Aiuto per i cani di Bucarest
Gentilissima Diana Lanciotti,
ho finalmente ricevuto la sospirata copia del giornale di Paco gratuita. Sicuramente contribuirò attraverso l’acquisto di un libro all’iniziativa per aiutare i tanti nostri amici disperati in attesa di essere adottati.
Io amo follemente i cani. Sono la ” mamma” di Giada una bellissima meticcia frutto dell’amore tra una Jag terrier e un Dachsbracke, nata vicino a Pinerolo.
Le scrivo per il seguente motivo: sono addolorata per la situazione dei cani di Bucarest che vengono trucidati barbaramente a Chiana nel lager macello. Ho contribuito con una donazione a Sara Turetta, l’angelo bianco che si occupa di salvare i pochi disperati che riesce all’eccidio. Mi chiedo se, oltre alla donazione di soldi, non ci sia modo grazie a Paco e alla sua fondazione di aiutare questi poveri cani. Mi assale una rabbia profonda!!
Lancio questo appello nella speranza che insieme si possa ideare qualche cosa…
Io sono un soprano professionista. Canto come solista e mi chiedevo se non fosse una bella idea organizzare un concerto i cui fondi vengano devoluti. Inoltre, lo stato Italiano, nonostante sia in condizioni difficili, penso che dovrebbe AIUTARE a bloccare lo sterminio dei cani di Bucarest.
Io potessi andrei a portare aiuto, ma come? non sono una veterinaria e penso che non avrei coraggio di affrontare con lucidità scene di violenza così efferate.
Spero che questa mail, non cada persa e che questo appello, venga accolto da chi come me, adora gli animali.
Intanto, con la più sentita stima ed affetto la saluto con un abbraccio.
Ethel O.
(clicca su “Leggi tutto” per leggere la risposta di Diana)
Gentilissima signora Ethel,
spesso mi sento rivolgere questa domanda: che cosa potete fare per i cani di Bucarest?
Il Fondo Amici di Paco un paio d’anni fa, quando scoppiò lo scandalo (se così vogliamo chiamarlo, con un eufemiismo) lanciò un appello attraverso le pagine di "Amici di Paco", con il quale raccogliemmo una cifra (discreta ma sempre modesta, come sempre succede quando si tratta di animali e non di esseri umani…) e la inviammo a Sara Turetta, una delle persone che, insieme a Brigitte Bardot e altri noti personaggi, si erano recate sul posto per verificare e denunciare la gravissima situazione.
Dopodiché ci siamo resi conto che la situazione era già molto ben seguita dalle varie organizzazioni internazionali e dalla stessa Sara Turetta, che nel frattempo ha a sua volta fondato un’associazione, e che l’attenzione dei media era tale da garantire un afflusso costante (anche se, purtroppo, mai sufficiente) di fondi.
Se noi, piccola organizzazione nazionale (e non internazionale), ci occupassimo a nostra volta di Bucarest, andremmo semplicemente a sovrapporci all’operato di chi già tanto e bene si impegna su quel fronte, e finiremmo per sottrarre le risorse che invece vanno destinate, e senza potersi permettere pause, alle emergenze purtroppo diffusissime in Italia. Facciamo già, tanto, mi creda, eppure appena chiediamo un aiuto per questa o quest’altra nuova situazione succede che distogliamo i soldi da A per darli a B. Alla fine, i soldi che vengono su sono sempre gli stessi, e cambiargli destinazione significa non poter aiutare le realtà che si sono sempre aiutate.
In Italia ci sono situazioni veramente disperate, per le quali, per tanto che facciamo, riusciamo a fare sempre troppo poco. Lo dimostra la lunga lista d’attesa di richieste che, con grande dolore, non possiamo soddisfare per mancanza di fondi. Prenda la campagna vaccinazioni 2005 che stiamo conducendo da alcuni mesi: quando crediamo di essere a buon punto e di aver raggiunto una copertura accettabile, ecco che arrivano nuove richieste, nuove emergenze… e ogni volta dover dire di no è bruttissimo.
Come le dicevo ci sono situazioni gravissime anche in Italia, di degrado, di inefficienze da parte dei comuni, inefficienze alle quali sono i privati, col sacrificio e l’impegno personale, a dover sopperire. Anche in Italia ci sono tanti "angeli bianchi" che lavorano nell’anonimato, via dalle luci dei riflettori, e ci sono tante realtà sconosciute, sconosciute semplicemente perché non se ne parla, forse perché, e non si sa perché, ai media piace molto di più parlare di Bucarest invece che dei problemi di casa nostra.
E quella volta che a qualche giornalista viene l’idea di fare un servizio sui canili, ecco che tutti i canili diventano dei "lager", e si scoprono verità che nessuno conosceva. Mentre a nessuno viene in mente di parlare dell’enorme sacrificio che tante persone giorno per giorno, nei tanti canilli e gattili, devono sostenere per poter almeno in parte mettere una pezza alla crudeltà di chi, ancora, abbandona e maltratta gli animali.
Ecco perché abbiamo scelto di continuare a operare per la realtà italiana e lasciamo che siano organizzazioni più grandi e strutturate della nostra a impegnarsi all’estero.
Per quanto riguarda la Sua bellissima proposta, credo che dovrebbe parlarne proprio a Sara Turetta. Se invece deciderà di sostenere anche le nostre iniziative a favore dei rifugi italiani, sulla rivista troverà le varie possibilità.
La ringrazio e La saluto cordialmente
Diana Lanciotti