Articolo “Facciamo polemiche/3 – “Una task force tira l’altra” su La Verità di oggi
Oggi La Verità, il quotidiano di Maurizio Belpietro, pubblica l’articolo di Diana Lanciotti “Una task force tira l’altra”.
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Facciamo polemiche/3
La nostra libertà è in pericolo?
Anche l’articolo “Facciamo polemiche/2. La carnevalata delle mascherine” di Diana Lanciotti ha riscosso grande consenso. Verità snocciolate con precisione chirurgica, con le quali già il 27 marzo sul suo sito Diana rivelava la gestione contraddittoria dell’emergenza coronavirus da parte di politici ed “esperti”. A partire dalla dichiarazione dello stato di emergenza del 31 gennaio a cui nessuno dei comportamenti e nessuna delle misure assunte ha dato seguito.
«Come se chi ha dichiarato lo stato di emergenza, cioè Conte e il Consiglio dei Ministri, si fosse poi dimenticato di averlo fatto o, peggio, l’avesse fatto per “dovere” istituzionale», commenta Diana. «Come se loro per primi non si fossero presi sul serio e avessero gridato “al lupo”, ma per gioco. Come potevamo perciò prenderla sul serio noi cittadini? Eppure era già tutto scritto, anche se stranamente nessuno ne parlava. Poi è girato in rete un video di un medico che ha ricordato proprio la dichiarazione di emergenza, sottovalutata e ignorata dagli stessi che l’hanno firmata. Ho fatto un’indagine e mi sono resa conto che quel medico aveva ragione. Ho messo insieme date e comportamenti, e ne è emerso un quadro spaventoso di pressappochismo, superficialità, irresponsabilità. Quando ho fatto girare l’articolo, anche i giornali e la tv hanno voluto far luce sulle vere responsabilità. Anche se qualcuno ai “piani alti” si difende dicendo che si è trattato di uno tsunami improvviso, non può più darcela a bere. Le notizie dalla Cina erano già arrivate, e anche l’allarme dell’OMS, seppur tardivo per coprire le colpe della potente amica e non… spezzare i fili della Via della Seta. Hanno giocato sulla pelle degli Italiani. E continuano a farlo.»
Parole dette senza urlare, ma “persuadendo con dolcezza” che è il motto di Diana e del Fondo Amici di Paco, l’associazione no profit da lei fondata 23 anni fa insieme al marito in seguito all’adozione del mitico Paco. Ed è quello che piace e colpisce di più.
«L’amore per l’Italia e la consapevolezza che ci siamo trovati in guerra senza rendercene conto e impreparati, soprattutto a livello politico e sanitario, creano una lacerazione profonda. Non ci siamo meritati la tragedia che stiamo subendo. A creare scontento è, oltre all’impreparazione di chi dovrebbe decidere, la limitazione delle libertà che non trova riscontro negli altri stati occidentali e che non è stata ratificata dal Parlamento, cioè dal massimo organo di rappresentanza. I rappresentanti da noi eletti sono stati totalmente esautorati dalle decisioni che riguardano la vita dei loro elettori. Ed è gravissimo.»
Qualcuno potrebbe chiedere: ma tu cos’avresti fatto di più e di meglio?
«Prima di tutto né io né tutti coloro che criticano la malgestione della pandemia ci siamo mai candidati a guidare una nazione. Si pretende che chi invece lo fa sappia affrontare ogni tipo di problema. Magari non prendendo decisioni perfette, magari facendo scelte impopolari. Ma che chi ha dimostrato tanta inadeguatezza perseveri nel voler restare alla guida del paese è diabolico. Sarebbe così semplice: non sei all’altezza, non ne vieni fuori? Te ne vai a casa. In un’azienda, dove quel che conta è il risultato, tutte le mezze tacche che affollano i palazzi del potere sarebbero state licenziate da un pezzo. Possibile che noi Italiani, che siamo i loro datori di lavoro, non possiamo mandarli via?»
