Anch’io ho un angelo custode
Gentile Signora Lanciotti,
mi chiamo Cecilia, ho 39 anni e le scrivo da Roma. Anch’io dalle 18.30 dell’11 gennaio ho un angelo custode in paradiso: il mio adorato gattino Musetto è volato in cielo, senza un fiato, senza un lamento, dolce e silenzioso come era vissuto. Musetto aveva 8 anni e 5 mesi, era un persiano “misto”, color panna con gli occhi colore del grano maturo. Proprio ieri, al colmo del mio dolore immenso e lancinante, dopo mesi che non lo facevo, sono tornata sul sito di Paco e ho appreso la notizia che anche il vostro Boris è volato via….ho letto la sua storia e ho rivissuto passo passo la mia con Musetto. Mimmi, così lo chiamavo io, ha dedicato la sua vita a me, mi ha eletto sua mamma, mi ha amato e protetto, mi ha divertito e consolato, abbiamo vissuto in completa simbiosi (e probabilmente solo Lei può comprendere appieno il termine “simbiosi”). Anche noi avevamo i nostri riti mattutini e serali, avevamo la necessità di sentirci vicini, di condividere ogni minuto disponibile…
Lui era la presenza costante accanto a me, un gatto che non ha mai conosciuto l’aggressività ma solo dolcezza immensa senza nulla chiedere se non miagolare per attirare la mia attenzione per un grattino e per le nostre conversazioni. Non riesco a descriverLe come veramente era: io semplicemente lo definisco il mio figlio muto.
Mimmi, oltre che con me e il mio compagno, ha condiviso la sua vita troppo breve con un Siberian Husky che non c’è più dal 24/8/2004 (Rocky, anche lui un essere “soprannaturale”) e con Ciccio, un bassotto tedesco di quasi 11 anni che adesso è rimasto solo…proprio come me.
Un gattino sanissimo, mai un problema, fino a 10 giorni fa… ha cominciato gradualmente a rifiutare il cibo, a respirare con un po’ di affanno… corse dal veterinario, sospetta polmonite, cortisone, antibiotici… e l’altra sera mi ha aspettato per morire… di nuovo corsa dal veterinario… il cuore ha ceduto, senza un fiato, dolcemente e terribilmente… non so, non ho capito… una malformazione… sto impazzendo…
Oggi sono qui, le mie mani sono vuote, ho il bisogno “fisico” di averlo accanto (stazionava perennemente sulle mie ginocchia…), di parlare con lui, di sentirmi protetta dalla sua presenza indispensabile e amorosa…
Le chiedo scusa di questo sfogo, da mercoledì sono sola, mi sento indifesa, vulnerabile… La abbraccio, insieme al suo adorato Boris, al mio adorato Rocky, al mio figlio Mimmi e spero che questa mia disperazione possa trasformarsi un giorno in amore e la consapevolezza che mai più avrò un figlietto così possa cedere il passo all’accoglienza e ad una dolce malinconia.
Grazie di tutto e per tutto.
Baci Paco per me, anche da parte del mio piccolo Ciccio
Cecilia P.
(clicca su “Leggi tutto” per leggere la risposta di Diana)
Cara Cecilia,
Lei si scusa per lo sfogo, io invece La ringrazio per aver scelto me per questo Suo bellissimo ricordo.
Vuol dire che non siamo soli, nel nostro dolore, che altre persone non hanno paura di parlare dei sentimenti che provano per gli animali.
Sentirsi capiti, in questi momenti, fa tanto bene.
Lo so, lo so che cosa vuol dire perdere un esssere che ci è tra i più cari. E soprattutto perderlo così, all’improvviso, senza essere minimamente preparati. Non mi vergogno a dire che il mio Boris era, insieme a mio marito e ai miei genitori, l’essere a cui più volevo bene. Un figlio, come per Lei il suo Mimmi.
Il lutto per queste perdite è grandissimo, e scava voragini che rimarranno per sempre aperte.
Sono passati più di due mesi (sembrano anni, sembra ieri…) da quella terribile notte in cui Boris ci ha lasciati, e il dolore e il senso di mancanza non si sono attenuati.
So che non la sto incoraggiando col dire che il tempo non guarisce. Non può. Il tempo non può cancellare l’intensità di un legame così forte.
Lei parla giustamente di "simbiosi", di "bisogno fisico" e ha perfettamente ragione. E’ proprio anche il contatto fisico, la carezza, il lungo abbraccio a mancare, in questi momenti. Ovunque io fosssi, ovunque andassi, Boris era lì, con me, e il suo muso buono e adorante puntava sempre verso di me, come l’ago della bussola verso il nord.
Si possono dimenticare certi momenti? Si può dimenticare di essere stati così importanti e amati? No, non si può. Ma non si deve neanche, secondo me.
Se volessi, potrei depositare il ricordo di Boris in un forziere, e lasciarlo lì. Ma non sarebbe giusto. sarebbe come farlo morire una seconda volta. Invece voglio che Boris continui a vivere, almeno nei ricordi.
Non mi interessa non soffrire per lui. Piangerlo è il minimo che possa fare, dopo averlo amato tanto.
Qualcuno ogni tanto mi dice: "Ci vuole tempo perché passi".
Ma io non voglio che passi. Soffrire per una persona o un animale caro fa parte della vita. E’ arricchimento, è un tassello in più di umanità che ci viene regalato per comporre la nostra completezza di esseri in crescita.
Posso dirLe, però, che ora ad affiorare sono più che altro i ricordi dei bei momenti. Quelli li sto saccheggiando a piene mani, e mi danno la forza di sorridere.
Piango, piango ancora tanto per Boris, ma non sono più lacrime di disperazione. A volte sono addirittura di gioia. Gioia, grandissima e indescrivibile gioia per averlo avuto, per aver passato con lui otto meravigliosi anni.
A un certo punto, nel buio della disperazione, mi sono sentita sfortunata per quello che è successo.
In realtà sono stata fortunata. Ho avuto la grande, immensa fortuna di aver conosciuto Boris, di aver avuto dalla vita questo bellissimo dono.
Mi scusi, Cecilia, se ho parlato di me invece di cercare di consolare Lei. Ma credo che la condivisione del dolore aiuti ad alleggerire il proprio fardello.
Pianga pure tutte le lacrime che ha per il Suo Mimmi. Lui se le merita tutte. E gli parli, senza riserve. Lui c’è ancora e Le sarà sempre accanto.
Io tutti i giorni vado da Boris, dove l’abbiamo messo a riposare. Gli parlo, lo sento lì. E ogni volta mi sento avvolgere da una grande pace.
Anche Lei è stata fortunata ad aver avuto Mimmi, seppure non quanto avrebbe voluto. Provi a pensare ai Suoi ultimi otto anni senza di lui. Non Le sembrerebbe più vuota la vita?
L’augurio che Le posso fare, ora, è di riuscire a pensare solo ai momenti belli e farsi accompagnare da questi.
E di riuscire ad aprire il Suo cuore a un altro affetto, che sarà senz’altro diverso ma saprà ridarLe un po’ di serenità. Vedrà, la vita è solo lì che aspetta per darLe un’altra gioia.
Un caro saluto
Diana
P.S. Dodici anni fa persi prematuramente un gatto che adoravo, il mio Patrick. Ne ho parlato nel mio primo libro "C’è sempre un gatto". Fu un dolore fortissimo, che ora è diventato un ricordo dolcissimo.