Impariamo da loro
Cara Diana,
mi chiamo Deborah, sono una ragazza di 15 anni che ama molto gli animali. Ho letto il suo libro “Mamma storna” e devo dire che è una storia fantastica, ricca di emozioni che magari un giorno piacerebbe vivere anche a me. Leggo molte riviste, giornali a volte anche libri sugli animali, ma devo dire che il suo mi è piaciuto particolarmente!! Quando alla fine lei ha aggiunto che gli animali sono doni di Dio, trovo che abbia pienamente ragione. Credo che non solo siano doni di Dio, ma che se Dio li ha mandati c’è un motivo, probabilmente dobbiamo imparare da loro. Vedo ad esempio il mio cane: (che ormai è una persona a tutti gli effetti, ha unidici anni, quasi dodici) ogni momento che passo con lei (è una femmina) è un momento prezioso ricco di sentimenti che sento provare anche da lei, una cosa reciproca insomma. Sono sicura al 100% come dice Lei che gli animali, cani, uccellini, cavalli che siano abbiano dei sentimenti forse anche molto più profondi dei nostri, ma che a differenza dell’ uomo, loro una volta affezionati, come nel caso del Suo Oreste, non “tradiscano” come fanno invece gli umani.
E’ il suo primo libro che leggo, “Mamma storna”, ma sarò felice di leggerne altri al più presto, perchè sono sicura che mi trasmetteranno qualcosa di nuovo da imparare sui nostri amici animali.
Come ultimo volevo porle una domanda, a cui spero risponderà al più presto. Vorrei chiederle, cosa si prova a capire, che si sta sbagliando, proibendo la libertà a qualcuno a cui vuoi molto bene, ma vorresti ridargliela pur sapendo che non ce la faresti mai.. (nel caso di Oreste)…?
La ringrazio per la sua attenzione, di nuovo complimenti per il libro!!! Veramente fantastico.
Deborah
(clicca su “Leggi tutto” per leggere la risposta di Diana)
Cara Deborah, ti ringrazio tanto per avermi espresso i tuoi pensieri.
Non saprei che cosa aggiungere a ciò che di bello hai detto. E’ una fortuna, che non tutti hanno, quella di saper vedere anche in un animale la nostra stessa capacità di capire, amare, provare sentimenti. Come tu dici, loro ci insegnano tanto, e chi non sa apprezzare le loro lezioni sentendosi superiore si perde una parte importante dei doni che ci sono stati dati.
Per quanto riguarda la tua domanda, vorrei chiarire che io non ho mai proibito la libertà a Oreste, ma ho solo cercato di farlo crescere sperando che un giorno potesse tornare alla sua libertà. Visto che era caduto dal nido mi sono ritrovata, senza volerlo, a fargli da mamma. E sapevo che, da brava mamma storna, prima o poi avrei dovuto lasciarlo andare. Ma non prima di averlo reso abbastanza forte da cavarsela da solo.
Il fatto che l’abbia trattenuto più a lungo con me era dovuto al suo attaccamento a me: era lui a non volersene andare, e quelle volte che ho provato a lasciarlo libero si è messo nei guai. Era solo questione di aspettare un po’ di più che in natura, dove i genitori anche una volta che i piccoli sono usciti dal nido li seguono per un certo tempo per proteggerli e insegnare loro a cavarsela.
Io purtroppo non potevo seguirlo… non avendo le ali. Quindi i tempi di preparazione sono stati un po’ più lunghi del dovuto.
E’ vero che il mio cuore avrebbe voluto tenerlo con me, ma sapevo che non era giusto, quindi tutti i tentativi che ho descritto nel libro per insegnargli a volare erano finalizzati a renderlo indipendente. Anche se l’idea mi faceva soffrire, mai ho pensato di tenerlo con me.
Un caro saluto
Diana