Diana sta organizzando la diciottesima Campagna antiparassiti in aiuto ai rifugi (v. riquadro) e sta per uscire col suo ventunesimo libro Antivirus. Emergere dall’emergenza, il cui ricavato andrà come sempre al Fondo Amici di Paco. Per sostenere il suo impegno a favore dell’associazione: www.amicidipaco.it, tel. 030 9900732. Di seguito le sue riflessioni sul proliferare di task force e dei rischi per le nostre libertà.
Paola Cerini
Una task force tira l’altraDall’inizio della pandemia di coronavirus (dichiarata dall’OMS con sospetto ritardo, presumibilmente per coprire le colpe della potente amica Cina e/o per favorire speculazioni finanziarie legate ai catastrophe bond, cioè i titoli legati al verificarsi di catastrofi, tra cui le pandemie) si è proceduto a tentoni, un passo avanti e tre indietro, con un approccio che potremmo definire “tentar (non) nuoce” o “ndo cojo cojo”. Mai come ora la politica nostrana ha mostrato le sue miserie, le sue pochezze, la sua inadeguatezza. Il tessuto politico italiano rivela una trama inconsistente, di cui eravamo già consapevoli ma che sopportavamo per quieto vivere, per opportunismo, per non doverci impegnare troppo a pensare e partecipare. Quando appena si può, si lascia che a pensarci siano gli altri: è così comodo, quando i social diventano la nostra valvola di sfogo, limitarsi a criticare, fare battute salaci, scrivere cattiverie e poi continuare nel proprio pigro trantran. Così per tanto, troppo tempo, abbiamo fatto finta di non accorgerci che la nostra cara Italia è finita nelle mani di incompetenti che, una volta conquistati i consensi fingendo di voler aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, hanno finito per diventare essi stessi tonno, preso all’amo dal sistema a cui, con sorprendente trasformismo, si sono adeguati in tutta fretta. Parlo, come avrete capito, dei 5 Stelle, una delle sciagure peggiori che ci potessero capitare. Eppure, per un po’ in tanti hanno pensato che potessero realmente dare una svecchiata alla politica. L’idea era tutto sommato buona. Da loro ci aspettavamo un vero e proprio cambio degli armadi. Invece ci ritroviamo con gli armadi straripanti di ciarpame.La speranza riposta in questi parvenu della politica la dice lunga sullo stato dell’arte della politica italiana: lo scollamento tra eletti ed elettorato, il disgusto per il livello di incapacità, corruzione, arroganza, la delusione e la disillusione verso una democrazia parlamentare che ormai è solo un’utopia hanno indotto tante persone a fidarsi di un comico che a suon di “vaffa” sembrava capace di risvegliare l’italico orgoglio mentre, semplicemente, stava spargendo il seme della mediocrità e dell’incompetenza. Erbe infestanti che si sono radicate nei posti di potere.Questa premessa mi è servita per parlare del proliferare di task force (siamo a 15, ma qui ne prendiamo in esame 4) di “tecnici” chiamati a supportare (o sostituire) la politica in questo triste capitolo della nostra storia.Abbiamo incominciato con la task force voluta dal Ministero dell’Innovazione, al quale è affidato lo scopo di svolgere “attività di studio e analisi, utile a supportare la Presidenza del Consiglio dei ministri e le Amministrazioni pubbliche nella definizione di politiche di contenimento del contagio da COVID-19”.Un gruppo multidisciplinare di 76 “esperti” suddivisi in 8 gruppi, che utilizzerà i “Big Data” per mappare e tracciare i casi di Covid-19. La struttura è coordinata da Walter Ricciardi che, di striscio, è già consulente del Ministero della Salute e consigliere del Direttore della Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (cioè l’OMS citata all’inizio). Per capirci, quel signore al quale il ruolo di tecnico sconsiglierebbe di far politica, e invece arriva a postare su Twitter un video in cui si vedono persone che prendono a pugni e calci un manichino con le sembianze di Trump. La sua task force ha il compito di elaborare una relazione che contenga “soluzioni offerte dalle tecnologie digitali per la gestione dell’emergenza e il contenimento del contagio”. Una cosa che, dicono altri “esperti”, si poteva redigere in pochi giorni. Questi si sono presi tutto un mese per partorirla. E pare che il primo risultato sia la discussa App Immuni, sulla quale si nutrono timori che sia uno strumento per limitare la nostra libertà e imporci la vaccinazione