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Dalla mente al cuore: è così che noi e i nostri cani ci capiamo e… ci amiamo

Ieri a Verona si è tenuta la prima serata promossa da New Thought per approfondire la conoscenza dei nostri “migliori amici” e creare un rapporto sereno e armonioso con loro.
Ne fa il resoconto Diana Lanciotti, fondatrice del Fondo Amici di Paco, che era presente all’incontro e condivide con New Thought il progetto di creare una maggiore comprensione tra noi e i nostri cani.

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Sala piena, ieri sera, allo Spazio Accademia di via Magellano a Verona, per la conferenza “Dalla mente al cuore – La comprensione tra uomo e cane”, organizzata da New Thought, il centro di educazione cinofila di Demis Benedetti, in collaborazione con l’Accademia Vibrazionale di REI-SHEN-KI.
La prima di due serate (la seconda si terrà il 12 marzo, stessa ora e stesso luogo) ha trattato il tema delicato e fondamentale della comunicazione e delle differenze di approccio tra uomo e cane.
Io c’ero, come invitata e anche un po’ cointeressata (alla fine capirete il perché) e vorrei farne una breve cronaca.
Demis Benedetti, educatore ENCI e titolare di New Thought, ha introdotto l’argomento illustrando le qualità naturali del cane (tempra, temperamento, possessività, docilità, combattività), quelle caratteristiche che sono naturalmente insite in ogni cane, anche se a livelli diversi a seconda della razza, della genetica, dell’ambiente, e ha spiegato quanto sia nocivo cercare di comprimerle (o peggio sopprimerle).
«Se gli istinti e le qualità naturali del cane» ha evidenziato Demis «vengono compressi, da qualche parte devono sfogarsi. Il rischio è che si convertano in aggressività o comunque in comportamenti pericolosi. È invece importante canalizzare queste qualità del cane, insegnargli a modularle, a gestirle, senza che sfocino in atteggiamenti patologici.» L’esempio è quello del cane con un alto livello di temperamento e quindi facilmente eccitabile, che andrà fatto giocare (sbagliato impedirgli di giocare!) evitando di sovreccitarlo, ma aiutandolo a dosare le sue forze e le sue energie. «Solo così gli si dà equilibrio e gli si impedisce di mettere in atto comportamenti parossistici e reazioni inaspettate.»
Grazie all’esperienza trentennale con i cani e alla sua passione profonda per loro, Demis è riuscito a comunicare con chiarezza e immediatezza, coinvolgendo un pubblico attento e particolarmente interessato. Moltissimi i rimandi al “rispetto”, come base di un rapporto di fiducia reciproca.
Grande attenzione ha suscitato la parte relativa ai diversi toni con cui comunicare al cane (che, ricordiamoci, non conosce il nostro linguaggio parlato) le nostre intenzioni, a seconda dell’occasione e del risultato che si vuole ottenere.
«Non conta la parola in sé, ma il tono di voce con cui la si pronuncia. Quello che conta è che io usi un tono diverso a seconda del momento: il momento della LODE, il momento della TECNICA (cioè quando devo dare un ordine “di servizio” al mio cane: seduto, terra, eccetera, n.d.r.), il momento della CORREZIONE (quando un comportamento sbagliato del cane va ripreso con la voce per evitare che il cane lo ripeta, n.d.r.).»
Facendo un paradosso, si potrebbe anche pensare di usare la stessa parola per le tre diverse situazioni (lode, tecnica, correzione), adottando un tono di voce ogni volta diverso.
Ma, dato che il cane stando al nostro fianco ha imparato nel tempo a percepire anche il significato delle singole parole, è preferibile usare un termine diverso per ogni “comando” o tipo di comunicazione.
Quindi parole, suoni e tono di voce sono alla base di una buona comunicazione. E devono sempre essere gli stessi (quella parola pronunciata con quel tono) per non confondere il nostro cane. Tanto più la corrispondenza tra suono e tono sarà precisa, tanto più aiuteremo il nostro cane a capirci e a capire le nostre intenzioni.
Non solo parole e toni, ma anche gesti. Gesti e posture, come ha spiegato Eleonora Beccarelli, direttore didattico dell’Accademia Vibrazionale di REI-SHEN-KI.
«Noi comunichiamo sempre, anche quando non ce ne accorgiamo, anche quando siamo in silenzio. E i nostri cani, che hanno una capacità di recepire, una sensibilità molto più alta della nostra, riescono a interpretare anche i minimi messaggi (anche olfattivi) che seppure inconsapevolmente noi inviamo.»
Ecco perché dobbiamo essere sempre centrati e concentrati su noi stessi, sulle nostre sensazioni, sulle nostre percezioni, se vogliamo comunicare al meglio con i nostri cani.
«I cani vivono il momento Presente» ha spiegato ancora Eleonora. «Al contrario di noi, non sono mai rivolti al passato o protesi verso il futuro. Se vogliamo capirli e farci capire, dobbiamo considerare questo loro stato mentale concentrato, appunto, sul presente.»
