Auguri
Ciao tato, tesoro mio.
Che cos’è successo al tempo? Vola a velocità della luce, negli ultimi tempi. Un attimo prima eri in febbraio, e un attimo dopo ti ritrovi a maggio. Alla fine di questo strano maggio, alla ricerca di una primavera che non vuole arrivare. L’ultima volta che ho scritto di te è stato il 28 febbraio, su questa rivista, per ricordare il nostro primo incontro. Sono passati tre mesi. Volati via in un attimo.
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Per una serie di collegamenti sono finita sulla pagina del mio sito in cui davo la notizia ai nostri amici: la tristissima notizia che tu, dopo 15 anni di amore e grandi imprese per aiutare i tuoi simili più sfortunati, avevi deciso di prenderti una vacanza. Lassù, dove adesso sei con Boris, Joy, Patrik, la Micia, Qubì, Maciste e tutti gli altri che non hai conosciuto “di persona” ma che hanno contato nella mia vita. Siete là, tutti insieme, a giocare ma anche a vegliare su di noi stupidi umani che, invece di volersi bene, di sentirsi vicini e fratelli, arriviamo a odiarci, a farci del male, a volerci annientare l’un l’altro.
Stupidi, inutili umani, incapaci di approfittare di questi grandi doni che la vita ci ha fatto.
Dicono che siamo superiori agli animali, ma a volte mi chiedo dove stia questa superiorità. Se un giorno esci di casa a goderti una passeggiata col tuo cane e qualcuno ti spara, o se cammini per strada e ti prendono a picconate sulla testa, se vuoi bene a un ragazzo e questo ti accoltella e poi ti brucia, spegnendo la luce che c’è ancora nei tuoi occhi… dov’è la nostra superiorità? Certo, in una classifica dei più cattivi saremmo di certo in cima, superiori a qualunque altro essere vivente.
Mamma mia, non ho mai sopportato chi dice che gli animali sono meglio di noi (tutt’al più, ho sempre detto, siamo pari…) ma negli ultimi tempi la mia certezza vacilla. Forse siete davvero meglio voi, coi vostri istinti a volte primordiali, ma anche i vostri sentimenti così profondi e incrollabili.
Tu, piccolo e umile cane, nella tua vita hai saputo essere d’esempio e sprone agli altri molto più di quanto sappiano fare certi umani. Sei tu che, con la tua storia di sofferenza e riscatto, hai saputo dare fiducia e speranza a tanti ragazzi che, nel loro disagio, si sono ritrovati in te e, grazie a te, hanno deciso di lottare per essere migliori e uscire da quell’angolino angusto in cui un destino troppo duro li ha schiacciati.
Se ce l’hai fatta tu, cagnolino randagio emarginato dagli umani, perché non dovrebbero farcela loro?
E’ con questo augurio, che per una volta non è legato a un compleanno o ad altra ricorrenza, che voglio salutarti, ringraziarti e, col mio cuore, abbracciarti.
Ciao, Paco, tesoro mio.
Diana (Amici di Paco n° 54)