La vicenda della cagnolina (non) uccisa in Sardegna
Gentile signora Lanciotti,
mi permetta di dirle che nel leggere la sua lettera riscontro ancora una volta che, accanto al suo amore per gli animali, esiste anche un amore per la Sardegna, ed i sardi, che la portano a volte a mancare di obbiettività; a volte l’hanno portata, qualora i fatti non potevano essere negati, a cercare di giustificare dei comportamenti crudeli verso gli animali con la “storia dura” che la Sardegna ha alle sue spalle: l’insensibilità e la cattiveria non possono e non devono trovare giustificazione. In questo caso, l’ha portata ad arrivare a conclusioni affrettate, senza considerare ciò che avrebbe dovuto, senza concedere il beneficio del dubbio.
Lei sostiene che la notizia della cagnolina seviziata ed impiccata sia falsa, sia perché la signora Miriam Prunas ha trovato anche lei 4 cani della medesima razza, una mamma e tre cuccioli, ma in buone condizioni di salute (di cui uno trovato morto, ma per una disgrazia), sia perché il fatto che chi ha ritrovato il corpo non si sia premurato di scattarle una foto e di metterla online, è per lei, in qualche modo, una dimostrazione della sua falsità. Non solo ma che questa notizia sia stata diffusa per “gettare discredito sulla Sardegna”. Ma se fosse stata lei a trovarsi di fronte la terribile scena di un cucciolo torturato ed impiccato, avrebbe avuto voglia di fotografarla, o, piuttosto, non sarebbe rimasta sconvolta, attraversata da tutto eccetto che dal freddo, razionale pensiero di scattarle una foto ? E poi che ragione avrebbe mai avuto una volontaria, una persona amante degli animali, di voler gettare fango sulla Sardegna ? E la signora Eva Bianchi, della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, che vive ad Alghero, per quale motivo avrebbe dovuto voler screditare questa Terra se non credendo e riportando in assoluta buona fede quanto riferitole ? Lei non ha preso neanche in considerazione la possibilità che, come detto sensatamente dalla signora Miriam Prunas, possa esserci stata una segnalazione errata, un equivoco, no, lei ha pensato male, ha condannato..
Quanto alla sua affermazione che le crudeltà contro gli animali non hanno una “denominazione d’origine regionale”, nessuno pensa che “tutti” i sardi si divertano a fare del male agli animali nè che queste cose succedano” solo” in Sardegna: la piaga del randagismo e gli episodi di crudeltà avvengono, infatti, oltre che in Sardegna, anche in regioni quali la Campania, la Calabria, la Puglia e la Sicilia. Soprattutto al Sud, questo è innegabile. Quanto alla Sardegna, ho letto recentemente… “Vado in vacanza tutti gli anni in Sardegna e vedere la cecità quasi assoluta delle istituzioni sarde sul trattare dignitosamente gli animali randagi è una realtà e non una diffamazione. Basta girare per le strade. Di contro, vi sono tante persone che, da sole, sfamano tanti randagi e si prendono cura di loro”.
Ora, se lei, per conoscenza diretta, personale, si sente di poter affermare che gli abitanti di questo particolare comune sono delle brave persone che non abbandonerebbero e non farebbero del male ad alcun animale, e che anche il Sindaco è una brava persona, amante degli animali, ha fatto senz’altro bene a difenderli, ma, a mio giudizio, non era il caso di mostrare così tanta indignazione perché, dopo tutto (ed anche qui è una questione di obbiettività) a fronte di UN comune buono, di cui si è, forse, parlato male ingiustamente, ce ne sono altri NOVE che sono cattivi: è come se uno si infuriasse per essere stato incolpato di UNA cosa che non ha fatto.. quando però ce ne sono altre MILLE che invece ha fatto !
Infine, lei ha definito certe affermazioni “fuori luogo”, ma fuori luogo è stato anche il suo sarcasmo sull’aver incluso tra i destinatari della mail Papa Bergoglio: “una vera scortesia non coinvolgere anche il Padreterno.. non ne avranno trovato l’e-mail ?”. Perché questo sarcasmo ingiusto e direi anche offensivo ? A me è sembrato più che giusto indirizzare la mail anche a lui, una persona seguita da milioni di cattolici e che, avendo adottato il nome di un santo che amava gli animali, dovrebbe dire una parola di amore per gli animali, in difesa degli animali, contro la violenza sugli animali. E sarebbe ora che lo facesse !
Mi sono sentita di doverle scrivere per la stessa ragione per cui l’ha fatto lei: in difesa di qualcuno (che peraltro non conosco) che mi è sembrato accusato ingiustamente.
Ringraziandola per la sua gentile attenzione, la saluto cordialmente… E cerchiamo di non dimenticarci mai che siamo dalla stessa parte !
Ayres
Gentile signora, la ringrazio per avermi scritto.
