Assenze non volute ma… giustificate
Cara Diana, ieri l’altro ti ho chiamato per i consueti auguri di buon compleanno. Come sempre è stato un vero piacere scambiare qualche parola con te però questa volta la telefonata mi ha lasciato l’amaro in bocca e da due giorni sto pensando se scriverti queste righe… Mi ha dato tanto dispiacere sentirti così… amareggiata, stanca, sfiduciata.
Tu hai sempre avuto parole di conforto per me le volte che ho avuto dei problemi (la perdita della mia Cuky adorata e poi del mio tesoro Guglielmo… tu sola ed io sappiamo il piangere che ho fatto e come mi hanno aiutato le parole con le quali mi hai sostenuta convincendomi ad andare avanti donando il mio amore ad un altro esserino che ne aveva bisogno… per questo è arrivata Pinky a farmi compagnia… devo ringraziare te per questo).
Scusami se te lo dico ma avrei voluto sentire la Diana Lanciotti battagliera di sempre, la donna forte che conosco e che non molla mai. Lo so che quell’operazione alla gola ti ha creato solo guai… altro che farti star bene. Ma possibile che i medici riescano a combinare tali e tanti disastri? Come si fa a rovinare la salute di una persona sana e robusta come te e poi non pagarne le conseguenze? Si sente tanto parlare di malasanità ma finché non ti tocca da vicino non sembra possibile che succedano questi fatti.
So che stai soffrendo fisicamente ed anche moralmente per non poter fare tutto ciò che hai sempre fatto con passione. A me e credo a tutti gli “amici di Paco” come me che ti conoscono e stimano dall’inizio (calcolavo oggi che sono quasi 15 anni!) manca vederti in televisione, mancano le presentazioni dei tuoi libri dove era bello vederci (ti ricordi a Milano alla Mondadori in occasione della presentazione di Black Swan… allora c’era anche Paco. E’ stata un’emozione troppo forte ed indescrivibile avervi lì davanti dopo aver letto i vostri libri), mancano i tuoi libri e sapere che “La vendetta dei broccoli” non uscirà come avevi annunciato anticipatamente è un grande dispiacere.
Non so nemmeno perché ti sto facendo questi discorsi… vorrei farti capire che anche se è un momento difficile per te e la tua salute non devi mollare, non devi arrenderti. Ci sarà pure qualcuno che può risolvere un problema che qualche disgraziato (chiamarlo disgraziato è un complimento…) ti ha causato. Alla tua età non puoi arrenderti, abbiamo tutti bisogno di te… pensa a tutti i cani e ai gatti che hai aiutato, a tutti i volontari dei canili/gattili che contano su di te… il Fondo non può esistere se tu ti tiri indietro…. e poi pensa al tuo Joy, che ha ancora tanto bisogno di te.
Scusami Diana ma dal profondo del mio cuore volevo che tu sapessi che ti sono vicina come tu sei stata vicino a me quando ho sofferto per Cuky e Guglielmo. Forza, forza e coraggio!
Un abbraccio pieno d’amicizia e ancora tutti i miei migliori auguri
Silvana
Silvana carissima, volevi proprio farmi commuovere con questa lettera? Ebbene, ci sei riuscita.
Lo so: quando mi hai telefonato alcuni giorni fa non ero in piena forma (ma del resto non la sono neppure ora) e, pur senza volerlo, ho lasciato trapelare la mia stanchezza, il mio avvilimento per questa situazione che si protrae ormai dalla fine del 2009. Anch’io mi chiedo come sia possibile che uno vada da un otorino per farsi vedere qualche puntino sulle tonsille e, pur non avendo mai avuto problemi ormai da tantissimi anni (le mie tonsille non mi davano problemi da quando avevo 15 anni… da allora mai avuto una febbre né bisogno di antibiotici), questo ti dica che devi assolutamente farti operare con questa “tecnica avanzata” , assolutamente sicura, che non ti dà problemi, che è quasi una passeggiata…
Cretina io a non essermi informata in giro… ma sai, figlia di medico, come pensare che un medico possa darti una fregatura così colossale? E invece è successo proprio a me, che mi credevo tanto furba e preparata. Mi sono lasciata convincere. Del resto a mia scusante ho che questo mi ha letteralmente terrorizzata elencandomi i rischi a cui sarei andata incontro tenendomi tonsille così, e dall’altra parte mi ha presentato questo intervento (la “criptolisi”) come un’inezia, una cosa di ordinaria amministrazione.
Solo dopo (alla seconda grave emorragia che ha richiesto un terzo intervento d’urgenza e mi ha portata vicina a… raggiungere il mio Paco e il mio Boris Lassù) mi sono documentata e ho saputo che quella tecnica è sconsigliata dalle Linee Guida dell’Istituto Superiore della Sanità per la sua pericolosità e le complicanze emorragiche che può presentare. E che gli interventi alle tonsille vengono prescritti in caso di ALMENO 5 episodi di tonsillite in un anno. Ma io avevo avuto qualche puntolino bianco esattamente un anno prima… e prima di allora nulla ma proprio nulla. Che senso aveva operarmi?
