I nostri migliori amici

Ancora sul taglio delle orecchie

Gentilissimo dottor Massimo Buzzanca, abbiamo letto con attenzione la sua lettera indirizzata a Diana Lanciotti sulla rivista “Amici di Paco” n°62.
Siamo d’accordo su tutto ciò che ha scritto riguardo al taglio delle orecchie sui cani ed in particolare sul dogo argentino.
Noi abbiamo un allevamento di dogo ormai da molti anni e cerchiamo di selezionarli non solo belli, ma soprattutto sani ed equilibrati.
Nel nostro logo è rappresentato un nostro dogo, Juliochavez, con le orecchie tagliate, pratica assolutamente legale e accettata da tutti fino al 2007. Questo cane a soli 2 anni di età ci ha lasciato, ma noi ce lo ricordiamo cosi… possente, fiero e con le orecchie tagliate. Perché dovremmo vergognarci?
Per quanto riguarda l’amputazione delle orecchie noi, da quando è stata approvata la legge, non la effettuiamo più, infatti l’unico esemplare amputato che possediamo è una vecchietta di quasi 12 anni, che ci è stata affidata dall’ASL a seguito di un sequestro quasi 10 anni fa.
Tutti i nostri cuccioli vengono ceduti con orecchie integre in rispetto della legge.

Frequentando il mondo delle esposizioni, incontriamo ogni volta esemplari con orecchie tagliate, che spesso vengono premiati dai giudici. Per tale motivo si tende ad alzare le orecchie, non tanto per “dare un aspetto più aggressivo”, ma per permettere al giudice di apprezzare in modo obiettivo la testa del soggetto e le garantisco che a volte questo piccolo stratagemma permette di gareggiare ad armi pari contro un cane amputato, con relativo certificato medico di “taglio sanitario” REDATTO DA UN VETERINARIO COMPIACENTE.
Nel mondo del Dogo Argentino siamo considerati veramente molto male da quasi tutti gli altri allevatori , proprio perché ormai da anni portiamo avanti la politica del NO alla conchectomia e allo stesso tempo con lo stesso vigore ci battiamo per il NO alla caccia e ai combattimenti.
Questo razza viene considerata da molti creata per la caccia grossa ( cinghiali) e che come tale deve essere mantenuta. Noi riteniamo invece che il contesto storico/geografico/socio/culturale in cui è stata creata questa razza è completamente diverso rispetto a quello in cui, oggi, viviamo il Dogo Argentino. Le qualità dei nostri cani sono molteplici e questo li rende adatti ad essere inseriti in famiglie anche con bambini. La ricerca che effettuiamo sulle famiglie adottive per i nostri cuccioli è lunga, impegnativa e faticosa, ma quasi sempre riusciamo a donare loro un futuro sereno insieme a persone che li ameranno per tutta la vita. Noi non cediamo mai cuccioli a “bulli”, a cacciatori, a persone che li relegano in box fuori casa. Nei nostri “Contratti di Cessione dei Cuccioli” viene specificato a chiare lettere che il piccolo DEVE far parte della famiglia e quindi deve vivere a stretto contatto col padrone e con la sua abitazione. Naturalmente nel contratto viene anche specificato che il cane non dovrà essere utilizzato per attività illegali, violente ed aggressive, che dovrà essere curato, educato e cresciuto con amore. La prima selezione dei nuovi padroni viene effettuata al telefono, di seguito pretendiamo di conoscere personalmente le persone a cui affideremo i nostri cuccioli, attraverso alcuni incontri, durante i quali mettiamo tali persone a contatto con i nostri cani adulti per valutare le loro reazioni (una full immersion) e l’atteggiamento che dimostrano, e sottoponiamo i “poveretti” ad un vero e proprio interrogatorio. Il nostro istinto ormai ci fa capire se tali persone sono adatte ad avere un nostro cucciolo

I controlli a cui siamo sottoposti da parte delle autorità competenti rilevano ogni volta uno stato perfetto di gestione dei nostri Dogo, questo vuol dire che lavorare correttamente si può anche con una razza “particolare” come il Dogo Argentino.

Grazie per l’attenzione

Luigi Mangia
Allevamento Dogodelbiancomanto

Gentile signor Mangia, la ringrazio per aver voluto puntualizzare un argomento così controverso, presentando un punto di vista molto interessante: quello di chi vive questi problemi in prima linea e ha saputo nel tempo adeguarsi e anzi apprezzare i cambiamenti imposti dalla legge.
Spero che siano tanti e sempre di più gli allevatori di Dogo, ma anche di altre razze, che seguano la sua fiosofia, e allevino con passione e rispetto delle regole e del benessere psicofisico degli animali.
L’allevatore è il primo artefice delle fortune o delle sfortune di un cane. I proprietari, i giudici e i veterinari devono far tesoro di ciò che chi conosce la razza e le sue peculiarità ha stabilito, impegnandosi per diffondere le proprie convinzioni.
Come già le ho accennato, torneremo sull’argomento per creare maggiore sensibilizzazione e diffondere l’idea che l’orecchio integro non rende di certo meno bello il cane. Forse, anzi, ne sfata l’immagine di aggressività che gli si vuol attribuire e allontana da certe razze persone più interessate a fare del proprio cane uno status symbol o, peggio, un’arma letale.
Mi tenga informata.

Cordialmente

Diana Lanciotti

 

 

 

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