Commento al libro “Paco, il Re della strada” di Tommaso, studente di Saronno
Salve.
Sono un alunno della 2C delle orsoline di Saronno e mi chiamo Tommaso.
L’anno scorso la nostra professoressa di Italiano ci aveva dato da leggere “Paco, il re della strada” ed io ero un po’ scettico perché a me piacciono i libri di fantascienza ma questo libro mi è piaciuto veramente molto e mi ha fatto emozionare perché non avevo mai pensato a cosa potesse provare un cane e solo dopo aver letto il suo libro mi rendo conto che i cani sono come noi esseri umani, sanno provare i nostri stessi sentimenti, e sono anche più intelligenti di certe persone come il padre della padroncina di Paco.
Purtroppo gli animali non hanno il rispetto che meritano.
Per fortuna esistono delle persone come lei e suo marito che aiutano i cani con il Fondo Amici di Paco e non solo perché se ognuno si prendesse cura di un cane come lei ha fatto con Paco nessun cane sarebbe randagio e solo ma avrebbe una famiglia.
Prendersi cura di un cane è una cosa che costa tempo e fatica ma se ti prendi cura del tuo cane questo ti darà molto affetto che ripagherà al 100% i tuoi sforzi e così hai solo da guadagnarci, non perdi nulla.
Adesso volevo farle qualche domanda.
Come ha fatto ha sapere tutta la storia di Paco?
Come mai lei e suo marito avete scelto di prendere un cane e prendere proprio Paco?
È stato molto bello leggere questo libro sia per il bellissimo ed emozionante contenuto sia per il modo in cui scrive che è molto bello e mi ha fatto sembrare di essere lì, di fianco a Paco a vivere la sua storia, a crescere con lui, e tutto questo perché scrive in un modo molto realistico ma fantasioso .
La saluto con molto affetto.
Tommaso
Carissimo Tommaso,
è davvero un grande piacere, quando si scrive un libro, avere il responso diretto dei lettori. Lettori così giovani, per giunta, che sento veramente sinceri.
In questi giorni sto ricevendo diverse email dagli alunni della tua stessa scuola, e avere ancora una volta la prova che il libro di Paco è piaciuto e ha fatto riflettere è un grande risultato per me.
Eppure pensa che, quando l’ho scritto, non pensavo proprio che sarebbe stato adottato nelle scuole e sarebbe servito come punto di partenza di un “percorso didattico” che si pone l’obiettivo di insegnare i valori del rispetto e della comprensione verso tutte le specie viventi. E invece così è stato.
In passato abbiamo anche organizzato diverse edizioni di un Premio Letterario rivolto agli studenti delle scuole medie, e l’entusiasmo con cui hanno partecipato migliaia di ragazzi è stato sorprendente.
Pur senza rendermene conto, sono riuscita a scrivere una storia triste senza… intristire, a far riflettere col sorriso sulle labbra. Un libro di “denuncia” contro l’abbandono, senza però i pugni nello stomaco tipici di questo genere di libri.
Trattare un argomento così tosto con una certa levità è stato, credo, la formula vincente.
Come tu dici, gli animali non ricevono il rispetto che meritano. Però ti assicuro che in confronto al passato (quando cioè ho scritto il libro di Paco e ho fondato il Fondo Amici di Paco, 21 anni fa) molte, direi moltissime cose sono migliorate. Ora parlare di diritti e benessere degli animali non è più considerato una cosa inutile o eccentrica, ma una necessità per una società che si consideri civile.
Ci sono tantissime persone che si occupano di animali bisognosi, come i volontari dei rifugi: persone buone che dedicano le loro energie per salvare tante creature rifiutate da persone cattive.
Ma ora cerco di risponderti. La storia di Paco ha un seguito, dove vengono chiariti tanti particolari lasciati in sospeso nel primo libro: si tratta di Paco. Diario di un cane felice, dove ho raccontato tutta la storia, alternandomi alla… penna con Paco (come ho già risposto a una tua compagna di scuola, Sofia: https://www.dianalanciotti.it/2018/09/lettera-da-una-studentessa/).
Più che conoscere la sua storia precedente al nostro incontro, ho cercato di ricostruirla, partendo da alcuni indizi, da certi suoi comportamenti. E poi ho cercato di mettermi nei suoi… panni, cioè nel pelo di un cane che, abituato agli agi di una casa, e magari all’affetto degli umani, si trovi di colpo scaraventato in mezzo a una strada, a rischiare la vita in ogni momento. Gettato via come si farebbe con una scarpa vecchia.
Anche alla seconda domanda ho risposto in Paco. Diario di un cane felice: io ho sempre avuto cani e gatti (per fortuna i miei genitori mi hanno insegnato ad amarli e rispettarli). Sempre due cani alla volta, e quando Diablo è rimasto senza il suo amico Duca ho pensato di dargli una nuova compagnia, perché si sentisse meno solo. Il nostro veterinario, il dottor Dalzovo, probabilmente ha visto in me e mio marito due persone che avrebbero potuto fare qualcosa per aiutare non solo uno, ma tanti cani ad avere un futuro più felice. Fu lui, infatti, a suggerirci di andare al canile.
Fu un’esperienza sconvolgente, ma tanto istruttiva, che mi fece venire la voglia di impegnarmi per salvare tanti cani vittime della crudeltà o anche solo dell’indifferenza.
Paco era lì che ci aspettava, immobile, e proprio con la sua immobilità si fece notare rispetto alla “cagnara” degli altri cani. Era in quella gabbia da quasi due mesi, ad aspettare proprio noi. Per poter scambiarci tanto amore e per fare del bene ai suoi simili meno fortunati di lui. Così, almeno, mi piace pensare.
Ti ringrazio tanto, Tommaso, per le belle parole che mi hai scritto.
Scrivimi ancora quando vuoi.
L’augurio che ti faccio è di poter ricevere da un cane lo stesso affetto che ho avuto da Paco e da tutti i cani (e i gatti) della mia vita.
Anche adesso due dei miei tre cani e uno dei miei tre gatti sono qua con me, a darmi serenità e ispirazione. Vederli dormire sereni e rilassati accanto alla mia scrivania è davvero impagabile. E tra qualche tempo, quando sarà meno caldo, ci saranno tutti e tre i gatti. Il terzo cane, Tommi, ha trovato posto sotto la scrivania di mio marito.
È molto bello.
Un abbraccio
Diana
P.S. Se poi tu e i tuoi compagni di scuola voleste continuare a leggere le gesta di Paco, potreste proporlo alla vostra professoressa, e saremo felici di farvi avere i libri.