personalmente Marco Dalzovo, anche se nell’ambiente alla fine ci conosciamo quasi tutti e tra i colleghi abbiamo anche amicizie vere ed importanti e il suo nome non mi era nuovo.
Perché colpito? perché dalla tua descrizione lui aveva la mia stessa concezione della professione, che ho imparato ed aggiornato ma sempre con un occhio alle situazioni, su ciò che davvero è il meglio per quel cane o per quel gatto.
Ma non è di me che voglio parlare né tessere lodi, cosa che non mi compete, ma del collega a cui devo tutto e che mi ha insegnato in tal guisa la professione, il Dr Gianluca Tonarelli. E perché vengo a dirlo a te, dirai tu?
Perché Gianluca se ne è andato nel giorno della Befana, quest anno, prematuramente a 59 anni per un linfoma.
E perché io subito dopo scrissi un pensiero su di lui che ha girato e sta girando molto tra i colleghi e soprattutto tra quanti lo conoscevano e, se lo leggi, soprattutto se lo leggi, vedrai perché a leggere il tuo omaggio a Marco mi è venuto un colpo al cuore.
E’ un omaggio molto personale ma parla di persone molto simili, il tuo ed il mio veterinario, gente con un cuore grande così che solo a scrivere queste righe mi si gonfiano di nuovo gli occhi.
E io se solo ho preso una briciola da quell’uomo sono una persona fortunata.
Il racconto lo trovi sul mio blog, qui: http://ilmojitoperfetto.com/2015/01/0…-gianluca/
Non pensare che sia il solito necrologio. In tanti mi hanno telefonato o sono venuti a trovarmi per ringraziarmi per aver ritrovato il loro Gianluca nelle mie righe.
Grazie per avermi letto fin qui, se il racconto ti piace…bé, fammelo sapere.
Scriverti è stato quasi automatico.
Ciao
Claudio Stefanini
Fornoli-Lucca
(clicca su “continua” per leggere la risposta di Diana)
Caro Claudio,
ti ringrazio per la tua commossa e commovente testimonianza.
Persone così lasciano un segno e sembrano essere state messe sul nostro cammino da un destino amico che a un certo punto però ha cambiato idea…
Ma forse vederli invecchiare sarebbe stato peggio… e però erano ancora tanto giovani, avevano ancora tanto bene da fare…
Non so, mi sono chiesta tante volte in questo periodo che senso ha arrivare al top della professionalità, dell’umanità e poi… perdere tutto, non poter continuare questo cammino a fianco di chi ha bisogno.
Erano, eravamo in tanti ad avere bisogno di lui, così come del “tuo veterinario”.
Mi capita spesso di parlare a suoi clienti che, come era sucesso a noi, erano poi immancabilmente diventati suoi amici. E tutti noi non sappiamo capacitarci di non poter più prendere in mano il telefono in un momento di scoraggiamento e sentire il suo “pronto” sicuro e tranquillizzante dall’altra parte. E risolvere problemi dei nostri animali anche solo con quella telefonata.
Senz’altro ce ne sono altri come lui, anzi come loro due.
Ma noi abbiamo conosciuto loro e qua li stiamo ricordando come meritano: con gratitudine e affetto. Spero che Lassù si siano trovati e possano condividere ricordi ed esperienze… e farsi quattro risate insieme.
Grazie per avermi resa partecipe di questi tuoi pensieri
Diana
P.S. La tua lettera mi arriva pochi giorni dopo la telefonata di un tuo collega che, urlando (non ho capito perché), mi intima di non mandargli più la rivista di Paco perché non gli interessano i “piagnistei”. Evidentemente leggere il ricordo di un veterinario di un certo stampo l’ha in qualche modo disturbato…