Il dramma di Terry in diretta tv
Da qualche giorno il dramma di Terry Schiavo è entrato nelle nostre case attraverso i mezzi d’informazione.
Ognuno esprime una sua valutazione del caso e le sentenze dei vari opinionisti si moltiplicano sommandosi a quelle emesse dai giudici.
Ma è giusto, mi sono chiesta, dare in pasto al mondo intero un dramma così privato e profondamente umano, che inviterebbe al raccoglimento, alla preghiera, anziché al caos mediatico che ne è nato intorno?
Ricevo molte lettere sull’argomento Terry Schiavo e sull’eutanasia in genere, in questi giorni. A una ho risposto nella “Posta di Diana”. So che deluderò qualcuno dando risposte che risposte forse non sono, ma questa volta, credetemi, non so che cosa pensare. Non so che posizione assumere.
Anzi: mi sono addirittura imposta di non esprimere, nemmeno dentro di me, un giudizio sulla vicenda. Vicenda terribile, su cui riflettere ma, forse, anche tacere.
Eppure in tanti sono pronti a schierarsi, come di solito succede sull’onda dell’emozione nelle classiche vicende che, con una mano santa data dai media, “scuotono il mondo”…
Ma che diritto abbiamo, noi che non siamo direttamente coinvolti in questo terribile dilemma, di prendere posizione? Di dire: “io sto con i genitori” (che la vogliono viva) o “io sto con il marito” (che chiede di farla finita)?
Come possiamo anche solo minimamente pensare di poter arrivare a capire l’angoscia, i dubbi terribili che stanno di certo lacerando gli animi degli uni e dell’altro?
Facile dire: “Lui vuol rifarsi una vita e liberarsi del fardello” (qualcuno l’ha detto, semplificando in modo osceno una vicenda che invece ha tantissime sfaccettature, la stragrande maggioranza delle quali sfugge a tutti noi, semplici spettatori).
Facile dire: “I genitori l’amano e la vogliono viva”. Ma è davvero viva, Terry?
Certo, a vedere il suo viso che abbozza sorrisi, i suoi occhi aperti che sembrano cercare la verità, a molti nascosta, io direi di sì.
Ma…
Ma, non lo so e non voglio sapere. Nel senso che non voglio essere di quelli che “credono” di sapere che cosa è giusto e che cosa è sbagliato.
Credo solo che Terry abbia bisogno, un gran bisogno, di essere lasciata in pace. Ha solo bisogno che qualcuno capisca il dramma enorme e umanamente incomprensibile che lei sta vivendo e smorzi i riflettori troppo a lungo accesi, e il tono delle polemiche.
Non siamo Dio per poter decidere che cosa è giusto fare. Speriamo solo che il Dio che può decidere, lui sì, lo faccia presto e per il meglio.
Diana Lanciotti