collettiva. Il modello dovrebbe essere la Corea del Sud, che finora ha dimostrato di saper contenere i contagi. Ma i coreani l’hanno fatto da subito, e probabilmente senza ingaggiare 76 esperti, divisi per 8, che si sono presi tempi biblici per… elaborare una semplice relazione. E poi pare che alla fine non abbiano nemmeno scelto loro la app, ma il Ministero.Quanto ci costerà questa task force?Seconda task force: quella guidata da Arcuri, i cui compiti non sono ben chiari, visto che la richiesta di tutti era di dare un incarico a Bertolaso affinché si occupasse di organizzare e coordinare a livello nazionale tutte le operazioni legate all’emergenza, risparmiando così figure barbine al governo. Ma il timore di essere messo nell’ombra dalla personalità e dalla competenza dell’ex capo della Protezione Civile ha spinto Conte a una scelta di ripiego.Quanto ci costerà questa task force?Terza task force: quella antifakenews, che dovrebbe occuparsi di “combattere le cattive informazioni, che potrebbero indurre a comportamenti scorretti, i quali a loro volta rischierebbero di indebolire le misure di contenimento del contagio in questa fase così delicata”.Va ricordato che l’art. 21 della Costituzione stabilisce che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. D’altra parte l’art. 656 del Codice Penale punisce “chi diffonde notizie false, esagerate o tendenziose, per le quali possa essere turbato l’ordine pubblico, con l’arresto fino a tre mesi”. Significa che, per quanto riguarda le notizie false che rientrano nell’ambito del Codice Penale, la competenza esclusiva è dell’autorità giudiziaria, e non c’è task force che possa sostituirne le funzioni. Per tutte le altre notizie, anche se false purché non in grado di turbare l’ordine pubblico, l’art. 21 della Costituzione sancisce la libertà di espressione. E, vorrei sottolineare, sopra a tutto dovrebbe vegliare il senso critico del pubblico, che si spera capace di separare il grano dal loglio. Se non ce la fa, colpa di un grado di acculturazione che in Italia è tra i più bassi, grazie a politiche di depauperamento del comparto Istruzione, così come di quello Sanità.Cultura e libertà sono un’accoppiata pericolosa per i regimi oppressivi. Tenere basso il livello di cultura di un paese è uno dei modi per guidarlo nella direzione che si vuole. Sennò, tornando al discorso iniziale, non ci ritroveremmo con la classe politica che ci ritroviamo.La task force antifakenews è stata istituita per combattere la diffusione di “notizie false, esagerate o tendenziose, per le quali possa essere turbato l’ordine pubblico”. Ma di quale ordine pubblico parliamo, se siamo tutti chiusi in casa, controllati a vista da droni ed elicotteri, e se ci azzardiamo a uscire troviamo posti di blocco e dobbiamo esibire una telenovela di autocertificazioni? Mentre, con buona pace degli aguzzini dell’accoglienza, i “migranti” continuano a sbarcare sulle nostre coste e a spacciare nelle nostre città. Ma, obbligate da disposizioni paranoiche, le forze dell’ordine sono occupate a multare corridori solitari e altrettanto solitari amanti del sole, e il lavoro sporco di scovare gli spacciatori tocca farlo a Brumotti di Striscia la notizia. Se è uno Stato serio, questo…Tutto questo voler regolamentare sa tanto di prove generali di limitazione della libertà. Ci provano ora, ora che siamo impauriti, reclusi, disorientati da una miriade di informazioni contraddittorie, per testare il nostro livello di sopportazione. La nostra soglia dello stress, come in una sorta di sperimentazione su cavie da laboratorio. Poi, quando avranno stabilito che basta agitare uno spauracchio (stavolta è la pandemia, un giorno sarà l’invasione degli alieni, un altro la cancellazione dai palinsesti del Grande Fratello VIP, l’altro ancora la rivolta degli ovetti Kinder), ci avranno in pugno. Orwell docet.Per carità, non fraintendetemi: non sto sminuendo la pericolosità del Covid, ma dico solo che questa è stata una bella palestra, per chi ci governa a livello nazionale (e sovranazionale…), per provare il nostro grado di resistenza e la loro capacità di sottometterci a tutta una serie di regole e soprusi senza che ci ribelliamo. Sennò, ci dicono e ci diranno, ne va della nostra e altrui vita. Ed essendo noi dotati di cuore e coscienza, non vogliamo essere responsabili della sofferenza altrui. Oltre