Brando, studente di Saronno, parla di “Paco, il Re della strada”
Cara Diana,
le faccio i miei complimenti per il libro. A me personalmente è piaciuto molto come libro e come storia, ha usato un metodo di scrittura molto gradevole e che non avevo mai visto prima. L’ho letto con molto piacere, è stata una lettura interessante che in certi momenti mi ha fatto pensare a lungo, che mi ha commosso e divertito ma, più importante, mi ha fatto capire che non si dovrebbe mai lasciare solo un cane e nemmeno trattarlo male, perché anche lui è un essere vivente e deve essere rispettato.
Ora mi piacerebbe saper dove si trova Paco, se sta bene, quanti anni ha, ma soprattutto perché quel vigliacco del papà della padroncina lo abbia abbandonato.
Mi piacerebbe sapere anche come stanno i 3 gatti e cosa fa Paco ora.
Mi è piaciuta l’iniziativa di creare una Associazione per cani randagi.
Vorrei sapere se farebbe mai un libro sulla storia di un gatto che assomiglia a quella di Paco.
Una ultimissima domanda: “come si chiama suo marito ?”
Spero di poter leggere un libro ancor più bello ed emozionante.
Tanti saluti
Brando
P.S. uno studente delle Scuole Medie
Carissimo Brando,
in questi giorni siete in tanti della tua scuola a scrivermi. Immagino che abbiate letto Paco, il Re della strada durante le vacanze. Ma, a quanto vedo, non si è trattato di uno dei tanti libri/punizione che che si leggono a fatica. Vuol dire che Paco, anche stavolta, ha colpito nel segno. E più precisamente ha colpito il cuore di tanti ragazzi che leggendo la sua storia hanno potuto conoscere una realtà che spesso si considera lontana: quella del randagismo.
Invece non è affatto lontana, ma un fenomeno che, seppure in calo, abbrutisce la nostra società. Cani comprati con la leggerezza con cui si sceglie una mela al supermercato, come acquisti d’impulso fatti senza riflettere sulle conseguenze che la scelta di far entrare un nuovo componente nella propria famiglia comporta; cani considerati alla stregua di un peluche, ma che non essendo affatto dei peluches hanno le loro esigenze, non tanto e solo in termini di cibo e cure, quanto di tempo e affetto. Sono loro i candidati più probabili all’abbandono, e ce li ritroviamo per le strade o nei canili, stipati nelle gabbie, a fare una vita (o una non-vita) che non meritano.
Mi interesso di randagismo dal 1992, l’anno in cui misi per al prima volta piede in un canile e incontrai Paco. Un incontro sconvolgente, che diede una svolta alla mia vita, aprendomi gli occhi e la mente verso una realtà che non conoscevo. Allora nessuno parlava o scriveva di abbandono e maltrattamenti. Anche perché i cani abbandonati (ma anche quelli persi), portati al canile, dopo 3 giorni venivano soppressi. Per fortuna, proprio pochi mesi prima che Paco finisse a sua volta in canile (alla fine del 1991), fu varata una legge che impediva questa atroce usanza. Il problema però è sorto nel tempo: l’affollamento dei canili, con emergenze difficili da affrontare, che obbligano le associazioni come il Fondo Amici di Paco a impegnarsi senza sosta per aiutare i rifugi.
Sai, il mio sogno è che un giorno non esistano più canili, perché più nessun cane verrà abbandonato. È un sogno, per ora, ma se continueremo a parlare di questi problemi e sensibilizzare tante persone prima o poi ci arriveremo.
Dalle date che ti ho riportato sopra, potrai capire che purtroppo Paco non c’è più. Divenne “il nostro” Paco il 7 marzo del 1992 e aveva circa un anno. Ora avrebbe 26 anni e purtroppo i cani non vivono così a lungo. Paco ci ha lasciati l 26 dicembre del 2006, dopo quasi 15 anni di vita felice insieme. Una vita vissuta per amarci e farci capire tante cose importanti e permetterci di aiutare i suoi simil meno fortunati di lui.
Perché è stato abbandonato, mi chiedi. Non posso saperlo di preciso, perché ho potuto ricostruire la storia di Paco in base a certi indizi, ma ho dovuto anche lavorare di fantasia. Però so quali sono le cause dell’abbandono in genere: superficialità, insensibilità, a volte crudeltà. Quando un cane diventa adulto, e dopo essere stato un cucciolino grazioso e giocherellone si dimostra un impegno (un meraviglioso impegno!) la via più facile è liberarsene. Un tempo succedeva quasi sempre per strada, in autostrada o in campagna. Ora lo si porta al canile con qualche scusa (ad esempio di averlo trovato vagante e impaurito). Tanto, si pensa, là c’è chi penserà a lui. Così facendo però si rende ancora più dura e pesante l’opera dei volontari che, mettendoci il corpo e l’anima, si prendono cura di altri cani vittime della cattiveria degli umani.
Per quanto riguarda i 3 mici, anche loro purtroppo ci hanno lasciati: la Mimì a 16 anni, Qubì a 17 e Maciste a 21. Hanno avuto una vita felice e dignitosa fino alla fine e ci hanno lasciato tanti bei ricordi. A loro volta sono diventati i protagonisti di un altro mio libro, La gatta che venne dal bosco: la storia di Maggie, una trovatella che arrivò pochi mesi prima della scomparsa di Paco e che fece in tempo a condividere con lui tanti bei momenti.
Ed ecco che ho risposto alla tua quarta domanda: ho già scritto un libro sulla storia di un gatto, anzi di una gatta. Non assomiglia a quella di Paco, perché difficilmente una storia assomiglia a un’altra. Per quanto riguarda i gatti, poi, sono così imprevedibili e “unici” che proprio recentemente su di loro ho pubblicato il mio diciottesimo libro: Ogni gatto è un’isola.
Per quanto riguarda mio marito, si chiama Gianni, e ne ho parlato nei ringraziamenti finali del libro.
Proprio alla fine del libro, nelle “Note alla terza edizione”, troverai citati gli altri 3 libri che ho scritto su (anzi: con) Paco: Paco. Diario di un cane felice, In viaggio con Paco, e Paco, il simpatico ragazzo. Li trovi elencati sul mio sito, insieme a tutti gli altri che ho scritto:
Caro Brando, è stato un piacere conoscerti e conoscere le tue opinioni sul mio libro. Scrivimi ancora, se vuoi.
Nell’augurarti di avere successo a scuola e nella vita, ti abbraccio
Diana
P.S. Se tu e i tuoi compagni di scuola vorrete continuare a leggere le gesta di Paco, potete proporlo alla vostra professoressa, e saremo felici di farvi avere le copie necessarie di Paco. Diario di un cane felice.