Campagna Antiparassiti 2014: una domenica di festa con i “Fratelli Minori” di Olbia
Ieri è stato uno dei giorni più belli degli ultimi anni: come l’anno scorso, in rappresentanza di tutti gli “amici di Paco”, io, Gianni e Tommi siamo stati a Olbia per portare 4 scatoloni di antiparassitari per i 700 cani e i 150 gatti del rifugio I Fratelli Minori.
Come sempre l’abbraccio di Cosetta e il suo grazie commosso (un grazie che è per tutti gli “amici di Paco” che da anni sostengono questa iniziativa) mi ricompensano dalle fatiche e mi danno la carica per continuare.
Così come me la danno i loro musi, che si protendono attraverso i varchi dei recinti per un’annusatina o per chiedere una carezza.
Ogni volta andare lì è per me un’iniezione di forza e coraggio, per andare avanti e non smettere mai di aiutarli (anche se a volte è dura e verrebbe voglia di prendersi una pausa).
L’entusiasmo, l’amore e la passione di Cosetta per i suoi cani sono inesauribili e contagiosi.
Come sempre mi prende per un braccio e mi porta a conoscere i nuovi arrivati.
E così ho conosciuto Bringio, il cane senza metà volto, perché la metà mancante gliel’hanno fatta volare via con una fucilata. Molti di voi, come me, avranno letto la sua storia e visto le immagini di com’era ridotto all’arrivo al rifugio. Avevo letto di lui, ma vi confesso che tra centinaia di appelli che ricevo ogni giorno non a tutti riesco a dedicare la giusta attenzione.
Ma ora vederlo lì, dopo due mesi, con il suo viso “ricostruito” dopo l’intervento (anche se l’occhio non si po’ rimpiazzare, il chirurgo ha fatto miracoli), vispo, allegro, a correre come un discolo davanti l’ingresso del canile, con quel passo da burattino e l’aria da pagliaccio, a far la corte al gatto Tremolino (il “fidanzato di Bringio”, mi spiega Cosetta) è, vi assicuro, pura gioia. Bringio è un Dispensatore di Sorrisi, come lo chiama Cosetta, un cane di un’allegria instancabile, travolgente, che sarebbe capace di riportare il sorriso anche a un moribondo. Non esagero, ve l’assicuro.
E così, sempre al fianco di Cosetta, ho conosciuto anche Pasqualino, scaraventato da un’auto e ritrovato a Pasqua, con una zampa ridotta come un foglio ripiegato in più parti, piegato in due dal dolore ma con una voglia di coccole inesauribile e uno sguardo dolce che ti fa vergognare di essere uomo e venir voglia di rinascere cane.
E ancora una volta ho dovuto dar ragione a Cosetta, quando mi dice che lì dentro tutti i brutti pensieri, tipici della specie umana, non riescono a entrare, o a me stessa, quando mi dico che quello che si fa per loro confrontato con quello che loro ci danno non è mai abbastanza.
Quanti animi aridi, intrisi del proprio inutile egoismo, dovrebbero venire qui a vedere la gioia o la dolcezza che un cane che è stato quasi ucciso, umiliato nel corpo e nella dignità, riesce ancora a provare e a trasmettere…
Quante condanne alla carcerazione per reati contro gli animali ma anche verso gli umani potrebbero diventare efficaci se fossero commutate in lavori in un canile…
La Campagna Antiparassiti, che da dodici anni vede impegnato il Fondo Amici di Paco, ogni anno ci consente di aiutare i rifugi ad affrontare la stagione più difficile, prevenendo le infestazioni di pulci e zecche che possono provocare malattie gravissime.
È un’iniziativa che ci coinvolge molto, sia dal punto organizzativo che economico. Si tratta di definire quanti fondi abbiamo a disposizione, decidere insieme ai rifugi la tipologia di prodotto più adatta ed efficace, di contattare i fornitori per avere diversi preventivi e confrontarli, prenderli un po’ per il collo per avere le condizioni più vantaggiose, ricevere i prodotti, smistarli tra i vari rifugi, eccetera. Una serie di azioni che dette così sembrano noiose, ma per me sono elettrizzanti, perché portano a un risultato che mi dà sempre una soddisfazione e un’emozione straordinarie: sapere che con i nostri sforzi riusciamo a contribuire al benessere di migliaia di cani e di gatti, aumentando le loro chances di essere adottati (perché, come dico sempre “un cane e un gatto sani sono più facilmente adottabili”)… non ha prezzo.
In realtà il prezzo c’è, ed è anche elevato, in termini economici e di fatica. Ma al primo aspetto provvedono i nostri sostenitori, con la loro generosità, al secondo io… ma è una fatica che mi riempie di gioia.
