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Il Nobel per la pace all’Europa…

Ma cos’è: una presa in giro? Qualcuno li ha definiti parrucconi, quelli del Nobel, che vivrebbero fuori dalla realtà. Ma non credo sia questo il punto. La verità è che qualcuno ci sta abbindolando, facendoci credere che l’Europa, questa Europa (l’Europa dei banchieri e dell’alta finanza), sia una cosa bella che fa bene a tutti.
Oh, certo a qualcuno farà senz’altro bene: molto ai governanti e governantucoli vari, molto meno ai cittadini.
Avete finora visto qualcosa di buono che venga dall’Europa?

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Ricordo quando a scuola ogni anno ci facevano fare il temino sull’Europa Unita. Allora sembrava un miraggio: l’idea dei popoli uniti che si volevano bene, che vivevano in armonia, collaborando e cooperando, che magari parlavano la stessa lingua (possibilmente l’italiano, che è e resta la lingua più bella del mondo). Ricordo la retorica con cui ce ne parlavano e la retorica, di conseguenza, con cui ne scrivevo. Sembrava tutto così bello, perfetto: c’era solo da augurarsi che prima o poi questo splendido progetto, come una bella favola a lieto fine, si avverasse.
E poi, a forza di parlarne, l’Europa Unita è arrivata davvero. E così è arrivato l’EURO, e tutti siamo diventati più poveri… Però ci hanno detto che era bello e giusto e allora abbiamo incominciato a far buon viso quando ci è toccato di pagare il doppio ciò che prima pagavamo la metà.
E poi sono arrivate le commissioni europee, che ci succhiano un sacco di soldi per pagare i membri che le compongono, e che un giorno sì e uno no se ne inventano di belle, come stabilire la lunghezza che devono avere le banane messe in commercio nella UE, oppure stabilire che la mozzarella non va fatta così ma cosà, per questioni d’igiene… e altre amenità del genere, tutte volte a conformare, a rendere tutto standardizzato, omogeneo, a spegnere qualsiasi guizzo d’individualità, qualunque peculiarità che rende diversa una nazione dall’altra (che è, appunto, il bello delle Nazioni).
No, la parola d’ordine dell’Europa Unita, questa Europa unita (l’Europa dei banchieri e dell’alta finanza), è: omologazione.
Livellare tutto, verso il basso (un po’ alla comunista), togliere qualunque autonomia, qualunque palpito di diversità, quella diversità che è ricchezza e rende unica (e ricca) una Nazione e la differenzia dalle altre.
Finora è toccato alla moneta e ai commerci, poi toccherà ai governi, che ora sono ancora nazionali, ma un po’ alla volta (dategli un po’ di tempo) tenderanno a essere centralizzati, in un’opera già iniziata di depotenziamento, usurpando cioè il potere loro dato dai cittadini. E di questo passo un po’ alla volta si arriverà a un’unica capitale che, guarda caso, sarà in Germania.
Tanto è da lì che partono le grandi manovre. E’ da lì che si sta minando e annullando qualunque sovranità nazionale.
Ma sono cose che abbiamo già detto.
E ora… ora arriva il Nobel per la pace, questa buffonata per far credere ai cittadini europei che l’Europa, questa Europa (l’Europa dei banchieri e dell’alta finanza), sia un luogo di pace e armonia, così come si decantava e auspicava nei temini che si facevano a scuola.
Peccato che questa stessa Europa sia quella che l’anno scorso ha dichiarato guerra alla Libia (sì, certo, è stata la Nato, però sui ventotto stati che compongono la Nato guarda caso 21 sono stati europei) per puri interessi egemonici e commerciali di un piccolo francese che si dava le arie da Napoleone, ed è quella che anni fa fomentò ed esacerbò il conflitto serbobosniaco. E peccato che in Grecia parlare di pace, oggi, sia un po’ obsoleto, visti i tafferugli da guerra civile che si verificano quasi quotidianamente. A causa, guarda un po’, dell’Europa, questa Europa (l’Europa dei banchieri e dell’alta finanza)…
Ma a che cosa serve dare un Nobel per la pace a un’Europa che si sta distinguendo per essersi sempre più asservita allo strapotere di banchieri e lobby varie, se non a dare uno zuccherino a noi cittadini e farci credere di vivere in una supernazione idilliaca, facendoci dimenticare (cercando di farci dimenticare) che l’Unione Europea non ha nulla da spartire con i sogni di noi studentelli un tempo chiamati a svolgere il temino sull’Europa.
A meno che… a meno che il premio, più che un dato di fatto, incarni una speranza: la speranza che i cittadini si lascino imbambolare dal mito della pace e subiscano passivamente ogni angheria. Siamo in Europa, culla della pace, della democrazia, dei diritti umani… che cos’avete da questionare? Statevene tutti zitti e buoni e pigliatevi questo premio.
Ma, no, forse è proprio così: il Nobel per la pace all’Europa è un premio per esorcizzare una paura. La paura che i cittadini, stufi di essere vessati, spolpati, tartassati da governi iniqui e vampireschi, in un rigurgito di dignità si rivoltino e dichiarino guerra ai loro stessi governanti.
Altro che pace!

Diana Lanciotti

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