Nuove testimonianze di medici vittime di soprusi in nome delle “regole” anticovid

  Come scrivevo giorni fa, da quando è uscito il mio ventiduesimo libro “Guariremo solo se…” sto scoprendo un mondo sommerso, represso e calpestato, di cui finora sono stati vittime i sanitari, gli insegnanti e le forze dell’ordine, a cui si stanno aggiungendo tutti gli over 50, obbligati in base a decisioni prive di fondamento sanitario, scientifico e giuridico a sottoporsi a una vaccinazione di massa. A chi si fosse sintonizzato solo ora e si fosse perso le puntate precedenti, ribadisco quanto affermano tutti gli esperti non finanziati dalle lobby farmaceutiche, gli unici ad aver conservato quel po’ di etica che consente loro di dire come stanno le cose: che si tratta tuttora di una sperimentazione (v. https://www.iltempo.it/politica/2021/09/04/news/mario-draghi-vaccino-obbligatorio-2023-ema-approvazione-ordinaria-pfizer-green-pass-governo-28549744/) che terminerà per Pfizer nel 2023, e i primi dati verranno resi noti per gentile concessione delle società produttrici, quando e se si degneranno. E tutto perché i Governi, che hanno stipulato i contratti con le case farmaceutiche, si sono spalmati a tappetino ai loro piedi, pagando, accettando e, alla fine, ringraziando. Tutto sulla pelle (e il portafoglio) dei cittadini. Ai quali è concesso solo di… obbedire. Obbedire a diktat insensati, a decisioni incomprensibili, come quella che prevede che i malati di covid debbano essere curati con “paracetamolo e vigile attesa”, con le conseguenze che purtroppo sappiamo. La negazione delle cure domiciliari che, se tempestive, avrebbero (e per fortuna hanno) salvato tante vite, è stata una scelta scellerata. Come mi ribadiscono i numerosi medici che mi hanno scritto dopo aver letto il mio articolo “I tartassati…” Anche loro purtroppo mi chiedono di riportare le loro considerazioni ma di non menzionarli. Lo farò anche se, scoprendo quanti sono in dissenso con le linee guida redatte dal Ministero della Salute e le restrizioni imposte dal governo, mi auspicherei una presa di posizione ufficiale e coraggiosa. Capisco quanto sia difficile: il clima è davvero da Inquisizione verso chi osa dissentire. Mentre viene dato risalto solo al mainstream dove la “narrazione” è univoca e non si discosta di una virgola dal vangelo ufficiale diffuso dal governo (sotto dettatura delle case farmaceutiche, una in particolare). Mi scrive un medico del Centro Italia: Ho saputo di quel collega di cui hanno parlato a “Fuori dal coro”, che ha curato a casa 3000 pazienti, guarendoli tutti. E adesso, per aver fatto il suo dovere, è indagato e rischia la sospensione. Mi aspetto che presto succeda anche a me, visto che mi hanno mandato un paio di richiami a cui non ho peraltro risposto. Io ne ho curati di meno, quasi 500, e tutti stanno bene. Secondo il protocollo avrei dovuto lasciarli a casa ad aspettare (e morire?) o mandarli in ospedale (a soffrire e spesso morire). Ma questi non si rendono conto della sofferenza oltre che fisica anche psicologica di pazienti che si sentono abbandonati dai medici, dallo Stato e, se devono andare in ospedale, separati dai loro cari. Nessuno pensa al fattore psicologico, a come un sistema immunitario possa crollare non solo per la malattia ma anche per lo stress e la paura. Improvvisamente ci si è scordati che siamo fatti di carne e mente, e se la mente si indebolisce per la paura anche la carne ne risente. Mens sana in corpore sano… vale solo quando fa comodo. Ma per i “virologi” che non hanno mai curato un paziente e non si sono mai dovuti preoccupare dell’integrità fisica e psichica dei malati non siamo individui, non siamo “un’isola in sé completa”, ma solo numeri per entrare in statistiche dove la componente umana è totalmente tagliata fuori. Ecco cosa mi racconta un altro medico, di cui ho sentito parlare in termini entusiastici da diversi pazienti: Sono prossimo alla pensione e da anni mi mancano gli stimoli che invece mi hanno guidato all’inizio, quando i pazienti si affidavano a noi per ogni cosa ed eravamo veri e propri medici di famiglia che conoscevano e curavano tutta la famiglia, conoscevano la storia clinica ma anche personale di ogni componente ed eravamo amici