che, ovviamente, della nostra.Dicono che questa task force antifakenews operi gratuitamente. Spero che chi è in grado vigili.Sul tema dell’abuso di potere ci sarebbe da scrivere fino a stancarsi: basti pensare all’uso smodato dei DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri) che, secondo gli esperti di diritto, è ai limiti del costituzionale. Il Parlamento, quale massimo organo di rappresentanza, è totalmente esautorato: un’istituzione svilita, soffocata e messa a far da tappezzeria al protagonismo di un presidente del consiglio occupato principalmente a lucidare il proprio smisurato ego.Ed eccoci alla quarta e neonata task force, quella investita della nobile missione di far rinascere l’Italia, capitanata dal nuovo idolo delle folle, da tutti lodato e lustrato: Vittorio Colao, ex amministratore delegato di Vodafone, una delle società telefoniche che credo collezioni il più alto numero di maledizioni da parte degli utenti, nota non tanto per la qualità del servizio, quanto per la pubblicità martellante (pagata coi soldi degli abbonati), e la mancanza di rispetto verso gli utenti. Certo, Colao ha fatto lievitare i proventi della multinazionale, ma ha procurato tanti di quei mal di fegato ai clienti da consigliargli di cambiare aria. E invece, chi t’hanno chiamato a salvare la patria? Il “supermanager”, come lo chiamano i giornalisti (i cui stipendi sono indirettamente pagati anche dalla suddetta pubblicità martellante di Vodafone), gli stessi che ai tempi di Monti parlavano di “Supermario”. E se ora gli nomini Monti ti rispondono «Monti chi?»Insomma, affidare la ripresa dell’Italia a uno che ha guidato una società dedita al puro profitto non è di grande conforto. Ma vedremo.Dopo la domanda d’obbligo “Quanto ci costerà questa ennesima task force?” (in cui tra l’altro non è presente nessun rappresentante delle varie categorie del lavoro, ma solo “professori” e “tecnici”), ciò che mi preme sottolineare è che questo proliferare di commissioni extraparlamentari sembra nato per due motivi, anzi tre.Primo: dare una seggiolina ai soliti noti e a nuovi personaggi che gravitano sempre nell’area “giusta”.Secondo: fare da parafulmine e paravento al Governo, assumendosi responsabilità che il Governo non vuole e non sa prendere, bollinando ogni decisione come “approvata dagli esperti” e spegnendo ogni accenno di critica (bollata come polemica) perché… le scelte degli esperti non si discutono.E, terzo, è l’ammissione, tragica, che il Parlamento ormai non conta più niente. Se siamo ridotti a reperire esperti ovunque, eccetto che tra coloro che abbiamo eletto e paghiamo profumatamente perché facciano non si sa bene cosa, vuol dire che la democrazia di rappresentanza ormai è un capitolo chiuso. Del resto, è anche vero che è tanta la pochezza di certi parlamentari, che pensare di affidare ad alcuni di loro qualche decisione che sia più importante della marca di brioche da mettere nella macchinetta del caffè sarebbe impensabile.Ma non dobbiamo desistere. Non ammaliamoci di rassegnazione. Facciamo sentire, forte e chiaro, il nostro DISSENSO.Altro che “non fare polemiche”…Diana Lanciotti
Nel riquadro:
DA 23 ANNI DALLA PARTE DEGLI ANIMALI
Nel 1992 Diana Lanciotti ha fondato il Fondo Amici di Paco, associazione nazionale per la tutela degli animali, a cui devolve il ricavato dei suoi libri e di cui cura gratuitamente la comunicazione, come quella in sostegno alla Campagna antiparassiti, organizzata dalla stessa Diana da 18 anni, con cui il Fondo Amici di Paco dona ai rifugi migliaia di prodotti per la profilassi antiparassitaria dei cani e dei gatti ospitati. Purtroppo l’emergenza coronavirus sta rallentando l’organizzazione dell’iniziativa, che però prosegue, seppur con enormi difficoltà. «Forse qualcuno si stupirà che in questo momento così doloroso si pensi ai cani e ai gatti senza famiglia», dice Diana. «Ma, pur col pensiero assillante della grave emergenza e della sofferenza di tante persone il nostro dovere, come associazione per la tutela degli animali, è di non lasciare soli i volontari che ogni giorno entrano nei rifugi per accudire le migliaia di cani e di gatti abbandonati. Non possiamo permettere che a un dramma se ne sommi un altro e che quest’estate le infestazioni di pulci e di zecche facciano ammalare i cani e i gatti ospitati nei rifugi, provocando una nuova emergenza sanitaria.»