Purtroppo la sua mail mi conferma che quando un danno da calunnia è fatto difficilmente si può rimediare. Resta sempre il tarlo del dubbio, come vedo.
“La calunnia è un venticello…” cantano nel Barbiere di Siviglia.
A volte capita che chi legge con pregiudizio leggerà nelle parole dell’altro ciò che l’altro non ha detto. Altre volte, invece, c’è chi effettua delle letture frettolose, cosa che può succedere data la quantità di informazioni a cui oggigiorno siamo sottoposti.
Non so quale sia il suo caso. Potrebbe anche essere che, a quanto posso ipotizzare dal suo nome, non è italiana. Quindi una lettura così imprecisa potrebbe dipendere da una certa difficoltà a comprendere appieno la nostra lingua.
In ogni caso la sfido (in modo pacifico) a trovare una parola in cui io abbia giustificato l’uccisione del cagnolino di Irgoli. Immagino lei si riferisca a quel fatto, quando afferma con assoluta sicurezza: “riscontro ancora una volta un amore per la Sardegna, ed i sardi, che la portano a volte a mancare di obbiettività; a volte l’hanno portata, qualora i fatti non potevano essere negati, a cercare di giustificare dei comportamenti crudeli verso gli animali con la “storia dura” che la Sardegna ha alle sue spalle”.
Vede, signora, io la sua gentile mail l’ho letta con attenzione fino in fondo. Lei, a quanto pare, non ha fatto altrettanto con il mio editoriale del 18 aprile, nel quale non ho speso una sola parola di giustificazione per un fatto che ritengo orrendo e ignobile.
Ho parlato, infatti, di un “livello di barbarie a cui l’uomo può arrivare: un certo tipo d’uomo, quello che qualcuno definirebbe bestia, offendendo le bestie che, al contrario degli uomini, sono incapaci di tali atrocità. Un essere del genere non si può definire bestia, ma nemmeno uomo. Appartiene a una specie che ammorba la terra, che non rispetta i propri simili e quindi ancor meno quelli che simili non le sono. Un “non uomo”, capace di far del male a un animale nello stesso modo in cui non esiterebbe a far del male a una persona. Che differenza volete che ci sia per lui? In realtà non ce n’è neanche per noi, che gli animali li amiamo e rispettiamo. L’unico aspetto che ci accomuna a questo “non uomo” è proprio l’atteggiamento equanime che riserviamo a uomini e animali, verso i quali nutriamo gli stessi sentimenti: noi di amore, lui, il “non uomo”, di odio.
Chi odia gli animali e fa loro del male odia anche gli uomini. Il passo dall’essere assassini di animali a diventare assassini dei propri simili è piccolissimo, la linea di separazione esile, impalpabile come un fiocco di neve.
Chi ammazza un cane oggi, domani arriverà ad ammazzare un uomo.”
Se qualcuno trova parole di giustificazione in questo discorso vuol dire che ha una fantasia superiore alla mia, che ne ho tanta. Oppure che ha voglia di leggere quello che gli fa comodo e lo fa indignare.
Il fatto che io abbia collocato l’uccisione barbara di un cane in un contesto sottoculturale o comunque di una cultura ormai obsoleta (parlando della balentìa) non vuole per niente giustificare, ma far capire che ci sono ancora comportamenti che appartengono a quella sottocultura (come è diventata oggi) e sono quegli stessi comportamenti che dobbiamo stigmatizzare, isolare, punire. Ma non lo si fa boicottando una regione che ha bisogno di tutto il nostro aiuto.
Non so dove lei trovi la giustificazione, nelle mie parole. A meno che non confonda la parola giustificazione con la parola riflessione, che ha un’accezione del tutto diversa.
Ma forse la mia era una disamina un po’ troppo complessa e posso capire che qualcuno si sia perso tra le righe.
In ogni caso “giustifico” talmente tanto quella vicenda orribile, che il Fondo Amici di Paco (l’associazione di cui sono fondatrice) si è costituito parte civile contro l’assassino del cagnolino. Immagino che le sia sfuggito anche questo particolare, sennò forse non si sarebbe presa la briga di scrivermi.
Ma ora parliamo della vicenda di Trinità in cui, per fortuna, non si è verificato nessun atto contro gli animali. Anche se in effetti una cagnolina è morta, ma non ammazzata. Ed è l’unico motivo per cui mi astengo dal definire farsesco quanto è successo in questi giorni su internet.
Ho passato due giorni in stretto contatto con i responsabili del comune. Mio marito è là, ed è andato immediatamente ad accertarsi della situazione.
Perciò quando ho scritto che è tutta una montatura, l’ho scritto a ragion veduta. Tanto che il comune sta valutando se sporgere denuncia.
O mi crede così sprovveduta, dopo 17 anni in cui mi occupo di animali, da fare affermazioni non veritiere, che mi screditerebbero agli occhi di tutte le persone che hanno fiducia in me?