dei nostri pazienti. Ormai siamo diventati prescrittori, compilatori di ricette… e ora nemmeno più a mano, ma tutto col computer. Ero stanco, demotivato dal dover essere ridotto a un “fornitore” (di ricette, n.d.r.) su prescrizioni fatte da uno dei mille specialisti che ogni paziente ormai si sente autorizzato a consultare, oppure è obbligato a farlo perché la medicina di base è ormai svuotata di poteri, contenuti e credibilità. Quando è arrivato il Covid, ho assistito impotente alla morte di alcuni pazienti, che non avevo potuto visitare perché le disposizioni ce lo impedivano. Allora mi sono detto, no, no Luigi, tu la gente la curi, non la lasci morire. E così ho incominciato ad andare a casa dei miei pazienti, chiusi in casa terrorizzati da quello che sentivano e vedevano in tv, terrorizzati dal dover finire in ospedale e magari morire là in solitudine. Perché anche quella di vietare le visite dei parenti e consentire invece quelle dei giornalisti che intervistano i novax pentiti in… letto di morte è una delle tante porcate che hanno fatto. Per il mio nipotino sono diventato un eroe (…) Ero il Supernonno che nel suo immaginario smessi gli abiti casalinghi si infilava la tuta di Superman e andava a salvare i mondo. Era così entusiasta che l’ha raccontato a scuola, non credo per farsi bello agli occhi dei compagni ma perché era davvero orgoglioso di me. Un giorno la preside ha chiamato mia figlia: «Suo figlio racconta in classe che il nonno va a curare i malati di covid.». «Sì», risponde orgogliosa mia figlia. «Ti giuro, papà», mi ha detto quando me l’ha raccontato, «ho creduto che volesse invitarti a scuola a raccontare la tua esperienza ai bambini.» E invece la preside le ha detto che mio nipote non doveva raccontare queste cose, perché alcuni genitori si erano lamentati perché il nonno di un bambino è un medico novax e non rispetta la legge. Capito come fanno? Alla fine mia figlia si è indignata e la preside le ha espresso la sua solidarietà dicendole: «Non posso fare diversamente, la legge va rispettata.» Non è stato facile spiegare al mio nipotino che non sono più Supernonno e ho smesso di andare a salvare il mondo. In realtà non è vero, ho continuato a curare i miei pazienti e anche quelli di colleghi che si rifiutano di curare a domicilio. Ma a lui ho dovuto dire una bugia per non creargli problemi a scuola. Fa male al cuore vedere la sua delusione: sono sceso dal piedistallo. Spero un giorno di potergli spiegare, o che possa farlo mia figlia se non ci sarò più. Sono davvero situazioni che fanno male al cuore, questa e tutte quelle raccontate da medici e insegnanti che mi esprimono la loro rabbia e la loro delusione per un sistema politico e una società marci, dove chi fa del bene e fa il suo lavoro viene emarginato o addirittura castigato. Una dottoressa mi scrive: Diversi miei pazienti a mio avviso avrebbero diritto all’esenzione, ma parlandone con diversi colleghi abbiamo scoperto di avere le mani legate: se diamo l’esenzione e poi il paziente contrae il covid e per disgrazia muore, siamo noi a doverne rispondere? È una situazione che ci mette in crisi ma non sappiamo come affrontare. Un altro medico mi spiega: Sto riscontrando reazioni postvaccinali avverse in decine di pazienti portatori di virus erpetici, come Herpes Simplex, Herpes Zoster, Citomegalovirus ed Epstein Barr (il virus responsabile della mononucleosi infettiva, n.d.r.). In particolare, se consideriamo che si stima che almeno l’80% della popolazione nella vita ha contratto la mononucleosi, una malattia molto più diffusa e spesso non riconosciuta di quanto si creda, sarebbe interessante un incrocio di dati e uno studio più approfondito per scoprire eventuali connessioni tra reazioni avverse da vaccino anti-SARS-CoV-2 e presenza di uno di questi virus, in specie l’EBV (Epstein Barr Virus, n.d.r.) che essendo un herpesvirus resta latente nelle cellule, pronto a riattivarsi in situazioni di cosiddetto stress. Proprio perché spesso chi ha il virus di Epstein Barr ha un sistema immunitario particolarmente reattivo il rischio è che con il vaccino si induca un’ipereattività non desiderata. Il vaccino che, come lei ha scritto, non è come bere un bicchier d’acqua, potrebbe rappresentare