I nostri migliori amici

Auguri Joy!

Carissima Diana, come di consueto ho dovuto interrompere la lettura del tuo articolo su Boris e Joy per andare a prendere i fazzoletti. E’ molto bello quello che scrivi, e soprattutto molto vero. Condivido pienamente i tuoi sentimenti, il rammarico di non avere tra le braccia chi non c’è più ma la consapevolezza di essere state molto fortunate ad aver gioito della loro presenza SEMPRE, sia in vita che nel momento del passaggio.
Mi sono sentita molto compresa e sento di capirti totalmente quando dici di aver “goduto” degli ultimi attimi di vita del tuo Boris. E’ accaduto anche a me per Leo, che mi ha aspettato, che mi ha dedicato il suo ultimo respiro, guardandomi negli occhi, per salutarmi un’ultima volta… E io sono piena di gratitudine per tutta la sua vita, che ha dedicato a noi e per quegli ultimi istanti, che ha regalato a me.
Anche la vita di Joy e di Wallace ha dei tratti in comune: sono nati entrambi nel 2005 ed entrambi avrebbero dovuto essere soppressi. E invece eccoli qui, che saltano, giocano, corrono e fanno i gradassi. Si, perchè probabilmente io e te, consapevoli del miracolo che stava accadendo (mi ricordo che il mio veterinario quando ha visto Wallace mi ha detto testualmente: “Vi ammiro, siete coraggiosi: non so se gli avete regalato sei mesi, o un anno di vita o magari chissà… Non so quanto potrà resistere, con le zampe così conciate”), li abbiamo trattati come bambini. Ho coccolato Wallace all’inverosimile, in casa lo chiamano “il Principino”. E’ viziatissimo, pensa di essere il centro del mio universo e non si è reso ancora conto che ci sono anche gli altri. Pensa di avere assunto automaticamente il ruolo di capo, da quando Leo (con il suo equilibrio e la sua calma sovrana) non c’è più. Ma Wallace non è Leo e lo scettro da re che si è preso non gli spetta di diritto. Devo dire che gli altri membri del branco sono moooolto tolleranti e lo lasciano “giocare” a fare il re. Oscar e Tobia talvolta mi guardano come per dirmi: “Dai, digli qualcosa….”
Oscar è buono come il pane e non reagisce alla dominanza di Wallace. Tobia è un mammone e appena qualcosa non va si nasconde dietro le mie gambe e lo sfida: “….e ora prova a farmi qualcosa, se sei capace!!!”
Se non sento ringhioni seri cerco di evitare di intervenire, in modo che stabiliscano loro una giusta gerarchia. So che non voglio vedere risse, nel mio branco, perchè le risse mi turbano emotivamente.
E’ vero quello che dici, nessun cane può essere sostituito. Non posso e non voglio pensare al momento in cui Wallace, o Oscar, o Tobia non ci saranno più perchè sono ancora così giovani e pieni di vita, di gioia, di amore….
So che dovrò affrontare la perdita di Mafalda e di Lucky, che ora hanno rispettivamente 13 e 14 anni… Ma anche loro, come Leo, hanno la fortuna di vivere una vita lunga e in buona salute. Spero che per loro la morte arrivi in modo dolce, come è stato per Leo.
Per me è impossibile pensare a una vita senza cani. E’ così bello riempire il loro mondo e vedere i loro occhioni appagati dalla nostra presenza…
Grazie, Diana. Grazie perchè riesci a condividere, a esternare, attraverso il dono della scrittura, senza mai cadere nella banale retorica, questi sentimenti e sensazioni che accomunano tante persone che condividono la stessa passione.
Tantissimi auguri di buon compleanno a Joy!! Un caro abbraccio a te e Gianni e tantissime coccole a tutti i tuoi peluches!

Doni

(clicca su “Leggi tutto” per leggere la risposta di Diana)

Carissima Donatella, in effetti anch’io vi ammiro per quello che avete fatto per Wallace, ma anche per il fatto che riuscite a gestire una famiglia di Leonberger così numerosa. A volte mi sembra già così impegnativo il mio Joy… E però, come tu dici, non riuscirei a pensare a una vita senza cani, ma anche a una vita senza Leonberger. Da quando li ho scoperti, con la loro dolcezza, il loro equilibrio e la loro presenza che ad alcuni può sembrare eccessiva, non so come farei a farne senza. Cerco di non pensarci.
Mentre di Boris dicevo che era il mio angelo custode, di Joy dico che è la mia roccia: mi dà sostegno e sicurezza. Purtroppo è convinto che io sia sua proprietà esclusiva, e a volte cerca persino di mettersi tra me e Gianni. Proprio fisicamente: se Gianni viene nel mio ufficio, lui accorre e si piazza per il lungo in parte alla mia scrivania, come se dovesse difendermi. Poi per fortuna si limita a quello, e lo lascia avvicinare senza problemi (ci mancherebbe!) Però il suo istinto di protezione e il suo senso del possesso lo portano a comportarsi così.
E poi lui è l’infermierino di casa: appena sente un semplice starnuto da noi o dai gatti, o da Tommi, corre con sollecitudine a controllare. E non si muove finché non gli assicuro che la situazione è sotto controllo. Lui capisce anche la differenza tra sdraiarsi sul divano a guardare la tele (allora si sdraia lì davanti e tra russate e sospironi si abbandona a un sonno vigile), e sdraiarsi perché non si sta bene. Se succede, ti mette il muso addosso e fa pressione, come se volesse trasmetterti la sua forza, e intanto ti guarda con aria preoccupata e rassicurante nello stesso tempo. E ti assicuro che averlo lì è un’ottima terapia, meglio di qualunque farmaco.
E’ molto bello il quadretto che hai fatto della tua famiglia. Mi immagino la vostra vita e la vostra casa popolate di code allegre e… mi viene da sorridere.
Siamo davvero fortunate ad averli con noi, a poter godere della loro compagnia e del loro affetto.
Grazie per gli auguri. Joy li ricambia con uno dei suoi sospironi.
Un abbraccio a tutta la tribù

Diana

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