Quanto ha scritto Miriam Prunas, con la quale ho scambiato decine di mail e telefonate in questi giorni, era puramente un paradosso, ma forse non era abbastanza chiaro. Miriam per prima non ha dubbi che tutto sia nato da un fraintendimento, quando lei ha riferito a qualcuno che uno dei 4 cagnolini si era strozzato (cercando di scappare dal recinto… ma questo particolare si era scordato di aggiungerlo). Qualcuno si è attaccato a quella semplice frase e ha imbastito tutta questa messinscena. Tutto qua. Tristemente vero.
Rimane il dispiacere che una cagnolina sia morta, ma almeno la consolazione è che nessuno le ha fatto volontariamente del male.
Impensabile, anzi proprio non esiste, che nello stesso paese (un paesino, mi creda) ci fossero altre 4 cagnoline Yorkshire randagie. Trinità è un micropaese, dove se un trinitaiese starnutisce tutto il paese gli grida “salute”.
E se poi, come scrive Miriam (ma le ripeto: è un paradosso), il fatto è accaduto altrove, perché prendersela con il sindaco di Trinità? Forse perché qualcuno deve pur pagare per le malefatte degli altri? Alla faccia del giustizialismo “ndo cojo cojo”…
E comunque, mi creda, almeno in questo caso non c’è stata nessuna malefatta.
Dato per certo questo punto, mi permetta di non dover analizzare tutto il resto delle sue affermazioni, sennò dovrei dimostrarle che non esiste volontaria animalista che trovi un cane impiccato e non chiami i carabinieri. E allora avremmo le foto… E invece non c’è nemmeno il corpo del reato!
E poi, francamente, la sua affermazione “non era il caso di mostrare così tanta indignazione perché, dopo tutto (ed anche qui è una questione di obbiettività) a fronte di UN comune buono, di cui si è, forse, parlato male ingiustamente, ce ne sono altri NOVE che sono cattivi: è come se uno si infuriasse per essere stato incolpato di UNA cosa che non ha fatto.. quando però ce ne sono altre MILLE che invece ha fatto !” è davvero spiazzante.
Provi lei, sindaco di un comune che ha a cuore la sorte di persone e animali, a essere accusata di cose fatte da altri… così, tanto perché qualcuno, uno a caso, deve pagare. Ci starebbe al gioco?
Infine, anche la frase da lei letta e virgolettata (senza citare la fonte) non giustifica la gravità di aver diffuso una notizia falsa e diffamante.
Il fatto che ci siano persone che fanno del male agli animali non giustifica e non rende tollerabile che si inventino storie inesistenti e si infanghi il prossimo.
Per quanto riguarda le situazioni di crudeltà sono io la prima a condannarle, ma non quando sono pure invenzioni, come in questo caso.
La mancanza di equilibrio, a volte di buon senso, l’antagonismo spinto tra le associazioni, il ricorso ai toni urlati, ai pugni nello stomaco o, come in questo caso, al fango, sono i difetti peggiori dell’animalismo, che finché continuerà a operare con questi metodi vedrà allontanarsi la grande occasione di diventare un movimento universalmente riconosciuto e apprezzato: un faro, una guida per il mondo intero.
Lei dice di avermi scritto per difendere qualcuno che non conosce… Lei non solo non conosce quel qualcuno, ma non conosce nemmeno i fatti e i luoghi.
Mi scusi, ma non capisco di chi stia prendendo le difese: di qualcuno che si è inventato una notizia che ha infamato un intero paese e ha costretto un’amministrazione comunale impegnata per gli animali a doversi difendere da accuse non vere?
Non trova che sia più fuori luogo aver creato un danno inutile, far perdere un sacco di tempo a un sacco di gente, far muovere prefettura, carabinieri eccetera per una cosa che non è successa, piuttosto che il mio sarcasmo (al quale, stia certa, se si fosse trattato di una cosa seria e realmente accaduta non avrei fatto ricorso)?
Ma le pare realmente una cosa seria e saggia costruire un palco di menzogne e coinvolgere persino il Papa? Che immagine si dà dell’animalismo? Un mondo strano, me ne convinco sempre più: pieno di persone meravigliose, ma anche di fanatici pericolosi e irresponsabili.
Lei, gentile signora, conclude dicendo che siamo dalla stessa parte. Io cerco di essere dalla parte della verità e del buon senso. Ci provo, non sempre ci riesco. Lei, almeno in questo specifico caso, mi sembra dalla parte di chi grida per primo e più forte, facendo seri danni all’impegno a favore degli animali.
Cordialmente
Diana Lanciotti
P.S. Ah, un’informazione che forse le toglierà qualche dubbio: tutti i giornali online che avevano dato la notizia l’hanno ritirata. Come si fa ogni volta in cui si scopre di aver pubblicato una bufala. Altri invece hanno pubblicato la mia lettera, ed è ancora lì, da leggere… e meditare.