Per sostenere la Campagna Antiparassiti e le altre iniziative del Fondo Amici di Paco: www.amicidipaco.it, paco@amicidipaco.it, tel. 030 9900732.
Per devolvere il 5×1000 al Fondo Amici di Paco per aiutare tanti animali in difficoltà il codice fiscale da indicare è: 01941540989.
I precedenti articoli su La Verità sono leggibili qui:
13 commenti
Michela
Cara Diana che articoli meravigliosi… sono contenta che scrivi sulla Verità. Già compravo questo giornale ma ora…
Il seme della mediocrità e dell’incompetenza che frase giusta…
Michela
Luigi
Compro da sempre tutti i quotidiani diretti da Maurizio Belpietro e mi godo tutti gli articoli dalla prima all’ultima pagina. Oggi il suo “Una task force tira l’altra” da solo vale il prezzo del quotidiano. Ho centellinato ogni frase, specie quelle in grassetto. Il suo articolo dovrebbe essere inserito nei futuri libri di storia. Aspetto con trepidazione il prossimo dal titolo “Pericolo scampato, democrazia ristabilita”…….
Rita
Certo i 5 stelle sono quel che sono. Da sempre. Se pensi poi come hanno predisposto le liste elettorali..c’è da rabbrividire. Ora sembra l’abbiano capito in tanti ( v. I sondaggi). Hanno perso molto. Io poi che avevo votato solo contro i 5 stelle e me li sono ritrovati al governo!!
Sei una penna eccellente! Ma credo di avertelo già detto.
Un abbraccio
Rita
Rudy
Brava Diana.
Sto preparando il mio Forcone se c’è da partire per Roma sono pronto!!
Rudy
Mario
Scrivi molto bene… complimenti! Siamo purtroppo nelle mani di incompetenti.
Mario
Ilaria
Ho letto il suo articolo e sono d’accordo con lei , ma mi chiedo … cosa possiamo fare noi cittadini ora ?
Ilaria
Diana Lanciotti
Dobbiamo “resistere”, informarci, farci sentire, scrivere, parlare con tutti quelli che possiamo raggiungere per farli riflettere e invitarli a non deprimersi (a tanti sta succedendo, purtroppo), a non darsi per sconfitti. La rassegnazione è una malattia quasi peggiore del virus.
A breve pubblicherò un libro proprio per dare la sveglia a chi si sta addormentando. Per… emergere dall’emergenza.
Diana
Maria Cristina
Gentilissima Signora Diana, ho letto con molta attenzione il n.3 di Facciamo polemiche, mi sono ritrovata e rasserenata. Questa chiusura, questo carcere fisico non ha bloccato la nostra mente anche se ci costringe a ripiegarsi su se stessi. Psicologicamente è difficile tenere la barra perché siamo costretti a stare in stallo apparente, in realtà basta poco per infrangere il vetro della cappa che ci chiude in un irreale microcosmo.
