I nostri amati giganti
Carissima Diana, ci siamo conosciute (beh, io a dir la verità ti avevo già conosciuta prima attraverso i tuoi libri, che ho letto sempre con grande piacere) alla Sial Cup, a Figino. Ci accomunava la storia dei nostri due ultimi Leonberger, il tuo Joy, dispensatore di gioia e il mio Wallace: entrambi avrebbero dovuto subire una tristissima sorte, il tuo per il megaesofago, il mio per una malformazione ai gomiti. Il veterinario a cui si appoggiavano gli allevatori aveva sentenziato che Wallace avrebbe dovuto essere soppresso (aveva 25 giorni, allora) perchè non sarebbe mai riuscito ad alzarsi in piedi. Per fortuna la natura e l’amore hanno deciso altrimenti, e Wallace corre, salta, gioca, ed è pieno di vita e talvolta il suo entusiasmo è difficile da arginare!!!
Wallace non è “figlio unico”: vive con Lucky, una golden retriever di 12 anni, con Mafalda, la mia adorata terranova di 11 anni e mezzo, con Leo il leonberger che forse hai visto a Figino in classe veterani, che ha compiuto proprio ieri 11 anni e Oscar, un altro leonberger di 9 mesi.
Quando ho letto il tuo libro (meravigliosi tutti, ma “Boris, professione angelo custode” è fantastico, ne ho regalate diverse copie) ho pianto tantissimo perchè ho sentito nelle cellule la tua commozione e rivedo in Boris, ora qui ora lì, ogni mio cagnolone. E il pensiero che un domani anche loro raggiungeranno Paco e Boris mi distrugge. Mi sembra impossibile poter vivere senza il mio meraviglioso branco. Ma so, con la testa, che un giorno accadrà e sapere che tante persone riescono a condividere gli stessi sentimenti forse sarà un conforto. Forse. Penso di non essere preparata a quel momento. Non lo sarò mai.
Già la premessa del libro è fantastica: io rincorrevo mio marito e mia figlia leggendo tutto l’elenco delle persone alle quali sconsigliavi la lettura. Già quella premessa è superlativa.
Poi ogni tua frase, ogni gesto, addirittura il privilegio di avere lo studio in casa è una cosa che ci accomuna: quando i miei clienti non hanno paura dei cani, io li ricevo con i miei 5 tappetoni, accanto e sotto la scrivania, nello studio. E’ una continua pet-therapy.
Sono orgogliosa di essere la loro mamma e il mio cuore trabocca di amore per loro, per il loro sguardo, per la loro meravigliosa capacità di darsi totalmente, affidandosi ciecamente a noi.
Sono felice che una persona come te sappia mettere per iscritto i suoi sentimenti, condividendoli con migliaia di persone. Sei davvero brava, continua, per favore, a farci partecipe della tua vita, della tua passione (che è anche la mia, la nostra).
Ti auguro tanto tanto bene, con il tuo Preziosissimo Angelo, il vostro Re della strada, il Dispensatore di Gioia e il piccolo Tommy, di cui so ancora troppo poco, ma spero di leggere presto le sue avventure con il suo fratellone.
Mi auguro di rivederti ad un prossimo incontro della Sial!
Un caro abbraccio
Donatella
(clicca su “Leggi tutto” per leggere la risposta di Diana)
Carissima Doni, grazie per la tua bellissima lettera. Come ho già avuto modo di dire evito di pubblicare le lettere di complimenti, ma quando queste lettere contengono i sentimenti che tu esprimi, be’, penso che servano da esempio e riflessione. E poi oggi è il mio compleanno, quindi un piccolo regalo extra me lo concedo.
L’amore crea amore, ne sono certa, e se non abbiamo paura a esternare i nostri sentimenti, così come non ne hanno paura i nostri amici pelosi, possiamo senz’altro "seminare" qualcosa che un po’ alla volta darà buoni frutti.
E’ un po’ il motivo per cui, a un certo punto, ho deciso di pubblicare il libro su Boris. Avevo iniziato a scriverlo il mese dopo la sua scomparsa, in Sardegna, dove ci eravamo "rifugiati" con Paco, per passare i nostri ultimi dell’anno nella più assoluta tranquillità. Là Boris mi mancava ancora di più. Mi mancavano le passeggiate in spiaggia con lui sempre accanto, o che non si allontanava mai più di una ventina di metri. Ho sentito il bisogno di scaricare sul computer tutto quello che avevo dentro, e mentre lo facevo mi sembrava di averlo ancora con me, il mio angelo.
Rivivere gli anni, meravigliosi, passati con lui è stato doloroso, ma anche dolcissimo. In quel periodo Joy era già entrato nella nostra vita, aveva poco più di un mese e a fine gennaio saremmo andati da Daniela a prendercelo. Ma il 3 gennaio arrivò la notizia, inaspettata, devastante: "Joy è affetto da megaesofago, e la veterinaria ne consiglia la soppressione." Ero ancora là, in Sardegna, a ricordare Boris e a prefigurarmi la vita con Joy, quell’orsacchiotto che, a un mese, quando mi aveva vista per la prima volta, mi aveva guardata come se mi avesse riconosciuta, e poi… mi aveva mordicchiato il polso, proprio come faceva il mio Bobone.
Ma, ora rischiava di essere soppresso. Quel cane dolcissimo che mi aveva già rubato il cuore era destinato a non condividere con me tutti gli anni che mi ero immaginata.
Credo di non aver mai urlato così forte in vita mia. Dolore, rabbia, incredulità. Allo strazio si aggiungeva un nuovo strazio. Ho passato la notte a cercare di convincermi, a dirmi "meglio saperlo prima che più avanti", a rassegnarmi ad aver perso un cane che non aveva ancora messo piede in casa mia, ma era già entrato con prepotenza nel mio cuore…
E poi tu sai com’è andata. Sia io che Daniela ci siamo ribellate all’idea della soppressione, solo che io ho dovuto lottare per convincere Daniela a darmelo lo stesso. Lei non voleva saperne. Era talmente sicura che Joy non ce l’avrebbe fatta… e così voleva assegnarmi un altro cucciolo. Invece ho insistito, in questo supportata dal dottor Dalzovo, il nostro veterinario, che ha capito che ormai tra me e Joy si era già creato un legame fortissimo e si è prodigato tanto per farlo diventare come l’hai visto e come lo vedi nella fotografia, insieme a Tommi.
E poi, quando Joy è arrivato ed è cresciuto rivelandosi un cane pieno di gioia (il mio dispensatore di gioia, appunto), tutte le volte che scrivevo di Boris e poi guardavo lui, mi sembrava che non ci fosse differenza, che l’uno fosse l’altro. Eccolo, ora che lo sto pensando lui sale le scale e viene a salutarmi, prendendomi a musate e appoggiandosi a me, con tutto il suo dolcissimo peso.
Sono meravigliosi davvero, i cani. Il tuo Wallace e il mio Joy sono la dimostrazione vivente che non bisogna mai mollare, mai arrendersi. E alla fine è questo il motivo per cui ho deciso di pubblicare il libro di Boris. Per dare voce ai sentimenti di tante persone che a volte si sentono esagerate nel proprio voler bene ai propri cani (o gatti) e per dimostrare che anche dopo un grande dolore la vita ha ancora grandi e generosi regali da farci.
Spero che ci vedremo presto, magari in autunno. Intanto fai una carezza a tutti i tuoi "tappetoni", che sono fortunati, e lo sanno, ad avere una "mamma" che li ama così tanto.
Un caro saluto
Diana