E in più, pensa, sono stata così furba da farlo privatamente, pagandolo. Ti rendi conto? Ho pagato per farmi combinare questo massacro. Già, un massacro: così l’hanno definito gli otorini che ho consultato dopo e che, scuotendo la testa rassegnati e increduli, mi hanno praticamente consigliato di starmene così. Così: con una tonsilla cucita lassù in alto (come un chewing gum appiccicato in gola… così lo definisce mio marito), che è come avere un corpo estraneo che mi obbliga a deglutire in continuazione, con continue formazioni infette, che mi provocano febbriciattole e malesseri continui… e quindi mi portano a essere come mi hai sentita: avvilita, sfiduciata.
Mi parli delle presentazioni in libreria, dei miei libri… e così giri il coltello nella piaga. Ma purtroppo è così: non riesco più a prendermi un impegno, soprattutto a lunga scadenza. Mi invitano ad andare nelle scuole per parlare ai ragazzi della storia di Paco, delle problematiche del randagismo, di rispetto degli animali; mi chiamano in tv per avermi in trasmissioni dove si parla di tematiche animali; mi chiedono di fare presentazioni in libreria… ma come faccio, come faccio a dire di sì se quel giorno rischio di ritrovarmi con la febbre, e l’unica cosa ragionevole da fare è mettermi a letto e sperare che passi?
Ricordo che all’epoca del “fattaccio” della criptolisi era venuta a galla la vicenda del bradipo. Ti ricordi? Certo, ci hai dato una mano anche tu a “riscattarlo” permettendoci di salvarlo dalla sua prigione. Mi ricordo il giorno della sua liberazione al Parco Natura Viva, dove ci incontrammo con Edoardo Stoppa di Striscia la notizia. Ero reduce dal terzo intervento (quello che mi ha dato il colpo di grazia). Mi sentivo uno zombie, eppure sono riuscita a dire qualche parola al microfono e a far finta che andasse tutto bene. E invece mi sentivo uno straccio.
Da lì in poi, tutto è peggiorato, con continue infezioni, febbri… figurati il mio sistema immunitario com’è conciato.
Ecco perché non vado più in tv quando mi chiamano e non mi prendo impegni “importanti”. Non posso rischiare di sentirmi male in occasioni del genere. Altro che andarmene in giro come facevo prima!
E’ così avvilente… Mi hanno portato via la mia vita. Questa è un surrogato.
Per non parlare del lavoro.
Errico & Lanciotti è la nostra agenzia di comunicazione e prende il nome proprio dai cognomi di mio marito e mio. Siamo noi le “facce” della nostra società, e i nostri clienti vogliono e sono abituati a vedere noi, mica un account. E non sono molto contenti di vedere che il 50% della società, cioè io, è latitante da troppo tempo. Certo, mi sentono al telefono, certo Gianni è bravissimo a caricarsi sulle spalle anche i miei impegni… ma non è la stessa cosa. E anche dal punto di vista psicologico, per me, non è piacevole sentirmi “invalida” e non più in grado di assumermi le mie incombenze che tanto amo e mi appassionano. Perché, l’ho sempre detto, il mio è un lavoro che amo, mi appassiona, perché è creativo, non ripetitivo, spesso divertente.
Quindi, se il lavoro ne risente, a maggior ragione, come mi hai fatto “notare” tu, ne risente il Fondo Amici di Paco, e anche Paco Editore, di cui ho la… disgrazia (scherzo, ovviamente) di essere direttore editoriale. Ciò significa che tutto passa dalle mie mani. E infatti, come dicevamo al telefono, non solo non stanno uscendo libri miei (come faccio a farli uscire e poi a non poterli promuovere andando in tv o nelle librerie?), ma nemmeno quelli di altri autori.
Come è possibile che sia successa una cosa del genere, ti chiedi e mi chiedo.
Sfortuna, come mi ha detto più volte l’otorino in questione. Certo, una grande sfortuna: quella di aver incontrato lui.
Capisci, allora, perché proprio il giorno del mio compleanno fossi particolarmente scoraggiata…
Scusami lo sfogo, ma ne ho approfittato per chiarire le cose a tutti coloro che mi cercano preoccupati, temendo che il Fondo Amici di Paco abbia dei problemi e chiuda i battenti: no, non li chiude. Sono io ad avere dei problemi.
Ma vi prometto che, per quanto mi è possibile, non farò mai mancare niente ai rifugi che ci aiutate ad aiutare. I cani hanno bisogno di star bene… anche se io non sto così bene.
Un caro saluto
Diana