IL CIRCO GRETA
Cara Diana,
in questi giorni con i miei compagni di liceo discutiamo tanto del problema del riscaldamento globale. Loro e i professori, eccetto un paio che però stanno zitti quando ci sono le discussioni, sono tutti con Greta. A casa i miei genitori hanno un’idea un po’ diversa ma mi hanno detto di non parlarne perché temono che mi isolerebbero o mi direbbero che sono una ragazza superficiale e irresponsabile. In realtà io cerco di informarmi anche se non è facile perché in rete si trovano troppi pareri e c’è troppa confusione.
Io ho provato a dire che so che ci sono degli scienziati che hanno scritto che il problema non è come i sostenitori di Greta affermano, ma mi hanno accusata di essere… fascista e nazista. Non capisco perché ogni volta che uno esprime un’idea diversa gli si dà del fascista… o nazista!!!
Avevano ragione i miei: dovevo stare zitta!!!???
Venerdì durante lo sciopero (ho partecipato perché non si poteva non farlo perché i professori ci hanno praticamente obbligati. Conoscendoli, qualcuno l’ha fatto per prendersi un giorno di vacanza pagato…) molti dei miei compagni sono andati al bar o a al centro commerciale. Si capiva che tanti erano lì per passare un giorno a ridere e scherzare e che dell’ambiente gli importa poco. Qualcuno fumava e gettava i mozziconi nei cespugli o nei tombini.
Sicuramente molti erano convinti ma poi vorrei sapere che cosa fanno tutti i giorni per salvare l’ambiente.
Ho letto tutti i tuoi libri e sono rimasta veramente colpita dalla “Vendetta dei broccoli” dove è spiegato chiaramente che gli allevamenti intensivi sono tra le cause dell’inquinamento oltre che della deforestazione. Credo che si dovrebbe leggerlo a scuola perché pur essendo un romanzo giallo fa capire tante questioni. Conosco diversi amici dei miei genitori che dopo averlo letto hanno smesso di mangiare carne, alcuni anche il pesce. Anch’io ho smesso e per fortuna i miei genitori non mi hanno ostacolata perché hanno parlato con un nutrizionista che li ha rassicurati.
Vorrei dirti che ammiro quello che fai e scrivi e tutte le volte che potrò parlerò del tuo libro che fa pensare e anche cambiare… forse più di un discorso davanti all’ONU.
Ciao
Mara
Carissima Mara, saprai forse che per lavoro mi occupo di marketing e comunicazione e ormai riesco a riconoscere un’operazione di marketing a colpo sicuro. Il caso di Greta ne è un esempio.
Non voglio né posso dire che Greta sia in errore o malafede. Lei senz’altro ci crede. E in parte avrà anche ragione. La salvaguardia dell’ambiente, o meglio del Creato, di cui facciamo parte anche noi esseri umani a cui invece ora sono imputati tutti i mali del mondo, non può essere affidata solo alle generazioni future. Dobbiamo praticarla ora e sempre. Ma a lasciarmi perplessa è il circo mediatico, politico e finanziario, che ruota intorno a Greta: il “Circo Greta”. Mi sembra di vedere tanti acrobati che con contorsionismi, salti e piroette, vogliono dimostrare che è tutto sbagliato e che dobbiamo convertirci in massa alla green economy. Un colossale business.
Green, verde… che belle parole, che bei concetti. Lo sono finché non diventano un moloch a cui immolare tutta la nostra civiltà, il nostro modo di vivere e di star bene (anche dal punto di vista della salute), tutte le conquiste fatte in secoli di impegno, intelligenza, progresso. Un moloch a cui dobbiamo immolarci noi stessi. Qualcuno di questi sostenitori della green economy sta infatti predicando che, essendo l’uomo la causa dei problemi del pianeta (come in effetti è, in buona parte) dovrebbe… estinguersi. Perciò si dovrebbe stoppare la natalità, non mettere al mondo figli. Certo, io che non ne ho voluti dovrei essere d’accordo. E invece trovo che sia una grande follia e che stiamo entrando, quasi senza accorgerci, in una nuova tirannia, dove a decidere per tutti noi saranno i nuovi dittatori, mascherati da paladini della tutela del pianeta.
Basta vedere che cosa succede al governo dell’Italia, dove da anni ci ritroviamo gente che non abbiamo eletto, quelli che chiamo i parvenu della politica. Che è vero che aveva bisogno di un bel ribaltone, ma vorremmo poter essere noi cittadini a esprimerci, e non che siano i cosiddetti poteri forti o altre più o meno “occulte” entità (non troppo occulte, a quanto è emerso recentemente) a imporci i loro burattini, manovrati per ridurre al minimo la nostra autonomia personale, il nostro potere decisionale e di gestire la nostre vite, e farci diventare tanti inconsapevoli schiavetti, in nome della globalizzazione.
Non sto dicendo che dobbiamo fregarcene dell’ambiente, ma che per noi occidentali pensare alla green economy è un lusso da ricchi, mentre milioni di persone muoiono di fame, sete e malattie nei paesi poveri.
Ma sto divagando, scusami.
Come avrai capito, non sono contro Greta, ma sono… Greta-scettica. Scettica sulla genuinità di ciò che predica una ragazzina di 16 anni che accusa di averle rubato i sogni guarda caso proprio quelli che la ascoltano, la assecondano e applaudono con tanto entusiasmo.
La faccenda puzza d’imbroglio. Spero di sbagliarmi. Vedremo.
Per quanto riguarda La vendetta dei broccoli, ho voluto proporre le tematiche “ambientaliste” e alimentari in un modo insolito, inducendo alla riflessione attraverso il divertimento.
Farlo leggere a scuola potrebbe essere un’idea. Spero che gli insegnanti che finora hanno fatto leggere Paco, il Re della strada ai loro studenti, e tanti altri, aderiscano all’iniziativa, che lancerò sul prossimo numero di Amici di Paco. Ti ringrazio perciò per il suggerimento e ti auguro ogni bene
Diana
P.S. In quanto a star zitta: ma perché mai? Continua ad avere il coraggio delle tue idee… e anche dei tuoi dubbi.
Un commento
Alberto
Cara Diana, ovviamente nessuno dice che l’ uomo debba estinguersi, se mai qualcuno pensa che probabilmente finirà così, essendo noi la specie meno adattabile ai grossi mutamenti, anche se molto brava ad adattare l’ ambiente alle sue comodità che, essendo comunque guidate da motivi di profitto, a volte non sono così necessarie in confronto ai possibili danni che arrecano.
Quanto poi alla gente “non eletta” non capisco: abbiamo avuto qualche (pochi) presidente del consiglio che, a norma di Costituzione, è stato nominato al di fuori dei rappresentanti eletti. Caso mai, il rischio vero è che la riduzione del numero di Parlamentari conduca necessariamente ad avere in ruoli esecutivi una gran massa di non eletti: mi riferisco ad ogni sorta di portaborse che, necessariamente, riducendo il numero dei “lavoratori” della politica, cioè dei Parlamentari verrà nominata (e non eletta) a piacere dei meno numerosi parlamentari per svolgere un lavoro che, bene o male che sia fatto, è un lavoro di enorme impegno che richiede un monte ore immenso.
Preciso che non sono mai neppure stato impegnato in nessuna istituzione, neppure come consigliere comunale di un piccolissimo Comune: non sono “casta”…
Cordialmente e con affetto per il lavoro che fate con e per uno degli animali più preziosi …
Alberto Gabrielli