La faccio breve, il virus esiste eccome, ma si tratta “di virus “, batteri e muffe senza i quali non vivremmo. Siamo andati sulla luna, vedi un po’ se non si può andare avanti sulla terra. Quindi dobbiamo uscire al più presto, da questa impostura. Se si trovasse un “regista” adeguato si dovrebbe fare una corretta ricostruzione dei fatti di questo neo covid 19. Perché 19 ora finalmente lo sappiamo…cercare il filo dei soldi e arriveremo fuori dal labirinto. Poi ci sarà la storia del vaccino, un vaccino contro un virus corona, cioè che provoca raffreddori…
Facciamo polemiche perché i polveroni sollevati da chi non conosce la logica euclidea o è in mala fede, oltre a offuscarci gli occhi ci entra in gola dal naso e la bocca cercando di soffocarci per sempre. L’ abbraccio caramente e grazie d’esistere.
Maria Cristina
Diana Lanciotti
Gentile signora, i miei articoli sono nati dalla triste constatazione che si sta diffondendo quella che chiamo “malattia da rassegnazione” che è quasi peggio di un virus. Però, e lei me lo conferma, per fortuna ci sono ancora sacche di “resistenza” alla sopraffazione dei valori e delle libertà. Cerchiamo di non assopirci, di non buttarci tutto alle spalle quando questo incubo finirà. Perché se questa volta magari ne usciamo, la prossima volta aumenteranno la stretta.
Qualcuno mi ha chiesto: noi cittadini che cosa possiamo fare? Facciamoci sentire, informiamoci, non rassegniamoci. Scriviamo, come nel suo caso, il nostro dissenso.
Da parte mia raccoglierò in un libro, a breve, le mie considerazioni per raggiungere ancora più persone e invitarle a non mollare.
Un caro saluto
Diana Lanciotti
P.B.
Cara Diana, abbiamo letto “insieme” il tuo ultimo articolo pubblicato sulla Verità e ti assicuro che condividiamo tutto, ma proprio tutto, quanto hai scritto. Siamo in mano ad un manipolo di incapaci arroganti che in due mesi scarsi hanno gettato il paese nel caos più totale. Ma ti sembra possibile che dopo ben due mesi di clausura, solo a giorni obbligheranno tutti all’uso delle mascherine? Ma ti sembra possibile che migliaia e migliaia di attività abbiano dovuto chiudere senza che fosse stata decisa una linea precisa da seguire? E adesso, come hai così bene descritto tu, arrivano gli esperti… Aiuto
Paola
Rudy
Brava…. devi dire che la sanificazione deve essere fatta nella classe politica… tutti questi signori devono essere cacciati… dobbiamo mettere a capo delle persone capaci che vengono dal campo dell’imprenditoria… ne abbiamo in Italia di gente valida, che ha dimostrato sul campo le proprie capacità… Ho sentito parlare dei presidenti di regioni del sud con buon senso… Nel sud c’è la voglia di cambiare… Questa potrebbe essere un’occasione d’oro per fare risorgere il sud. In Sardegna, Calabria ecc stiamo tenendo in
casa segregata la gente sana perché’… vogliamo guardare i numeri..l del contagio, Dovete gestirvi con maggiore autonomia ,altrimenti la burocrazia la corruzione la incapacità della ns classe politica ci porta al default del paese non siamo lontani…abbiamo dei ministri ignoranti incapaci oche non sanno come muoversi… Questo sistema a breve ci affonderà in modo irreversibile….
Il mio vicino di casa mi ha fatto i complimenti per i tuoi articoli… avanti
Rudy
Piera
Il genio Arcuri, ha decretato che le farmacie dovranno vendere le mascherine, pagate 2€ più Iva al 22%, a 0,50€ sempre più Iva ( l’IVA non la tolgono perché quella va allo stato) . A queste cifre si comprano, forse solo dalla Cina. Mi chiedo, che fine faranno le aziende che sono state riconvertite per produrre mascherine?
Piera
Franca
Gentilissima,
ho letto il suo articolo del 24 aprile sulla Verità. Concordo pienamente.
Vorrei mandarle una piccola donazione ma se fossimo in tanti da piccola diventerebbe grande! Sarebbe così gentile da mandarmi il vostro IBAN?
La ringrazio congratulandomi per la chiarezza e il coraggio, oltre che per lo sconfinato amore per i nostri fratelli pelosi!
Cari saluti,
Franca