una delle cause scatenanti di una riattivazione del virus che, come sappiamo, è all’origine di numerose e invalidanti patologie, anche se spesso erroneamente non associate al virus stesso. Così come sarebbe interessante incrociare i dati con la preavvenuta somministrazione di vaccini antimeningococco (batterio che causa la meningite, n.d,r.), utilizzati in una campagna vaccinale condotta in Lombardia tra il 2019 e il 2020, l’anno in cui è partita la pandemia da covid. Ho provato a parlarne in una chat con alcuni colleghi e avevamo avviato una discussione produttiva che stava aprendo spiragli interessanti. Poi è arrivata la censura. Ho chiesto al dottore che tipo di censura ma… non mi ha risposto Forse l’hanno censurato… Un’amica, che ha contratto il Covid, ha dovuto chiamare un medico in pensione che cura i pazienti a casa. E per farlo si sciroppa anche decine di chilometri per andare da paese a paese. E lo fa gratis. La dottoressa di Medicina Generale quando l’ha saputo ha commentato: «Non può farlo: è vietato… Comunque io non verrei a visitare a casa neanche morta.» Un avvocato mi manda il link al sito “Danno medico”, in cui si legge: L’obbligo di informare il paziente proviene dalla Costituzione che consacra l’autodeterminazione dell’individuo altresì negando – ai sensi dell’art. 32 II comma Cost. – sia la possibilità di effettuare trattamenti sanitari a prescindere della volontà del paziente sia l’esistenza di un dovere giuridico di curarsi o di un dovere alla salute. A proposito del valore costituzionale del consenso informato, una sentenza del Tribunale di Genova 10 gennaio 2006, indica l’autodeterminazione individuale e la dignità umana quali beni preminentemente suscettibili d’offesa in caso di mancata informazione e/o consenso: “visto che senza informazione adeguata e rispettosa del paziente e, dunque, anche dei suoi limiti culturali e delle sue umanissime paure di fronte all’atto medico, questi non è più persona, ma oggetto di esperimento o di un’attività professionale che trascura il fattore umano su cui interviene, dequalificando il paziente da persona a cosa. L’avvocato aggiunge questa nota: La vaccinazione obbligatoria è a tutti gli effetti una coercizione illegittima, che priva l’individuo del principio di autodeterminazione, creando pericolosi precedenti. È anche vero che oramai i “pericolosi precedenti” fanno parte della quotidianità ed è subentrata una sorta di assuefazione all’imposizione di “regole” che stridono non solo con la Legge ma anche con il buon senso. Purtroppo anche tra noi avvocati ci sono alcune visioni disomogenee, ma la bella notizia è che in tanti ci stiamo scambiando documentazioni e pareri per unire le forze e agire sulla magistratura ordinaria, che finalmente dovrà pronunciarsi a tutela del cittadino, davanti a tutte le evidenze scientifiche e i lampanti esempi di discriminazione messa in atto con le misure restrittive a scapito di alcune categorie di persone. Chiudiamo perciò con questa bella notizia, sperando che non sia solo una speranza. Però una noticina su quello che è successo l’altra sera in tv la dobbiamo aggiungere: mentre a Fuori dal coro su Rete4 Mario Giordano, tra i pochi a fare ancora giornalismo d’inchiesta e non solo pubblicazione di veline, dimostrava che solo in Italia vige un regime che usa la repressione per discriminare i cittadini, dividendoli in buoni e cattivi, obbedienti e disobbedienti, su La7 andava in onda la rappresentazione macabra di un sistema che sta avendo nella persecuzione la sua sublimazione. A incarnarlo il sottosegretario alla Salute, il noto frequentatore di talk show televisivi dottor Pierpaolo Sileri, laureato in Medicina con specializzazione in Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva Chirurgica (specializzazione che gli è valsa tra l’altro l’incarico di Direttore del Corso di Perfezionamento Universitario in Chirurgia del Prolasso Rettale), che riferendosi ai non vaccinati ha affermato: Noi per tutelare gli italiani vi renderemo la vita difficile come stiamo facendo, perché il non vaccinato e chi non rispetta le regole è pericoloso. Punto. Il tutto accompagnato … Leggi tutto Nuove testimonianze di medici vittime di soprusi in nome delle “regole” anticovid