Come faccio da dodici anni, ho passato l’ultimo mese a fare calcoli, a studiare e valutare i vari prodotti, a contattare fornitori, a cercare di fare la moltiplicazione dei pani e dei pesci per comprare tanto con poco, a valutare le richieste dei rifugi, a suddividere le quantità tra le diverse strutture cercando di non sbagliare (anche una confezione in più o in meno per un rifugio può fare una grande differenza). E poi, una volta arrivati i prodotti, li ho caricati in macchina, li ho scaricati, ho passato i giorni di festa ad aprire scatoloni, a contare le confezioni, a suddividerle tra i vari canili, a richiudere gli scatoloni, a etichettarli. E, dentro di me, sentivo crescere l’eccitazione per questo impegno che stava per raggiungere la sua concretizzazione: quando, finalmente, gli sforzi di tutti noi (sostenitori e volontari) si concretizzano in quegli scatoloni e la riuscita dell’operazione viene sancita dal passaggio di quegli scatoloni dalle mie mani a quelle dei volontari dei rifugi.
Quest’anno abbiamo fatto i miracoli, davvero: con quello che abbiamo raccolto siamo riusciti a comprare una quantità ingente di prodotti. E, per dare una mano in più alla Sardegna martoriata dalle recenti alluvioni e da una situazione di crisi che la sta colpendo più di qualunque altra regione italiana, stavolta li abbiamo acquistati da un grossista sardo, anziché in continente… un gesto di solidarietà, in risposta a coloro che stanno suggerendo il boicottaggio della Sardegna.
Una piccola parentesi: con Cosetta abbiamo parlato anche del cagnolino di Irgoli, assassinato barbaramente. Anche il Fondo Amici di Paco ha aderito all’iniziativa di Cosetta di costituirsi parte civile insieme a numerose altre associazioni, unendo le proprie forze (non si capisce come mai qualche associazione invece lo stia facendo singolarmente). È triste constatare come di fronte a crimini del genere, per i quali i sardi sono i primi a indignarsi, tanti continentali assumano un atteggiamento di rifiuto verso la Sardegna, che invece ha bisogno di solidarietà e aiuto.
Dice Cosetta: “La gente deve venire per far sì che noi possiamo lottare ancora: boicottando la Sardegna, boicotterete noi.”
Io vivo per buona parte dell’anno in Sardegna da una ventina d’anni e conosco i pro e i contro dell’isola. È una terra difficile, con una pesante eredità di usanze anche barbare, dalle quali la maggior parte della popolazione si è allontanata. Però c’è ancora bisogno di aiutare questo processo di sviluppo, e non è di certo boicottando l’isola o additandola al pubblico ludibrio che faremo cambiare le cose. Le cose cambiano e cambieranno non abbandonando la Sardegna e girandole le spalle ma, anzi, venendo qua e rimboccandosi le maniche per aiutarla. Come sta facendo proprio Cosetta.
Chiusa la parentesi.
Arrivare a Olbia, scendere di macchina, essere accolta dall’abbraccio forte e pieno di affetto di Cosetta, poterle consegnare quei quattro scatoloni pieni zeppi di prodotti, e sentirmi dire “grazie” è stato il compimento di un’operazione in cui credo fortemente e a cui, cascasse il mondo, non potrei mai rinunciare. Non potrei: mi sembrerebbe di tradire la fiducia di amici carissimi con cui condivido l’amore smisurato per gli animali.
Vi immaginate se, dopo dodici anni in cui, grazie alla vostra generosità, abbiamo regalato tanti antiparassitari ai rifugi, all’improvviso smettessimo di farlo? Sarebbe un colpo durissimo per loro, che contano su di noi per affrontare la stagione più difficile dell’anno.
Perciò vi ringrazio, cari amici di Paco. Vi ringrazio perché grazie alla vostra generosità mi avete permesso, ancora una volta, di vivere momenti di grande gioia. Di vedere dal vivo gli occhi di tanti cani sbattuti fuori casa (a volte giù da un’auto in corsa, com’è successo a Pasqualino), di conoscere storie terribili come quella di Bringio e di tanti altri e di sapere che, anche grazie a noi, il loro futuro potrebbe essere migliore. Com’è successo a Bianca e a Secondo, che ieri hanno trovato una nuova famiglia e se ne sono andati accompagnati dall’abbraccio di Cosetta e dalle mie lacrime. Lacrime di gioia, ovviamente, e di gratitudine.
Ne sono sempre più convinta: un cane sano può trovare più facilmente famiglia.
Diana
P.S. Per aiutarci ad aiutare altri rifugi: http://www.amicidipaco.it/index.php?p…1&tc=0