Ricordo della mia maestra, Giulia Bozzoni
È morta la maestra Giulia Bozzoni. È stata la mia maestra alle elementari. Una grande donna, una figura importantissima per me e tanti alunni, ai quali ha insegnato ad amare la cultura e, in particolare, la lingua italiana, un tesoro che mi ha fatto amare sin dall’inizio.
Una vera signora, elegante nei modi e nel cuore. Insegnare era la sua missione.
In me, bambina vivacissima e un po’ ribelle, tanto che i miei genitori mi iscrissero alle Montessori sapendo che il metodo era un po’ più morbido e aperto che nelle scuole tradizionali, seppe instillare la voglia di imparare e approfondire ciò che ci insegnava con le sue lezioni, mai noiose, mai difficili, sempre appassionanti, spesso divertenti.
Era una persona di grande umanità, che non incuteva paura o soggezione come invece altri maestri: non ne aveva bisogno. Aveva un’autorevolezza carismatica, che gestiva con naturalezza, senza mai approfittarne.
Sapeva mantenere l’ordine e la disciplina con garbo e gentilezza anche con i bambini più turbolenti, che nutrivano nei suoi riguardi quel rispetto che forse nemmeno ai loro genitori riconoscevano. Responsabilizzava, più che reprimere.
Secondo uno dei principi del metodo Montessori “Il maestro deve ridurre al minimo il proprio intervento. Non è un insegnante che sale in cattedra e dispensa dall’alto il suo sapere, ma deve essere un angelo custode, deve vigilare affinché il bambino non sia intralciato nella sua libera attività. Deve osservare molto e parlare poco.”
In effetti, a ripensarci adesso, lei era il nostro angelo custode, che stava al nostro fianco aiutandoci a scoprire il sapere e il lato divertente di imparare, più che mettersi in cattedra a dispensarci nozioni avulse dalla realtà.
Quelle che sto scrivendo non sono le classiche frasi di circostanza che si dicono a volte quando qualcuno ci lascia: ho sempre ricordato la mia maestra con affetto, come una grande donna, che ha avuto un ruolo determinante nella mia formazione. Una persona di una profonda umanità, che mi ha lasciato un ricordo bellissimo, e che a distanza di tanto tempo era sempre un piacere incontrare per ricordare gli anni di scuola (forse i più importanti) passati insieme.
Due anni fa ho parlato proprio di lei in un’intervista (https://www.dianalanciotti.it/2017/04/i-cani-non-hanno-colpe-intervista-a-diana-lanciotti-alluscita-del-suo-diciassettesimo-libro/):
“A causa della mia vivacità (che adesso qualcuno bollerebbe come iperattività, come fanno con quei bambini che, invece di piazzarsi tutto il giorno davanti alla tivù e alla playstation, pretendono di sfogare le proprie energie all’aperto, correndo e giocando, e così vengono riempiti di calmanti…) i miei temevano che non riuscissi a stare ferma in un banco… Mi misero alle Montessori. Lì c’era la maestra Giulia Bozzoni, una persona straordinaria, che applicava il metodo Montessori in modo molto individuale, mettendoci del suo. Era così brava che mi fece appassionare alla scuola, alla faccia di chi credeva che sarei sempre stata un’alunna svogliata e… poco produttiva (…) leggeva i miei temi in classe, come esempio di buona scrittura. Ciononostante, i miei compagni di classe non mi odiavano, anzi: avevano capito, perché la maestra ce l’aveva spiegato, che il talento è un dono che può capitare a chiunque, ed è come avere i capelli biondi o gli occhi azzurri, o essere bravi a cantare o a dipingere. Non bisognava invidiarmi, diceva, ma accettare questo mio dono e cercare di goderne tutti insieme.”
Ecco, lei era una persona capace di tirar fuori i talenti da ognuno di noi.
La citai nei ringraziamenti del mio settimo libro: “…a Giulia Bozzoni, la mia maestra delle elementari che mi ha sempre incoraggiata e continua a farlo, e mi ha dato le basi migliori sulle quali coltivare la mia passione per la scrittura”, e lei mi rispose con un biglietto: “Non devi ringraziarmi: per me è stato un onore averti come alunna. Tu avevi dentro di te un seme, un seme raro, che io ho semplicemente contribuito a far germogliare.”
Ecco, lei era così: attenta a scoprire il talento che c’era in ognuno di noi e farlo germogliare affinché diventasse il fiore più bello da offrire al mondo.
Purtroppo sono lontana, non ho potuto esserci al suo funerale e incontrare i miei compagni delle elementari e gli altri suoi ex alunni. L’ho ricordata sul mio sito, dedicandole la Superluna di due sere fa, sperando che illumini e addolcisca il suo cammino.
Mi piacerebbe che i suoi ex alunni mi scrivessero il loro ricordo, per poterla salutare sul mio sito, tutti insieme.
La nostra grande Maestra.
Diana Lanciotti
diana@dianalanciotti.it