Cani in casa e varie…
Carissima Diana,
voglio solo esprimere quello che ho provato (anzi, riprovato) leggendo per la terza volta “Boris professione angelo custode” e ci ho impiegato 3 giorni.
Un’ora, un ora e mezza al giorno; è un libro che cattura in una maniera inspiegabile, che se non leggi il capitolo dopo e quello dopo ancora non ti senti in pace. Come hai detto giustamente, questo libro non è fatto di grandi avventure e non è pieno di suspense ma forse è proprio per questo che non ci si stanca mai di leggerlo: non è come quei libri avventurosi che una volta letto ci si emoziona tanto ma poi si sa già come va a finire e se lo si rilegge non c’è più gusto. “Boris professione angelo custode” si può leggere e rileggere quante volte si vuole perchè non ha colpi di scena o finali improvvisi, e forse è proprio questo che lo rende un libro speciale.
L’ho letto attentamente, ho scoperto e riflettuto su cose che non avevo notato nelle altre due volte ma soprattutto non vedo l’ora di farmi una vita propria mia, dove posso tenere il cane in camera e sul tappeto senza le proteste della mamma. La mia mamma è un po’ strana: ama i cani ma non li vuole in casa perchè sostiene che il cane è nato per vivere all’aperto e che lui è più contento a rimanere fuori più che in casa (per me dipende da cane a cane) ma non è neanche una di quelli che vogliono solo il cane di razza col pedigree, o che non fanno toccare il cane ai bambini perchè non è igienico, o quelli che lo fanno sopprimere prematuramente perchè non hanno voglia di prendersene cura amorevolmente.
Certo, anche noi un’ora (o forse anche pochi minuti) prima della… morte (non ce la faccio ancora a dirlo) di Isotta l’abbiamo fatta sopprimere dal veterinario: soffriva, guaiva e rimaneva immobile sdraiata sul pavimento ansimando. Era questione di minuti, un’ora al massimo: come potevamo lasciarla in queste condizioni sapendo che non c’era più niente da fare? Un mese prima sì, il 20 settembre, quando ha cominciato a star male e la veterinaria ci ha chiesto se volevamo curarla o “eliminarla” (l’avrebbe fatto non volentieri, perciò ce lo sconsigliava) avremmo fatto un atto da codardi, egoisti. Abbiamo deciso di curarla, e quelle miracolose tre pastiglie al giorno, e quella notte passata in ambulatorio, l’hanno rimessa come nuova: camminava, scodinzolava, mangiava seppure poco e a volte rincorreva un areoplanino di carta come un cucciolo, cosa che non aveva mai fatto nemmeno quando era giovane e sana. A volte penso che solo una decisione avventata presa in un momento di panico (perchè era panico quello che avevamo quando Isotta non si reggeva più in piedi e aveva degli occhi così gonfi e lucidi da febbrone) avremmo potuto toglierle quei 40 giorni di vita, preziosi più di qualunque altro giorno. Anche lei, come Boris, sembrava essersi rimessa, e tutte le mattine sembrava sempre vispa e arzilla, al contrario delle sere che si accasciava un po’ stanca sotto il tavolo mentre cenavamo, sempre col suo sguardo paziente ma mai sofferente. Poi, quando quella maledetta mattina del 31 ottobre abbiamo capito che veramente il suo ciclo era finito, ci siamo rassegnati a non averla più con noi dopo gli intensi 15 anni. Un’emorragia interna e una forte anemia hanno portato via Isotta da questo mondo. Con Isotta in fondo è stato generoso, perchè non si è mai ammalata, mai in quindici anni; non m’aspettavo, però, che potesse avere una morte così sofferente… se la meritava? per me no, come nessun cane d’altronde.
Tornando alla mia mamma, il suo “problema” non è tanto quello di non volere il cane in casa, ma lei dice che se un cane entrasse al piano di sopra non osa pensare a cosa diventerebbe casa nostra. Dice che se teniamo il cane un po’ fuori e un po’ dentro come vorrei io, lui si porterebbe dentro fango e impronte, e che si sdraierebbe sul tappeto dove ci sdraiamo anche noi la sera e a lei questo non va bene. A me sì, se almeno mi desse la responsabilità di lavare le impronte e aspirare i peli del cane.
Riguardo di nuovo al libro di Boris, invece, ti dico che è risultato interessante anche al coniglio Neve: l’avevo portato in camera mia come tutte le domeniche e io mi sono sdraiata sul mio tappetino peloso per terra a leggere il libro mentre Neve zampettava o schiacciava brevi pisolini. Ad un certo punto si è sdraiato sulle pagine del libro impedendomi di andare avanti con la lettura. Quando sono riuscita a spostarlo (quando si sdraia è lungo 45 cm ed è alto 30cm e dovrebbe pesare sui 3 Kg…) forse lui si è offeso e col muso ha cominciato a farmi i dispetti e a chiudermi le pagine. Allora mi sono sdraiata a pancia in su per riuscire a leggere ma lui mi è saltato sulla pancia, e per infastidirmi ancora di più si è appollaiato sul mio collo facendomi da sciarpa, ma una sciarpa piuttosto pesante e con le unghiette…! Come se non bastasse, dopo essere sceso dal mio collo, ha cominciato a mordicchiare gli angoli della copertina del libro e annusare. I casi sono due: o quel libro gli suscitava grande interesse e desiderava che glielo leggessi ad alta voce o era geloso perchè io leggevo al posto di coccolarlo come faccio di solito. Lo so che mi crederai un po’ pazza ma Neve è diventato un coniglio così “cane” che se potesse abbaiare sarebbe perfetto!