Concentrarci sul presente, oltre a far meglio a noi, ci aiuterà a rapportarci al meglio con il nostro cane. Perché se riusciamo a farlo, a calarci pienamente nel presente, sgombrando la mente dai mille pensieri che la affollano e a volte la intasano, viviamo nella sua stessa dimensione, ci mettiamo in connessione con lui.
La conferenza si è conclusa con un filmato in cui Demis ha mostrato il tipo di lavoro svolto con il suo Opal, un magnifico esemplare di Pastore Tedesco da Lavoro che era in sala, per la gioia di tutti i presenti.
Il filmato ha mostrato le capacità di Opal di lavorare con Demis in perfetta simbiosi, creando un binomio indissolubile: a ogni movimento dell’uomo corrisponde un movimento impeccabile e preciso del cane, come in un balletto perfettamente sincronizzato. Ma Opal, al contrario di ciò che qualcuno potrebbe pensare, non è un cane sottomesso, schiacciato, ridotto a mero esecutore di ordini.
Opal è un Pastore Tedesco, un cane cioè che ha nel suo DNA, nella sua razza, l’obbedienza e l’attaccamento indissolubile e tenace al proprio “padrone” (dove padrone non ha nessuna accezione negativa, ma sta piuttosto per “padre”) e che “a causa” di queste qualità naturali ha il bisogno fisico e psichico di assecondarlo, di essere comandato e fare qualcosa di utile, di sentirsi impegnato e partecipe.
Non un ridicolo soldatino, quindi, ma un cane che “pende dalle labbra” del suo padrone non per paura, non per convenienza, ma per Amore.
Quello di ieri sera è stato un incontro molto molto interessante, anche per una come me che, tutto sommato, di cani e rapporto tra uomo e cane qualcosina sa. Un incontro ideale per riflettere su tante cose semplici ma importanti, che a volte diamo per scontate.
Ho conosciuto Demis, sua moglie Francesca e il loro team quasi un anno fa, quando io stessa mi sono trovata in un momento di difficoltà con il mio cane, e da allora mi sono appassionata al loro progetto, che poi è anche il mio: quello di creare una maggiore comprensione tra noi e i nostri cani.
Stimo molto Demis e apprezzo il suo operato, che si fonda su trent’anni di esperienza vera, concreta, fatta giorno dopo giorno sul campo, a misurarsi con problemi da molti giudicati irrimediabili, a scontrarsi a volte con la presunzione di “proprietari” che non vogliono ammettere i propri errori, quando invece gli sbagli di cui accusiamo i nostri cani sono nella stragrande maggioranza dei casi imputabili a noi; apprezzo il suo impegno a cercare sempre, instancabilmente, un approccio educativo su misura per ogni tipologia di cane e padrone.
Demis parla molto spesso di “rispetto” tra noi e i nostri cani, mentre io parlo più spesso di “amore”. Ma sono concetti assolutamente collegati. L’amore non può essere disgiunto dal rispetto. Dove non c’è rispetto (per il nostro cane e le sue “qualità naturali”, le sue esigenze di cane, di non appartenente al genere umano) non c’è amore. E se non c’è rispetto da parte nostra, difficile e comunque profondamente egoista pretenderlo da lui. Parlare di “rispetto” è come parlare di “amore”. Le due parole, i due concetti si sovrappongono, sono uno conseguenza ma anche origine dell’altro.
Quando si entra nel mondo New Thought si impara prima di tutto il rispetto. E perciò si impara ad amare.
Se penso allo stato d’animo incerto, confuso, amareggiato, con cui ho messo piede al centro New Thought per la prima volta, e se penso al mio stato d’animo attuale, di totale tranquillità ma soprattutto di profonda consapevolezza dei limiti miei e del mio cane… be’, mi sembra siano passati secoli, invece che pochi mesi. I limiti di cui parlo, anziché… limitare il nostro rapporto, sono diventati un forte collante tra me e il mio cane e creano complicità, comprensione, fiducia.
Io conosco lui, lui conosce me… e insieme sappiamo affrontare la vita con viso e muso sereni.
Per finire: il ciclo di incontri con Demis Benedetti e il suo team si concluderà presso New Thought il 29 marzo, in occasione di “Porte aperte sul mondo dell’educazione cinofila”, una seconda giornata (la prima si è svolta lo scorso ottobre con un successo e una partecipazione superiori a qualunque aspettativa) dedicata all’approfondimento di tutte ma proprio tutte le tematiche legate alla comprensione (o incomprensione) tra uomo e cane, nell’ottica di aiutare i proprietari di cani a gestire il proprio quattrozampe e creare con lui un rapporto armonioso e felice.
Vi aspettiamo!

Diana Lanciotti

(Locandina realizzata dall’agenzia Errico & Lanciotti, sotto la direzione creativa di Diana Lanciotti, autrice della fotografia).

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