A favore del boicottaggio contro la Sardegna…
Signora Diana,
chi le scrive è una reale animalista da vecchia data e Guardia Zoofila.
Sono in dovere di informarla di alcuni aspetti che, solo chi li affronta direttamente sul luogo, conosce. Non condivido alcune sue riflessioni, per esempio quelle destinate ad epiteti quali ignoranti e razzisti a coloro che utilizzano l’invito al boicottaggio (quale unico mezzo a disposizione vista la latitanza di organi preposti), e che condivido a pieno, per far sentire l’amarezza e il dolore che si prova davanti a troppa crudeltà e indifferenza nei confronti di creature abbandonate a se stesse. La Sardegna non è solo quella affascinante da lei descritta e che dimostra di conoscere bene, esiste “anche” una Sardegna da me e da altri frequentata fatta di drammi perpetrati giorno dopo giorno che evidentemente lei ignora. Non le descrivo tutto quanto visto e vissuto insieme ad altre 8 persone durante un campo di lavoro organizzato intenzionalmente per un canile bisognoso di ogni tipo di aiuto, un canile dove i cani mangiano esclusivamente pane secco e acqua terrosa raccolta da un pozzo, un canile che ogni settimana raccoglie animali straziati, fiocinati, con colonne vertebrali rotte, bruciati vivi, con ossa infilate nel retto, corde metalliche avvolte al collo e alle zampe, con metà del loro peso, gravemente malati, un canile lasciato alla gestione di una privata grazie al TOTALE DISINTERESSE dell’amministrazione comunale sebbene la legge nazionale 281/91 e quella regionale prevedano che sia lo Stato ad occuparsene.
Alcune delle cose descritte le ho viste, alcuni cani li ho accompagnati in clinica per il loro ultimo viaggio. Questa esperienza ci aveva annientati psicofisicamente e badi bene: stò parlando DI UN SOLO canile.
Chi ha scritto non voleva ovviamente offendere il duro lavoro di una persona esemplare come Cosetta e di chi, come lei, in Sardegna viene UTILIZZATO per “rifilare” cani indesiderati, trovati moribondi e, ancor peggio, portati dagli stessi dipendenti comunali che dopo ben 16 anni dall’entrata in vigore della legge non hanno ancora costruito un canile sanitario nè un rifugio. Se conosce Cosetta queste cose dovrebbe saperle come dovrebbe aver percepito il suo stress, le sue paure e udito i suoi pianti.
Chi le scrive è tutt’altro che persona fanatica, impulsiva, ignorante o presuntuosa bensì è persona esperta in materia, che vuole vedere direttamente le realtà e che si incontra con le istituzioni. Detto ciò converebbe che lei faccia un’ulteriore riflessione, questa volta corredata da quanto finora scritto.
Credo che se lei fosse non semplicemente sarda, ma una persona sarda a conoscenza dei fatti, volontaria presso qualche canile o gattile sardo, obiettiva, riluttante a quelle sevizie che in molti hanno finora compiuto a danno di poveri animali indifesi non potrebbe che comportarsi come noi e deciderebbe di non limitarsi a chiedere il boicottaggio di una terra tanto ostile ma, forse, andrebbe anche oltre.
Saluti.
Tiziana Rampini
(clicca su “Leggi tutto” per leggere la risposta di Diana)
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