In questi giorni mi scendono le lacrime spesso, non so esattamente il perché; per Isotta, per Paco, per Boris, per tutti quei cani rinchiusi al canile, per le mie frequentissime discussioni con la mamma riguardo al cane in casa… per la caccia, per il fatto che nessuno mi vuole ascoltare quando parlo dei cani anziani e cuccioli senza famiglia… mi viene il nervoso, mi sento triste… non lo so.
Spero che nella mia vita possa aiutare il più possibile i cani e gli animali che hanno bisogno di aiuto: sto pensando di iscrivermi al liceo scentifico con indirizzo chimico-biologico-naturalista per poi laurearmi probabilmente in scienze naturali o qualcosa del genere. Spero che in questo modo possa fare qualcosa di più rispetto ad altri lavori.
Un affettuosissimo saluto…
la solita Elena
(clicca su “Leggi tutto” per leggere la risposta di Diana)
Cara Elena, mi dici cose molto belle, che mi riempiono di gioia. Tu sai che per me Boris è stato un cane speciale ed era inevitabile, scrivendo di lui, scrivere un libro "speciale".
Per quanto riguarda i tuoi genitori, quasi tutti i genitori sono così. Anche i miei lo erano. Finché non è arrivato Paco e, vedendo come io e Gianni lo trattavamo (come un componente della famiglia) si sono resi conto che bel rapporto si crea con un cane che ti sta accanto in modo così intenso. E ora che loro hanno la Minni, la tengono sempre appiccicata, in poltrona, in braccio, sul letto.
Credo che a volte ci voglia l’esempio, un esempio equilibrato e positivo, per far cambiare idea e abitudine agli altri. E se saprai gestire bene la cosa, senz’altro anche tu ce la farai. Non mi pare, infatti, che i tuoi non vogliano saperne di cani. Si tratta solo, piano piano, di convincerli che c’è un modo diverso di godere della loro compagnia.
Non è detto che non cambino idea, col tempo. L’importante è non imporre una decisione, ma farli arrivare piano piano a condividere il tuo bisogno di avere la compagnia di un cane. Se capiscono che per te è indispensabile, e non un semplice capriccio, vedrai che ti accontenteranno. Poi toccherà a te dimostrare che l’arrivo di un cane è fonte di gioia e non di problemi. Sono sicura che ce la farai.
Per quanto riguarda Isotta, non farti certe domande, Elena. Quando arriva il momento loro stessi ti chiedono di aiutarli e poi se il veterinario vi ha consigliati in questo senso sapeva che per Isotta era meglio così. Quindi, anche se è triste ripensarci, avete fatto la scelta giusta.
E anche un mese prima avevate fatto bene a decidere di tenerla con voi. Isotta allora vi aveva fatto capire che, anche se stava male, aveva ancora voglia di vivere.
Nessuno si merita di soffrire, e Isotta in fondo ha avuto una bella vita, no? Lo so che se tu potessi cancelleresti per lei quei suoi ultimi minuti di sofferenza, ma non siamo onnipotenti e a volte il nostro amore per loro, anche se può tanto, non può fare tutto quel che vorremmo.
Riguardo a Neve, dev’essere proprio simpatico. Lo so che ogni animale, amato e trattato come tu e io facciamo, può diventare un compagno di vita straordinario e regalare ogni giorno grandi sorprese. Mandami una foto. Mi piacerebbe vederlo, questo piccolo… fenomeno!
Mi dispiace, infine, che tu abbia quei momenti di tristezza e spero che sia uno stato d’animo passeggero. Non puoi farti carico di tutti i dolori del mondo. Anch’io a volte m’illudo e ho la presunzione di poiter sistemare tutto quello che non va. Purtroppo (o per fortuna) non è possibile. E allora devo sottopormi a una buona cura d’umiltà e chiedermi: chi sono io per poter pretendere che tutto vada come vorrei, di far marciare tutto secondo la mia visione rosea e un po’ (troppo) romantica del mondo?
Altrettanto dovresti imparare a fare tu: capire e accettare i tuoi limiti. Per limiti m’intendo l’incapacità e l’impossibilità oggettive di risolvere tutto quello che non va.
Stai già facendo, e molto bene, la tua parte. E se riuscirai a realizzare il tuo desiderio di iscriverti alla scuola di cui mi parli potrai coltivare in modo anche più concreto questo grande tesoro di sentimenti e valori che hai dentro di te.
Auguri e un caro saluto
Diana